Con 9'169 voti contro i 6'024 dello sfidante Gianini, il socialista si aggiudica lo scranno per la terza volta consecutiva: ‘Risultato oltre le aspettative’
Con un netto vantaggio di 3'145 voti la locomotiva Mario Branda ha nettamente superato oggi il liberale radicale Simone Gianini nella sfida per la poltrona di sindaco di Bellinzona durante la legislatura breve 2021/24. Gianini ha raccolto 6'024 voti (39,65%) e il sindaco uscente e di quindicina ben 9'169 (60,35%). Un distacco decisamente superiore rispetto ai 67 voti personali che li separavano al primo turno del 18 aprile. Evidentemente si è ripetuta, e addirittura quasi triplicata, l'allora differenza di 1'200 voti preferenziali che vedeva già nettamente in testa il candidato dell'Unità di sinistra giunto al suo terzo mandato consecutivo dopo quelli del 2012 (vecchia Città) e 2017 (Città aggregata). Gianini e il Plr, che ambivano al colpaccio, non hanno insomma fatto breccia nell'elettorato che ha preferito riconfermare ‘super Mario’, forte peraltro dell'appoggio espresso al secondo turno da Verdi e ForumAlternativo, schieratisi tuttavia con poca convinzione.
La partecipazione al voto è stata del 57,75% (era stata del 58,67% un mese fa, segno che qualcuno, pochi in realtà, ha ascoltato l'invito dell'Mps a non recarsi alle urne e che la sfida ha suscitato più o meno lo stesso interesse riservato dall'elettorato al primo turno) e le schede bianche hanno raggiunto quota 338, contro le precedenti 298. Il risultato personale ottenuto «va oltre le aspettative», è il primo commento a caldo di Mario Branda. Cosa dimostra il 60%? «Anzitutto, la partecipazione al voto dimostra che i bellinzonesi hanno avuto piacere esprimersi su quale sindaco desideravano avere. Chi invitava a disertare le urne è stato insomma sconfessato. Quanto ai voti andati alla mia persona, li interpreto come una chiara scelta di campo e un voto di continuità con quello che è stato espresso dall'elettorato al primo turno, ossia la voglia di conferma dell'impostazione sin qui data alla gestione della Città. E questo considerando anche i problemi avuti durante l'ultimo anno: molti elettori – conclude Branda – hanno certamente compreso quale fosse il livello di difficoltà e l'impegno messo nel cercare di affrontare e risolvere le delicate situazioni».
A meno di sorprese, domani il Municipio dovrebbe tornare in assetto operativo normale con l'assegnazione dei Dicasteri così com'era stata definita dopo le elezioni: Amministrazione generale a Branda e Territorio e mobilità a Gianini, che presiede peraltro la Commissione regionale dei trasporti. Il condizionale è tuttavia d'obbligo, avverte Branda: «Ci riuniremo e faremo le debite riflessioni e discussioni», così da impostare nel miglior modo possibile la suddivisione dei settori, e relativi carichi lavorativi, sebbene la prima decisione di due settimane fa abbia già considerato questa necessità. Dal canto suo Simone Gianini, che dovrebbe peraltro assumere la carica di vicesindaco lasciata da Andrea Bersani, rivela per contro che i giochi sono ormai fatti ed è perciò più che mai deciso a tenersi il proprio dicastero gestito sin dal 2012, anno in cui entrò in Municipio insieme a Branda.
Divergenze da relativizzare considerato l'abbraccio fra i due in piazza Nosetto al momento dell'arrivo di Branda – al canto di ‘Bella ciao’ intonata dai suoi sostenitori – davanti a Palazzo Civico poco prima delle 14. A ogni modo mentre Gianini sembra orientato a digerire senza troppi patemi d'animo la ‘scoppola’ odierna, Branda sgombra il campo dai dubbi assicurando la chiara volontà di proseguire in un clima costruttivo.
La campagna per il voto di ballottaggio, soprattutto in casa Plr, ha registrato la volontà di mettere in campo maggiori energie a favore dell'economia locale, bisognosa di rilancio, e della vitalità in generale della Turrita proprio ora che l'estate è alle porte e la pandemia ha rallentato lasciando sul terreno molti problemi da affrontare e risolvere. Partendo però dalle cifre nude e crude, fatti i complimenti di rito al vincitore, Simone Gianini non fa troppi giri di parole: «Con la sezione e il partito confidavamo ovviamente in un risultato migliore. L’analisi andrà fatta a freddo, ma è verosimile che abbia votato bene per me soprattutto il Plr - che ho sentito molto vivo nei quartieri della cintura se consideriamo da dov’eravamo partiti quattro mesi fa - mentre le correnti degli altri partiti si siano orientate su Mario Branda. E stiamo sempre parlando di un sindaco uscente, persona di assoluta statura politica e amata dai bellinzonesi. L’esercizio era in partenza in salita e ne eravamo perfettamente coscienti». Come Branda, anche Gianini ritiene elevata la partecipazione al voto, «visto che l’avevamo prevista sotto il 50%». L’esercizio del ballottaggio, prosegue Gianini, «ha permesso ancora per due-tre settimane di parlare del futuro della Città, dei temi che contano e dei valori. E averne parlato, per quanto mi riguarda, in chiave liberale nel senso politico del termine, mi porta a pensare che siano ‘passati’ nella popolazione e che verranno accolti dal Municipio nell’ambito di un’azione collegiale. Cito ad esempio l’attenzione all’economia locale e alla vitalità in generale». Quanto alla nuova legislatura, assicura di volerla affrontare «con lo stesso impegno degli ultimi nove anni». Il Dicastero territorio e mobilità «è peraltro quello con il maggior numero di progetti strategici di valenza territoriale, i quali daranno un’impronta al futuro della Città».
«Onore al vincitore». Il presidente della sezione liberale radicale Marco Nobile non usa mezzi termini parlando di «sconfitta netta». Era, aggiunge, «legittimo crederci, consapevoli che un distacco c’era in partenza e che Mario Branda è sindaco di una certa statura, benvoluto dai bellinzonesi in modo trasversale». Di buono c’è che l’esercizio «ha permesso agli elettori di fare una scelta di campo e d’interessarsi a quale politica vogliono sia portata avanti». Il Plr con tre municipali e venti consiglieri comunali rimane pur sempre il partito di maggioranza relativa; ma, nella sconfitta, qual è il risultato positivo di oggi? «A inizio campagna elettorale venivamo dati quasi per morenti, invece ci siamo risollevati e siamo arrivati a giocare la fase finale di una partita difficile. La rigiocheremmo».