Avrà inizio in autunno il test in scala finalizzato a fornire indicazioni per una gestione sicura ed efficiente di uno stabilimento industriale
Conferma il suo potenziale il laboratorio sotterraneo di Ronco Bedretto, realizzato a metà del cunicolo di servizio lungo 5,2 chilometri che negli anni Settanta fu utilizzato per la costruzione del tunnel ferroviario del Furka. Nello spazio lungo 100 metri e largo 6, a 1,5 chilometri di profondità sotto il Pizzo Rotondo, da circa due anni e mezzo il Politecnico di Zurigo (in collaborazione con partner nazionali e internazionali), studia – attraverso esperimenti in scala – l’energia geotermica per la produzione di elettricità attraverso l’estrazione del calore dalla crosta terrestre tramite il pompaggio dell’acqua all’interno delle faglie generate nel sottosuolo. La geotermia è una risorsa promettente (entro il 2050 la Confederazione mira a raggiungere un tasso tra il 5 e il 10% della produzione totale di energia), ma che ancora necessita di essere pienamente compresa per evitare problemi come quelli verificatisi nel 2006 in uno stabilimento sperimentale di Basilea, dove l’acqua pompata a 5 chilometri di profondità provocò due terremoti di magnitudo 3,4 e 3,1 sulla scala Richter. Stessa dinamica a San Gallo nel 2013, quando un progetto geotermico provocò una scossa di magnitudo 3,6. Si rende quindi necessario accrescere le conoscenze attraverso lo studio e l’applicazione in scala di tecniche e procedure per estrarre il calore terrestre in maniera efficiente e sicura, così da validare le modalità per la realizzazione di un vero e proprio stabilimento industriale. Proprio di questo si occupa il BedrettoLab, uno dei due più sofisticati laboratori sotterranei al mondo insieme a quello ubicato negli Stati Uniti in South Dakota. Inaugurata nel 2019, da allora l’infrastruttura di ricerca nell’Alto Ticino è stata ampliata con la realizzazione dei pozzi di monitoraggio, iniezione ed estrazione fino a 300 metri di profondità, e l’installazione di numerosissimi sensori.
A partire dal 2020 sono già stati effettuati alcuni esperimenti volti a produrre le prime stimolazioni sperimentali che hanno dato buoni risultati. Per aumentare le informazioni disponibili su cosa avvenga precisamente in profondità – in un contesto in cui da un esperimento concluso nascono conoscenze più affinate per effettuarne altri – a partire da quest’autunno sarà avviato il progetto denominato VALTER (promosso dall’Ufficio federale dell’energia), che oltre a fornire preziose indicazioni per una gestione sicura ed efficiente dei giacimenti geotermici fungerà da base per un proficuo stoccaggio di calore ed energia nel sottosuolo. I ricercatori del BedrettoLab (circa 35 gli specialisti coinvolti) condurranno quindi il primo grande test volto a indagare precisamente su questi processi.
Il progetto VALTER analizzerà con un livello di dettaglio mai raggiunto prima e a una scala di alcune centinaia di metri (fino a 300) – quindi simile agli impianti reali – tecnologie e procedure innovative per creare uno scambiatore termico sotterraneo utilizzabile a scopo commerciale, mantenendo al tempo stesso il più ridotto possibile il rischio di indurre sismi di entità significativa (fin qui il BedrettoLab ha prodotto scosse impercettibili, sempre al di sotto di una magnitudo 1.0). I ricercatori svilupperanno e testeranno nuovi piani di stimolazione, monitorando contemporaneamente i processi all’interno delle rocce attraverso un sistema di rilevamento estremamente fitto e con una straordinaria sensibilità. Ciò consentirà previsioni di pericolo costantemente aggiornate e quindi meccanismi di controllo più efficaci. «Si vuole realmente arrivare a capire come partono e si fermano i terremoti osservando come la roccia reagisce alle stimolazioni idrauliche, e studiare tutte le possibilità possibili per stoccare l’energia», ha sintetizzato oggi in occasione di un appuntamento informativo il professor Domenico Giardini, alla guida del BedrettoLab, ricordando come il mancato successo della geotermia di profondità sia appunto un risultato di una insufficiente comprensione dei processi che caratterizzano un giacimento geotermico.
Giardini ha reso noto che la Matterhorn Gotthard Bahn (proprietaria della galleria) intende estendere per altri dieci anni la concessione gratuita al Politecnico di Zurigo, prolungando fino al 2036 il primo accordo con scadenza nel 2026 (fino a questa data sono pianificati esperimenti per un investimento complessivo di 20 milioni di franchi). Il sindaco di Bedretto Ignazio Leonardi ha portato i saluti da parte del Comune, sottolineando l’ottima collaborazione con gli addetti ai lavori e l’onore per la Valle Bedretto di ospitare una simile eccellenza.