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Rustici, la voglia di affittare si scontra con la Lex Weber

Alto Ticino: mentre l’Otr invita i proprietari ad affittare i rustici, la legge federale frena in alcuni casi chi vorrebbe ristrutturare e locare

(Ti-Press (foto d'archivio))
29 settembre 2021
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“Proprietari di rustici fatevi avanti”. È questo, in estrema sintesi, l’invito espresso settimana scorsa dall’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (Otr-Bat) rivolto a chi possiede questo tipo di abitazione in Valle di Blenio per il quale la domanda di affitto come casa di vacanza supera l’offerta. L’obiettivo è quindi mettere a disposizione nuove strutture ricettive per cercare di soddisfare una richiesta sempre più in crescita. Nel progetto crede anche l’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli che ha deciso di sostenere finanziariamente la strategia elaborata dall’Otr-Bat stanziando, come incentivo, ai primi 25 proprietari privati che aderiranno all’iniziativa un contributo destinato al rinnovo o all’ammodernamento del proprio rustico. Ci sono però anche proprietari di immobili di questo genere che già sarebbero intenzionati a mettere sul mercato la propria struttura ma che per vari motivi non possono farlo.

Licenza edilizia negata dal Cantone

È il caso di un abitante di Serravalle che desidera condividere la sua esperienza: «Da un anno vorrei mettere mano al mio rustico situato a Semione proprio accanto alla mia abitazione primaria, ma non sono ancora riuscito a muovere un mattone», ci spiega. L’intenzione era di riattare il vecchio edificio per affittarlo in primavera e in estate. La licenza edilizia relativa alla domanda di costruzione per riattare e cambiarne destinazione in affittacamere è però stata negata dal Cantone, poiché in contrasto con le norme della Legge federale sulle residenze secondarie. La ‘Lex Weber’ – il cui nome si rifà al basilese Franz Weber noto per le sue battaglie ambientaliste fra cui quella contro la crescente cementificazione – è entrata in vigore nel 2016 e prevede che nei Comuni in cui la quota di abitazioni secondarie supera il 20 per cento del totale non possono esserne autorizzate di nuove. Com’è il caso a Serravalle.

Se il tetto non è originale...

Vi sono però altre possibilità: anche se la quota è superata, nuove residenze secondarie possono essere autorizzate e realizzate se utilizzate successivamente come abitazioni primarie o sfruttate per scopi turistici. Ma per essere usato a scopi turistici, il rustico deve trovarsi nello stesso edificio in cui il proprietario ha il proprio domicilio principale. Nel caso esposto dal nostro interlocutore, ciò non è possibile perché i proprietari non risiedono nel rustico ma nella casa vicina che non è fisicamente collegata ad esso. Altra possibilità: nei Comuni in cui la quota di residenze secondarie supera il 20 per cento si possono autorizzare nuove abitazioni senza limitazione d’uso qualora siano edifici protetti o tipici del sito, tuttavia all’interno delle zone edificabili. Nel caso in questione – spiega l’Ufficio delle domande di costruzione del Cantone – questo non è possibile poiché in passato l’edificio è stato oggetto di interventi edilizi che “ne hanno compromesso il valore originale”. In particolare si riferisce alla modifica della forma del tetto e del materiale di copertura, così come all’installazione di un impianto fotovoltaico; lavori eseguiti dal precedente proprietario.

Il rovescio della medaglia

«Non sono l’unico a trovarmi in questa situazione», annota il nostro interlocutore: «Nella zona conosco persone che possiedono diversi immobili. Vorrebbero riattarli per affittarli, ma non possono farlo perché la legge glielo impedisce». Riassumendo: se da un lato c’è chi sollecita i proprietari affinché affittino i loro rustici, dall’altro una legge federale entrata in vigore cinque anni fa frena taluni proprietari intenzionati a ristrutturare e affittare. Da noi interpellato Juri Clericetti, direttore dell’Otr-Bat, dice di essere a conoscenza di casi simili. Tuttavia precisa che il progetto lanciato settimana scorsa dall’Otr si rivolge a proprietari di edifici che possono essere messi subito a disposizione. «Comunque, se fosse possibile ristrutturare altri immobili e poi metterli sul mercato, questo sarebbe sicuramente positivo anche per il nostro progetto e aiuterebbe a svilupparlo ulteriormente», riconosce.

Il direttore dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli, Manuel Cereda, spiega di essere a conoscenza del tema ma, annota, si tratta di una questione politica: «A titolo personale posso però dire che più rustici si valorizzano e vengono messi sul mercato in affitto, meglio si valorizza il territorio anche dal punto di vista turistico. Perché una maggiore offerta crea un indotto economico a beneficio della collettività». L’obiettivo nobile della ‘Lex Weber’, votata dal popolo per preservare specialmente le zone turistiche e alpine dall’invasione del cemento, finisce dunque per creare risultati contrari alla stessa preservazione del territorio, lasciando talvolta sul terreno rustici malandati e inutilizzati.