Per il capogruppo Ppd e per il gruppo Lega/Udc il balzello è tema di referendum. Per il Plr manca coraggio, per la Sinistra sbagliati i tempi
Fioccano le prime critiche alla manovrina elaborata dal Municipio di Bellinzona per riequilibrare i bilanci della Città. Per un motivo o l’altro – in primis la semi-scoppola che prevede il quasi raddoppio della tassa base sui rifiuti che dal prossimo gennaio passerebbe da 80 a 150 franchi per economia domestica – il Preventivo 2022 presentato ieri non raccoglie i plausi dei gruppi in Consiglio comunale. Partiamo dall’Unità di sinistra, la formazione del sindaco Mario Branda. La capogruppo Lisa Boscolo afferma che un adeguamento della tassa base rifiuti «andava comunque fatto» non essendo Bellinzona a norma con le disposizioni federali e cantonali che indicano la necessità della copertura al 100% delle spese di raccolta e smistamento. «Si sarebbe tuttavia dovuto annunciare l’adeguamento già tempo fa – prosegue – perché ora si rischia di associarlo a una risposta ai conti in rosso della Città. Con il nostro partito vorremmo approfondire la questione, facendo anche paragoni con altri Comuni per capire se sia possibile ripartire in maniera diversa la tassa per le economie domestiche e quella per i grandi produttori di rifiuti aziendali. Analizzeremo la situazione nelle prossime settimane e valuteremo se proporre dei correttivi». Quanto al Preventivo 2022, come prima impressione a caldo la capogruppo della Sinistra evidenzia che «nonostante le condizioni economiche fragili, la volontà di proseguire con gli investimenti strategici è fondamentale perché la Città deve crescere e non possiamo fermarci ora. A titolo più personale, ma comunque condiviso da buona parte del gruppo, posso dire che dispiace un po’ che ancora una volta emerga una volontà troppo timida nell’investire nei servizi per la popolazione». Boscolo evidenzia anche il fatto che nonostante sia stata espressa la volontà di continuare a valorizzare i quartieri, non si è però parlato di investire in servizi pubblici nei quartieri, come asili nido o centri extrascolastici: «Un Comune se vuole crescere deve attirare famiglie e di conseguenza deve migliorare la sua politica familiare», conclude.
La tassa base sui rifiuti «è una delle più inique presenti in Ticino perché sollecita allo stesso modo i bassi come gli alti redditi. Ora – attacca il capogruppo Ppd Paolo Locatelli esprimendosi a titolo personale – aumentarla raggiungendo il livello massimo previsto dal Regolamento comunale la fa diventare ancora più ingiusta ed eccessiva, seppure la copertura al 100% sia indicata dal Cantone. Temo che possa essere tema di referendum». Premesso che il P22 è stato trasmesso solo ieri ai consiglieri e che il gruppo ne discuterà lunedì prossimo, Locatelli ritiene che «il Comune, raggiunto un livello di copertura dei costi più elevato dell’attuale grazie a un adeguamento parziale della tassa, potrebbe continuare a coprire la differenza come fatto oggi. E nel frattempo valutare se ci sono margini di manovra per contenere il deficit nel settore nettezza urbana, oltre che la spesa comunale a tutto tondo, valutando peraltro se non sia un tabù discutere un aumento del moltiplicatore d’imposta». Da notare che del suo stesso partito è il municipale Giorgio Soldini, capodicastero Anziani e ambiente nel quale da questa primavera, dopo le ultime elezioni comunali, opera appunto la nettezza urbana. Un problema insomma da gestire in casa.
