Per Marzio Maurino si trattava di una proposta di legge ‘sconsiderata’ che ‘avrebbe procurato solo più costi e zero benefici’
Marzio Maurino, che assieme al figlio Cesare dirige la Graniti Maurino Sa di Biasca, è decisamente soddisfatto dell’abbandono – come anticipato da ‘laRegione’ – da parte del Consiglio di Stato della legge sulle cave. Una legge che “avrebbe procurato solo più costi e zero benefici”, si legge in un comunicato. “Innanzitutto è doveroso ringraziare tutti quelli che hanno collaborato e investito parecchie risorse per contrastare una legge sconsiderata come quella lanciata dall’allora parlamentare Rückert nel 2019 e rilanciata dall’On. Zali nel 2021”. Marzio Maurino, che in virtù dell’età e della lunga carriera è il decano nel settore in Ticino, sottolinea poi nella nota che “questa legge avrebbe portato solo un ulteriore incremento di costi e nessun beneficio a favore degli attori coinvolti, che già hanno speso più di 100’000 franchi per contrastare le due proposte di legge abbandonate negli ultimi tre anni”. Maurino ha infatti mobilitato contro la legge “tutti i cavisti, i Comuni e i patriziati interessati” ai quali si sono poi aggiunti “gli impresari costruttori e l’alleanza patriziale” che hanno coinvolto “i propri legali”, investendo “un gran numero di risorse (tempo e denaro) per colpa di una legge sconsiderata”. Solo la Graniti Maurino Sa “ha speso oltre 20’000 franchi in spese proprie e di consulenza”. Insomma, “va bene così” – come ha affermato Zali al nostro quotidiano – “anche se a rimetterci sono ancora una volta i contribuenti”, conclude Maurino.