Bellinzonese

Trema la seggiola di Mario Branda: ‘Non temo il ballottaggio’

Bellinzona, il Plr Simone Gianini a soli 67 voti personali dal sindaco: al vaglio una sfida a due. L'opposizione resta al palo. Nuovi Bang, Käppeli e Bison

Branda e Gianini verso la sfida a due: intesa suoi temi che contano, ma la poltrona è pur sempre la poltrona (Ti-Press)

A Bellinzona tanto tuonò che non piovve. La sedicente opposizione ambientalista e di sinistra dovrà accontentarsi di continuare a vedere/bombardare il Municipio dai banchi del Consiglio comunale. Infatti, come nel 2017, il Plr col 30,9% dei voti di lista mantiene in suoi tre seggi (ma perde il 5,6%), l’Unità di sinistra due (raggiunge il 24,2%, ossia meno 3,4% rispetto al 27,6% di quattro anni fa non avendo più dalla sua i Verdi) e il Ppd (14,9%) e la Lega/Udc (17%) uno ciascuno. Come prima ma con tre volti nuovi su sette: nell’Unità di sinistra la locomotiva Mario Branda (9’831 voti personali, parecchi di meno rispetto ai 12’151 racimolati nel 2017) viaggia questa volta col freno tirato e sarà affiancata da Henrik ‘Bingo’ Bang (4’945 voti, subentra a Roberto Malacrida non ripresentatosi) pronto a mettersi all’opera a Palazzo Civico dirigendo a tempo parziale il Parco Calanca. Dietro di lui la prima subentrante Lisa Boscolo (4’676) e Martina Malacrida Nembrini (4’307).

Cosa li divide: i dati di panachage

Rinnovato per due terzi il tridente liberale radicale: l’uscente Simone Gianini con 9’764 voti personali ha fatto leggermente meglio di quattro anni fa (9’698): rimasto orfano del vicesindaco Andrea Bersani e di Christian Paglia, sarà affiancato dal capogruppo in Consiglio comunale Fabio Käppeli (7’829) e dall’ex sindaco di Claro Renato Bison (5’891). Sarà ballottaggio? Nel 2017 era stato di ben 1’299 voti lo scarto fra Bersani e Branda, ciò che indusse il primo a rinunciare (anche per non creare inutili attriti sul nascere della nuova Bellinzona) nonostante il Plr fosse saldamente in testa col 36,3% contro il 27,6% dell’Unità di sinistra. Oggi si presenta un quadro ben diverso: i 67 voti di scarto fra Branda e Gianini potrebbero indurre il Plr a non abbandonare ogni ambizione (lo si saprà entro giovedì), non da ultimo considerando che Branda ha sì nuovamente fatto breccia negli altri partiti raccogliendo nel voto di panachage parecchie preferenze esterne (4’824) rispetto a Gianini (2’963), ma in misura decisamente minore rispetto al 2017 quando il sindaco ne raccolse il doppio di Bersani. Branda ha un vantaggio di 1'187 lunghezze per quanto riguarda i voti preferenziali: 7'136 contro i 5'949 di Gianini. 

Branda: ‘Pronti al secondo voto’

Mario Branda interpellato dalla ‘Regione’ si dichiara «molto contento» del risultato di lista e personale «essendo mancata quest'anno l’alleanza con i Verdi e potendo contare il Plr un numero di schede sensibilmente superiore del nostro». Teme il ballottaggio con Simone Gianini? «Non lo temo. Sono e siamo pronti ad affrontarlo. Avere raccolto, al primo turno, un numero di voti personali superiore indica un buon apprezzamento da parte della popolazione. La lista d’altronde ha ottenuto un ottimo risultato se consideriamo che alle elezioni cantonali per il governo si assesta al 20-21% e alle nazionali al 17-18%». Sinistra che ha retto nonostante le molte critiche: «Soprattutto per l’orientamento preso sulle Officine. Ancora una volta, un orientamento premiato nell’urna».

