L’Azienda elettrica ticinese vuole rendere la zona fruibile agli abitanti e offrire servizi moderni ai centri interaziendali. Investimento di 10 milioni
Un’opera semplice e silenziosa capace di valorizzare le eredità storiche. È sostanzialmente questo il motivo per cui la giuria del concorso indetto un anno fa dall’Azienda elettrica ticinese (Aet) ha scelto il progetto ‘Telesin’ per la riqualifica del comparto di sua proprietà a ridosso della centrale idroelettrica della Vecchia Biaschina. «L’intento è di creare qualcosa di funzionale, ma sempre considerando le importanti preesistenze quali il binario e le piantumazioni – ha spiegato questa mattina a Bodio l’architetto Luca Pessina dello studio vincitore del concorso –. Tutta la zona, stretta e disseminata di infrastrutture viarie e industriali, ha una forte identità: questa è l’occasione per formare un insieme armonioso con il territorio circostante e i numerosi elementi che testimoniano un passato glorioso».
Il progetto (si parla di un investimento di circa 10 milioni di franchi) prevede una proposta di riconversione della vecchia centrale idroelettrica, l’organizzazione degli spazi esterni e la realizzazione di una zona comune centrale e di un edificio per le attività di Aet. Il nuovo stabile sarà diviso in quattro sezioni: «Quelle centrali – ha evidenziato sempre Pessina – ospiteranno i servizi comuni, gli impianti tecnici e i depositi mentre quelle esterne l’officina meccanica e il genio civile. Il volume compatto permetterà di estendere o ridurre le navate a seconda delle necessità che potrebbero presentarsi in futuro e di far interagire le differenti funzioni». Ci si immagina poi la zona centrale adibita ad attività ricreative e di condivisione a richiamare l’acqua, elemento portante dell’Aet. «La raccolta d’acqua tramite delle canaline realizza una specie di ‘rain garden’ circondato da un boschetto. L’obiettivo è di valorizzare la storicità industriale locale, facendo risaltare la centrale della Vecchia Biaschina e rendendo il tutto fruibile alla cittadinanza. Una parte dell’edificio, risanata secondo i criteri Minergie, manterrà la sua identità ma verrà adibita a spazi amministrativi; l’ampliamento permetterà invece di offrire alla popolazione contenuti più generici quali una sala multifunzionale». La zona si sviluppa infatti attorno all’edificio della centrale idroelettrica, estendendosi su una superficie di quasi 50’000 metri quadrati. Costruita a inizio Novecento, la centrale figura tra i beni culturali d’importanza cantonale e oggi è sede dell’officina meccanica. Questo corridoio prima di Biasca rude ma al contempo affascinante come definito dal presidente della giuria Stefano Moor, spesso rimane offuscato dall’autostrada perciò era importante riuscire a far interagire il progetto con le entità circostanti.
Dal 2017 il comparto è oggetto di un’iniziativa di rilancio legata alla formazione in ambito elettrico e industriale. Nell’area sono presenti tre centri interaziendali per la formazione (il Campus formativo Bodio, quello dell’Elettricità Svizzera italiana e, infine, quello professionale dell’Associazione industrie metalmeccaniche ticinesi) nonché parecchie attività relative alla manutenzione degli impianti. Un’evoluzione positiva che ha indotto l’Aet a promuovere un progetto di riordino dell’interno comparto diviso in due fasi così da assicurare servizi moderni ed efficienti a tutti i suoi fruitori. La prima, conclusasi nell’estate 2020, ha visto la ristrutturazione e l’ampliamento degli edifici interessati da contenuti didattici (amministrazione e laboratori) mentre la seconda è oggetto dell’odierna esposizione.
«L’acqua simboleggia la Leventina: grazie a questo elemento naturale in Ticino è emersa la prima centrale realizzata sul letto del fiume – ha evidenziato il direttore di Aet Roberto Pronini –. L’edificio, capace ai tempi di dominare tutta la piana, è poi stato penalizzato dall’introduzione dell’autostrada. Da cui l’idea di riordinare la zona e lanciare un concorso così da assicurare la formazione di nuovi apprendisti e, dall’anno prossimo, introdurre anche la funzione di meccatronico per impianti a fune, di cui il mercato ha forte necessità in questo momento. Molte delle nostre storiche attività – ha continuato Pronini – sono inoltre concentrate a Bodio, quali l’officina, i quadri elettrici e i magazzini per le centrali e le reti (fra i quali quelle di Swissgrid e Ffs)».
La Bassa Leventina è una zona importante per Aet come dimostrano i molti investimenti effettuati, fra gli ultimi il rinnovo delle turbine della Nuova Biaschina, il teleriscaldamento e, appunto, il riordino del comparto di Bodio per una spesa complessiva di circa 20 milioni. Anche il sindaco di Bodio Stefano Imelli ha rimarcato l’importanza strategica del progetto inserito nella zona industriale del Comune, ultimamente – ha puntualizzato Imelli – capace di attirare investimenti e rilanciare le attività e la dinamicità del territorio dopo la chiusura della Monteforno a metà degli anni Novanta. La realizzazione del comparto inizierà nel 2023 e durerà almeno un paio di anni. Tutti i progetti che hanno partecipato al concorso (una decina) saranno esposti dal 18 al 31 agosto nella palestra comunale di Bodio, in Salita al Ramm 9, tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 14 alle 18.