Bellinzonese

Energy Vault a Castione non lascia e anzi raddoppia

La società americana ed elvetica smantella la grande torre energetica e realizza un nuovo prototipo per la produzione di elettricità in caduta

La torre che svetta da due anni ha i mesi contati
(Ti-Press)
23 febbraio 2022
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Nella zona industriale di Castione si consolida l’attività sperimentale – inizialmente indicata di breve durata – dell’elvetica e statunitense Energy Vault. Partita anni fa come start-up a Biasca, oggi la società quotata in borsa progetta, sviluppa, testa e vende brevetti per la realizzazione di grandi impianti di produzione elettricità sfruttando l’energia dapprima accumulata alzando pesanti blocchi di cemento e in seguito prodotta abbassandoli (lo stesso principio delle centrali idroelettriche che pompano acqua in quota e poi la rilasciano turbinandola). La grande torre a sei braccia EV1 eretta due anni fa in un terreno privato a sud della linea ferroviaria sarà smantellata il prossimo autunno, mentre proprio accanto è già iniziata l’edificazione di un secondo prototipo denominato EVX. Rispetto alla torre, che agli occhi dei passanti può sembrare un eco-mostro, avrà un’altezza più contenuta, mentre la medesima attività di elevazione e abbassamento blocchi si svilupperà con una struttura portante a forma di parallelepipedo studiato per avere un’efficienza maggiore, una migliore gestione dello spostamento dei pesi e, non da ultimo, un impatto ottico più gradevole sul territorio circostante.

Ottimizzare lo stoccaggio

Energy Vault spiega nel proprio portale internet di lavorare attivamente con le più grandi società di servizi e di energia del mondo "per ottimizzare la nostra piattaforma di stoccaggio energetico, per migliorare la flessibilità e affrontare le esigenze dei nostri clienti sia per una maggiore potenza, sia per soddisfare i requisiti di stoccaggio e di durata personalizzati". Da qui la convinzione che la nuova piattaforma EVX "stabilisce un nuovo punto di riferimento nello stoccaggio di energia". Infatti con la sua particolare architettura modulare, che perfeziona il funzionamento della torre energetica, "può raggiungere una capacità di stoccaggio di diversi gigawatt all’ora" potendo far capo a una "alta efficienza di andata e ritorno, a una lunga durata tecnica, a una catena di approvvigionamento sostenibile e a mattoni compositi" la cui produzione avviene sul posto utilizzando una miscela di cemento e terra.

Il sindaco: ‘Lavoriamo per attirare qui altre società simili’

La domanda di costruzione, depositata in Comune lo scorso autunno, non ha incontrato opposizioni e il Municipio ha quindi successivamente rilasciato la licenza edilizia. Interpellato dalla ‘Regione’ il sindaco Luigi Decarli esprime soddisfazione per la decisione della società, con sede elvetica a Lugano, di confermare Castione come base per le proprie sperimentazioni. E non solo perché diversi specialisti del ramo e personalità provenienti da varie nazioni hanno visitato l’impianto, o perché media internazionali ne hanno riferito portando nel mondo il nome e l’immagine di Castione come unico sito sperimentale di Energy Vault in Europa: «Si tratta di una di quelle attività a valore aggiunto che vorremmo caratterizzassero in futuro la nostra zona industriale, che in parte è già sfruttata e in parte attende di essere degnamente occupata. Perciò confidiamo che la permanenza di Energy Vault faccia da volano, è proprio il caso di dirlo, per altre iniziative industriali o energetiche di punta che qui troverebbero buone opportunità di crescita, anche come domicilio societario, non da ultimo grazie pure alla pianificazione del Polo di sviluppo economico (Pse) che abbiamo avviato in stretta collaborazione col Cantone e che necessita, per la durata di tre/cinque anni, della sospensione edilizia prevista con l’istituzione dalla Zona di pianificazione già votata dal Consiglio comunale e da ieri in pubblicazione per la durata di un mese».

