Municipio di Bellinzona interpellato sui lavori di premunizione svolti in passato, in particolare dopo l’alluvione del 2008
Dopo il cedimento di una vasca di contenimento del riale Fossato a Giubiasco – a causa del nubifragio abbattutosi sul Bellinzonese il 7 agosto scorso – nei pressi della Scuola dell'infanzia Palasio invasa da acqua e fango e quindi resa inaccessibile per diversi mesi, l'Mps in un'interpellanza al Municipio di Bellinzona chiede chiarezza sui lavori di premunizioni che sono stati eseguiti in passato. Lavori che erano stati programmati a seguito dei danni causati da un alluvione molto simile avvenuta nel luglio del 2008. Già allora il riale in questione era esondato invadendo il nucleo del Palasio e causando danni ad almeno cinque abitazioni e all'asilo comunale.
Il Consiglio di Stato aveva quindi licenziato un messaggio che prevedeva un credito per il sussidio di opere di sistemazione dei corsi d'acqua in diverse zone del cantone. Per il riale Fossato (e Vallascia) era stato chiesto un contributo di oltre 3 milioni di franchi per garantire maggiore sicurezza, adeguando le camere di raccolta e rialzando le arginature a valle. L'allora Municipio dell'ex Comune di Giubiasco aveva quindi a sua volta licenziato un messaggio per mettere in sicurezza gran parte dell'abitato, una misura ritenuta “indispensabile”. L'esecutivo affermava infatti che “le alluvioni del luglio 2008 hanno mostrato chiaramente il limite delle opere di contenimento, confrontate alla pericolosità dei due riali Vallascia e Fossato”. Concretamente si prevedeva quindi: l’innalzamento di parte dei muri d’argine con un franco bordo di un metro; la riprofilatura di parte del selciato di fondo con il duplice scopo di sistemare zone danneggiate e aumentare la scorrevolezza di fondo che aumenta direttamente la portata idraulica; la fugatura e/o sistemazione di parte dei muri d’argine anch’essi danneggiati o in uno stato di manutenzione tale che un prossimo evento avrebbe potuto causarne il danneggiamento; e un intervento specifico localizzato in corrispondenza dei ponticelli per abbassare il fondo e permettere il deflusso, con un franco bordo incrementato a 1,5 metri. L'Mps chiede quindi al Municipio di Bellinzona a quanto sono ammontati i costi dei lavori di premunizione e se questi ultimi sono stati ridimensionati. Inoltre, se effettivamente sono stati ridimensionati, i consiglieri comunali Matteo Pronzini, Angelica Lepori e Giuseppe Sergi chiedono da chi è stata presa tale decisione e sulla base di quale indicazione tecnica. Infatti, nell'allora Consiglio comunale di Giubiasco non era stato esclusa l'applicazione di misure meno imponenti e onerose, visto anche il contributo di miglioria (“quanto è stato l'importo incassato”?) che sarebbe stato richiesto agli abitanti del comprensorio. A ciò va poi aggiunto che una dozzina di anni fa a Giubiasco per le opere pubbliche si faceva capo a un mandato esterno all'ingegnere Mauro Rezzonico. E attualmente Rezzonico dirige, ad interim, il settore opere pubbliche del Comune di Bellinzona “e dunque anche la gestione dei danni della nuova alluvione, che grazie ai lavori da lui proposti una decina d’anni fa, non avrebbero più dovuto capitare”. L'Mps chiede quindi “quale compito ha svolto (in modo dettagliato e preciso) il signor Mauro Rezzonico nei lavori di premunizione e miglioria del riale Fossato”.
Dopo l'alluvione del 2008 a livello cantonale si chiedeva anche un credito di 400mila franchi per implementare un sistema di preallarme e allarme in caso di pericoli naturali. L'Mps domanda dunque all'esecutivo bellinzonese se un tale sistema è stato installato per il riale Fossato. Il Movimento per il socialismo chiede poi lumi sul fatto che nel 2014, nell'ambito dell'ampliamento della Scuola dell'infanzia Palasio, le autorità non avevano preso in considerazione il possibile rischio legato alla presenza del riale Fossato nelle vicinanze. Infine, il municipale Henrik Bang aveva affermato che nei giorni precedenti all’alluvione del 7 agosto “nella vasca di incanalamento del Palasio vi era del legname”, aggiungendo che si trattava di una quantità minima. L'Mps vorrebbe quindi sapere a quanto ammontava, perché non si è provveduto a togliere questo legname, e chi ha deciso di non procedere alla rimozione.