“È ora più che mai necessario mostrare una chiara volontà di tornare il prima possibile al pareggio dei conti, poiché solo con finanze sane si può continuare a investire e progettare la Bellinzona di domani”. In un comunicato il presidente della sezione Plr Marco Nobile (sezione rappresentata in Municipio dal capodicastero finanze Fabio Käppeli, dal vicesindaco Simone Gianini e dal capodicastero Scuole Renato Bison) stronca il Preventivo 2022 e chiede a tutto il Municipio e al Consiglio comunale una chiara assunzione di responsabilità: “Spending review? La cura dimagrante deve ancora iniziare”, attacca Nobile parlando di un Plr cittadino “preoccupato per le prospettive delle finanze che si intravedono per i prossimi anni. A partire dal 2024 infatti, al termine del periodo di compensazione del minor contributo di livellamento a seguito dell’aggregazione, si prevede per lo stesso anno, vale a dire fra soli due anni, un deficit che senza correzione della spesa supererebbe gli 8 milioni, con un moltiplicatore aritmetico che potrebbe spingersi oltre il 100%. Preoccupante, ma al momento apparentemente inevitabile, se non si agisce con immediatezza e senza indugi per invertire questa tendenza”. Da qui l’esortazione: “Spingere da subito e maggiormente sull’acceleratore affinché la revisione della spesa entri seriamente nel vivo, rivedendo al contempo al rialzo gli obiettivi di rientro strutturale al momento insufficienti, a fronte delle difficoltà finanziarie che si prospettano. Altrimenti, di questo passo anche gli importanti investimenti strategici che si intendono concretizzare non saranno più sostenibili”. E condividendo l’opinione di Locatelli, “a fronte di aumenti di tasse in ambito rifiuti per 2 milioni, seppur inevitabili e dettati da precise normative superiori, non si sono notati sufficienti tagli e risparmi sulle voci di spesa”.
Pollice verso dal gruppo Lega/Udc sulla “nuova stangata con la tassa rifiuti” e sul tentativo municipale di “mettere le mani nella tasche delle famiglie sfruttando le disposizioni federali e cantonali (non imperative!), che prevedono la copertura totale dei costi di smaltimento dei rifiuti attraverso la tassa base e le altre tasse (sacco, verde, ecc.)”. Per una parte degli ex Comuni si tratta del “secondo importante aumento nel giro di pochi anni (da 50 a 80 e ora a 150 franchi, ossia tassa triplicata) dall’introduzione di una gestione unificata della raccolta rifiuti post aggregazione: e questo nonostante, ad oggi, non sia ancora stata raggiunta la parità di trattamento nell’erogazione dei servizi sul territorio comunale”. Nel 2018 con la scelta di fissare la tassa base a 80 franchi, viene rammentato, il Municipio “aveva calcolato di raggiungere un grado di copertura indicativo del 77%, per poi tendere verso il 100% nel medio-lungo periodo, quindi ben difficilmente entro tre/quattro anni. Tutto questo però senza fornire una visione e degli obiettivi chiari, e senza tangibili tentativi di ridurre i costi proponendo anche delle modifiche nei servizi”. La copertura al 100% “avrebbe potuto essere raggiunta diversamente e in modo graduale, dimostrando maggiore sensibilità verso quella fascia di popolazione più in difficoltà anche a causa della pandemia”. Per esempio, la copertura del 100% “può essere raggiunta anche aumentando il costo dei sacchi e tassando così chi produce più rifiuti e non tutti allo stesso modo. Invece è stata fatta la scelta più banale, ma questo non è far politica!”. Se comunque si andrà nella direzione di prelevare 1,8 milioni in questo modo per coprire la parte scoperta dalle tasse, allora “coerentemente e onestamente le imposte dovrebbero diminuire alla luce del cospicuo risparmio ottenuto. In altre parole il moltiplicatore d’imposta dovrebbe scendere dal 93% al 91%”. Così facendo “si realizzerebbe il principio della neutralità fiscale: aumento delle tasse = diminuzione delle imposte”. Invece “con questa manovra spregiudicata, il Municipio utilizza il nuovo balzello ai danni della gente per coprire i buchi di bilancio cagionati dalla sua gestione scriteriata degli ultimi anni, dove i sorpassi di spesa e una gestione approssimativa nel suo insieme hanno continuato a generare spese, spesso neppure preventivate e approvate”. Se questa dovesse essere la scelta della maggioranza del Cc, “valuteremo seriamente il lancio di un referendum”.
Dal canto suo il capogruppo Verdi/Mps/Fa, Matteo Pronzini, si riserva di discuterne con i colleghi prima di esprimersi dettagliatamente: «Di sicuro il Municipio ha una pessima visione politica se mira a riequilibrare le finanze comunali aumentando la tassa base per le economie domestiche e tagliando quattro sezioni di Scuola elementare».