Una Zona di pianificazione necessaria

Nel suo preavviso positivo, il Cantone spiega che il Municipio si trova confrontato con la necessità di garantire lo svolgimento degli approfondimenti pianificatori "atti a individuare un buon equilibrio tra le misure previste dall’attuazione del Piano direttore cantonale", che inserisce in quel luogo un Polo di sviluppo economico, "l’insediamento della nuova officina di manutenzione Ffs" prevista a nord nell’area industriale ed esterna al perimetro della Zona di pianificazione, "e le volontà comunali". La limitazione degli interventi edilizi mira quindi a "scongiurare un’ulteriore compromissione del territorio". Ammesse quindi nei prossimi tre/cinque anni unicamente opere di ordinaria manutenzione degli edifici esistenti. Non rientra nel perimetro di Zp il nuovo centro di raccolta e smaltimento rifiuti che la ditta Belbenna Sa intende realizzare, su un terreno artigianale situato all’altezza della stazione Tilo ma al di là dei binari, per sostituire quello presente mezzo chilometro più a nord che, nonostante sia di recente costruzione, dovrà essere demolito per far spazio dal 2026 alla nuova officina Ffs. Quanto al Pse, le valutazioni in corso hanno già escluso da tempo i contenuti di natura sportiva e commerciale previsti una decina d’anni fa con la Città Mercato e lo stadio DaiTicino, iniziative immobiliari con i piedi d’argilla e perciò mai decollate. Un elemento che caratterizza il vasto comparto produttivo di Castione è la presenza, a nord, delle attività in campo edilizio dei gruppi Otto Scerri e Mancini&Marti. Attività che alzando grandi quantità di polvere spinte verso sud dal forte vento potrebbero indurre ditte tecnologiche a non insediarsi. Tuttavia nello stesso Piano direttore, scheda V6, questa attività è codificata essendo la zona industriale di Castione inserita nell’elenco dei centri logistici d’importanza cantonale per la gestione integrata di materiali inerti.

Valorizzata la cava piccola e la strada romana

Una seconda variante di Piano regolatore, pure da ieri in pubblicazione, riguarda sempre a Castione la fascia di territorio sottomontagna che comprende la ‘cava piccola’ e le sue vicinanze, una fascia di territorio situato a monte di tre strade (via delle Cave, via alla Tenza e Carrale di Bergamo) e riconosciuto a Pr per il suo particolare valore paesaggistico. Non essendo la cava di marmo bianco, ormai in disuso da diversi anni, inserita nella specifica scheda V8 di Piano direttore riservata alle attività di estrazione della pietra naturale, anche il Comune di Arbedo-Castione chiede a sua volta di destinarla alla zona senza destinazione specifica, diventando però un elemento di valenza paesaggistica e storico-culturale. Peraltro, ricordiamo, un’impresa della regione nel 2018 aveva chiesto di riattivarla per sei mesi, scontrandosi però con la popolazione locale poco propensa ad accettare il viavai di camion. Un tema rimasto in sospeso, e mentre oggi il Cantone invita a evitare il degrado ambientale il Municipio dal canto suo segue da vicino l’elaborazione di una sua sistemazione nell’ambito di un nuovo percorso ciclopedonale sottomontagna che riprendendo la strada romana congiungerebbe Castione verso nord con Claro e verso est con Lumino.

Un grande peso è dunque rappresentato proprio dall’antica strada romana che l’Associazione per il miglioramento ambientale di Castione (Amica) a suo tempo aveva chiesto di proteggere e valorizzare. E i cui progetti di restauro, si legge ora nel materiale posto in consultazione, "sono diventati il volano per maturare una diversa sensibilità anche verso quegli elementi che fanno da corollario alla via storica". Per la quale si punta quindi a istituire a Pr un perimetro di rispetto che include anche i vicini vigneti, a loro volta "importante componente paesaggistica del comparto di studio". Pure prevista l’istituzione di un Piano di quartiere per un vasto mappale edificabile situato nelle vicinanze.