Le squadre del Gruppo gestione sentieri sono al lavoro per ripristinare i danni. Quest'anno impiegate 2'100 ore, nel 2020 nello stesso periodo circa 300
Ponti distrutti, alberi sradicati, scoscendimenti e sentieri praticamente cancellati dall’acqua e dai detriti. «È un’estate anomala e abbiamo registrato danni di vario genere», conferma alla ‘Regione’ Audrey Pedrani, responsabile del Gruppo gestione sentieri. Una stagione caratterizzata dal maltempo, con forti piogge che hanno generato anche l’ingrossamento di alcuni riali con la conseguente distruzione di ponti e passerelle di montagna, ma anche da forti venti, soprattutto nel Bellinzonese, che hanno sradicato diverse piante. Le squadre sono attualmente impegnate in importanti lavori di ripristino di molti sentieri del comprensorio del Bellinzonese e Alto Ticino. E quest’anno più che mai; a titolo di paragone Pedrani fa presente che da marzo alla prima settimana di agosto dello scorso anno, per opere di cura dei danni invernali e danni della natura le squadre hanno lavorato circa 300 ore. «Nello stesso periodo quest’anno abbiamo lavorato 2’100 ore e abbiamo ancora parecchio lavoro da fare per i prossimi mesi», rileva la responsabile. Una stagione impegnativa dunque, anche molto più delle altre «a memoria, qualcosa di simile lo abbiamo visto forse solo nel 2014». Oltre alle intense piogge, quest’anno ci sono state anche forti raffiche di vento: «Negli ultimi due anni riscontriamo un aumento di danni dovuti al vento, ciò che provoca il crollo di piante e di conseguenza vengono ostruiti e danneggiati anche i sentieri». Una volta liberato il passaggio sarà necessario sistemare e ricostruire il tracciato, ma anche verificare se sulle piante cadute erano presenti le classiche segnalazioni rosse e bianche, e nel caso ripristinarle. Questi interventi d’urgenza hanno la precedenza sulla manutenzione ordinaria, che comunque non viene trascurata. Dallo scorso anno, tramite contratti di prestazione, vengono impiegati Patriziati, associazioni, aziende e privati che collaborano alle operazioni di sfalcio dei circa 600 chilometri di sentieri che necessitano di questo intervento. «Grazie a ciò possiamo concentrarci nei lavori di ripristino perché siamo sgravati dalla manutenzione ordinaria. Abbiamo potuto mettere in atto questa collaborazione grazie al fatto che l’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino incassa le tasse di soggiorno dalle residenze secondarie e una parte di questi fondi possiamo destinarla ai collaboratori esterni che ci appoggiano».
Le zone più colpite dagli ultimi eventi di maltempo sono situate principalmente nel Bellinzonese. Si tratta soprattutto della sponda sinistra, con danni nei sentieri in territorio di Camorino, Arbedo, Pianezzo, Giubiasco e nelle frazioni di Artore e Ravecchia. Sulla sponda destra invece Gudo risulta il quartiere più colpito. Oltre alla frana che ha interessato via Al Sasso Grande, vi è stato anche uno scoscendimento importante su un sentiero che dal paese conduce ai monti del Laghetto. «Dovrà essere ricostruito, attualmente non è più sicuro e lo abbiamo chiuso, interverremo nelle prossime settimane», spiega Pedrani. Il sentiero parallelo che pure conduce ai monti del Laghetto era invece già stato chiuso l’anno scorso per danni subiti dal maltempo; ora le persone che vogliono raggiungere i monti devono allungare il tragitto e passare da Cugnasco. Salendo verso nord invece, alcuni danni sono stati registrati anche a Moleno dove diverse piante sono state sradicate e tra queste anche dei castagni secolari. Pressoché risparmiata da importanti danni da maltempo è la Riviera, mentre la Valle di Blenio è stata colpita più pesantemente nelle zone della capanna Bovarina, il Lago Retico, la Val Camadra e la zona del Lucomagno. In generale sono stati registrati problemi legati all’ingrossamento di riali e ruscelli, con scoscendimenti e ponti e passerelle distrutti. Come a Sommascona (Olivone) dove a causa dell’ingrossamento di un fiume è stato spazzato via un ponte lungo una decina di metri; il suo ripristino richiederà un po’ di tempo, per gli escursionisti vi è comunque una deviazione del sentiero. Toccata anche la Leventina, soprattutto i sentieri in territorio di Giornico, Bodio e Faido con ponti distrutti e diversi franamenti. Per una panoramica sui sentieri chiusi si può comunque consultare il sito map.geo.admin.ch o svizzeramobile.ch.
In generale, rileva la nostra interlocutrice, l’acqua ha degradato il suolo di molti sentieri. In alcuni luoghi, a causa del materiale presente sul tracciato sembra che non vi sia stata manutenzione da anni, anche se invece è stata eseguita negli ultimi mesi. Prossimamente tutti i sentieri verranno sistemati, i canali di scolo puliti e liberati dai detriti in modo da poter funzionare a dovere. «Abbiamo ancora molto da fare, i nostri collaboratori da inizio stagione stanno lavorando alacremente per far sì che i fruitori dei sentieri abbiano meno disagi possibile e che per la stagione autunnale siano sistemati». I sentieri del Bellinzonese e Alto Ticino risultano in questo periodo più degradati rispetto alle loro abituali condizioni, l’invito è dunque quello di prestare più attenzione. «Li abbiamo controllati e possiamo dire che problemi di sicurezza non ce ne sono, bisogna però ricordare che in montagna la prudenza è d’obbligo», conclude Audrey Pedrani.