È stato inaugurato ufficialmente il Centro di formazione professionale Macchine della Ssic Ticino che, inoltre, valorizza una regione periferica
Nel ramo delle costruzioni l’utilizzo di macchine edili sui cantieri è sempre più frequente. Di conseguenza aumenta anche il rischio di infortuni. Per cercare di evitarli è fondamentale l’istruzione. E in quest’ottica il Centro di formazione professionale Macchine della Società svizzera impresari costruttori (Ssic) sezione Ticino inaugurato ufficialmente oggi a Osogna permetterà di limitare questi rischi. Centro che consentirà inoltre di valorizzare una zona periferica del Ticino, «generando un indotto a beneficio della popolazione», ha sottolineato il sindaco di Riviera Alberto Pellanda.
«Almeno il 70% delle circa 6’000 maestranze che operano nel nostro settore è confrontato quotidianamente con l’utilizzo di una macchina», ha affermato oggi durante la cerimonia d’inaugurazione Paolo Ortelli, direttore del Centro di formazione professionale della Ssic di Gordola. E a dimostrazione che questo ambito formativo è in crescita, vi sono le previsioni della Ssic: nel 2021 i corsisti sono stati 250, mentre quest’anno sono 337. Nel 2023 si prevede che saranno 485, nel 2024 520 e nel 2027 600. Insomma si stima che nei prossimi cinque anni vi saranno oltre 1’600 potenziali macchinisti da formare. Di fronte a questi numeri è già in programma di «realizzare una seconda aula formativa» nel Centro di Osogna, dove vengono svolti i corsi, le esercitazioni pratiche e gli esami.
La struttura appena inaugurata funge da antenna formativa esterna del Centro di Gordola, che «è e rimarrà il centro strategico e operativo per ciò che riguarda l’attività formativa generale della Ssic Ticino», ha precisato Ferdinando Santaniello, vicepresidente e responsabile del Dicastero formazione professionale della Società. Tuttavia, «a Gordola lo spazio a disposizione è sempre più esiguo, in particolare per le esercitazioni pratiche e le rispettive sessioni di esami». Nell’ambito della formazione riguardante le macchine da cantiere è quindi stato deciso di «dislocare l’attività». Anche se a Gordola è previsto un ampliamento della struttura – progetto da quasi 30 milioni di franchi attualmente al vaglio del Gran Consiglio –, Santaniello ha ricordato che tale progetto «non prevede spazi esterni adatti al genere di attività che si svolgono a Osogna».
Il vicepresidente ha poi messo l’accento sulla sicurezza che per la Ssic «è una priorità». In particolare sui cantieri l’uso di macchine «agevola e accelera il lavoro». Tuttavia, «l’impiego di questi efficienti strumenti è anche legato al rischio di infortuni, sia per i macchinisti sia per i lavoratori attivi nelle vicinanze delle macchine. Per limitare questi rischi è molto importante che i conducenti di gru e macchine edili seguano un’istruzione sistematica». Ovviamente anche «i datori di lavoro sono consapevoli dell’importanza della formazione, che è la via migliore per evitare incidenti».
Il presidente della Ssic Ticino Mauro Galli ha da parte sua ringraziato la Ennio Ferrari Sa di Lodrino (proprietaria dell’immobile e dei fondi) «per l’ottima collaborazione». L’impresa si è infatti resa «disponibile con entusiasmo a ristrutturare e adattare i locali a noi affittati, secondo le nostre necessità». Insomma, «quando si mettono in campo le giuste sinergie tra pubblico, parapubblico e privato si possono raggiungere risultati che soddisfano tutte le parti e che portano indubbi benefici a questa regione». Già, perché grazie a questo Centro di formazione, ad Osogna arriveranno molti corsisti e diversi istruttori che trascorreranno le loro giornate sul territorio, generando un discreto indotto economico. E questo in una zona «detta periferica, ma raggiungibile senza grandi problemi da tutto il cantone».
Anche Pellanda ha messo l’accento sui benefici che il Centro porterà alla popolazione. E questo «senza recare disturbo, visto che si trova lontano dalle zone abitate». Il sindaco di Riviera è quindi «orgoglioso di avere sul territorio una scuola professionale». La speranza è poi che il Centro di formazione possa dare «ulteriori impulsi a un’attività tipica della nostra regione, ovvero quella edilizia, legata in particolare alle cave».