Gianini pronto? ‘Risultato estremamente interessante’

Raggiante Simone Gianini: «Questo risultato è per me fonte di grande soddisfazione. Posso ora tirare un sospiro di sollievo perché le circostanze, all'inizio, ci hanno fatto un po' temere. Ma poi, nonostante ci sia stata affibbiata la proverbiale bicicletta militare che rende più ardua ogni sfida, siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati, ovvero il mantenimento del terzo seggio in Municipio e quindi la maggioranza relativa. Possiamo così continuare a dare il nostro contributo per la Città di Bellinzona. A livello personale è pure una grande soddisfazione e sono commosso per la stima e l'affetto che mi è stato tributato, perciò ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto e che credono in me. Ci sarà un ballottaggio? Il risultato è in effetti estremamente interessante! Ma adesso godiamoci il momento di soddisfazione e la riflessione la faremo a freddo. Dovrò consultarmi con il partito, oltre che con la mia famiglia e con i colleghi di lavoro».

Pronzini: ‘Opposizione rafforzata, obiettivo raggiunto’

Paragonando i dati 2017 a quelli odierni, ossia il passaggio da circa il 6,3% al 9,2%, «siamo molto soddisfatti perché insieme abbiamo fatto un balzo avanti enorme», dichiara Matteo Pronzini, il miglior votato del gruppo Verdi/Fa/Mps/Pop/Ind. «Insieme alla Lega/Udc siamo gli unici ad avanzare mentre gli altri partiti perdono consensi. Mentre Mario Branda ha perso circa duemila voti, io sono salito da 1’200 a 2’800. Questo mi fa dire che l’opposizione esce rafforzata dalle urne. Obiettivo raggiunto dunque. Anche perché ottenendo dei posti nelle commissioni del Consiglio comunale potremo migliorare ulteriormente il nostro lavoro politico di opposizione sui temi». L’obiettivo dichiarato era però entrare in Municipio… «In campagna elettorale è giusto porsi degli obiettivi elevati. Per come è andata, siamo estremamente contenti».

Bang: ‘Si sarebbe potuto ottenere il terzo seggio’

Henrik Bang, che essendo stato eletto in Municipio rinuncerà al seggio in Gran Consiglio, commenta la corsa separata Sinistra/Verdi: «Nei Comuni in cui si è lavorato insieme, entrambe le formazioni ne hanno tratto vantaggio. E lo si è visto bene alle ultime federali, con l’elezione di Marina Carobbio agli Stati. Qui invece i Verdi si sono smarcati fallendo l’obiettivo di entrare in Municipio con la lista di opposizione. Insieme, la lista progressista sarebbe invece andata più lontano e magari ottenere il terzo seggio. Un vero peccato».

Soldini e Minotti confermati 

Sugli altri fronti conferme in casa Ppd con Giorgio Soldini (4’992 voti) pronto alla sua terza legislatura nella stanza dei bottoni; e in casa Lega/Udc con Mauro Minotti (4’871) che nella sfida interna ha staccato di circa 600 schede l’ex sindaco Brenno Martignoni Polti (4’248), rimasto escluso dall'Esecutivo mancando l'obiettivo del raddoppio. Lega/Udc che pur balzando avanti di quasi 4 punti percentuali ha fallito l’obiettivo raddoppio, forse indebolita dalla lista Liberi (formata da due ex leghisti) rimasta ferma al palo (1,6%). Sul fronte opposto sono andate deluse le ambizioni della combattiva multi-formazione Verdi/Fa/Mps/Pop/Ind. fermatasi al 9,2%: niente da fare per Matteo Pronzini (2’824) dell’Mps e per Marco Noi dei Verdi (2’311). E niente da fare anche per Più donne che però con la sola candidata Maura Mossi (2,2%) ha comunque fatto meglio di Liberi.

Käppeli: ‘L'importanza della marcia in più’

Fabio Käppeli pronto a rimboccarsi le maniche: «Sono molto soddisfatto per il risultato personale e di partito, che è riuscito a tenere sull'onda del successo riscontrato a livello cantonale. Sono in particolare contento per il risultato di Simone Gianini che in Municipio ha quella marcia in più riconosciutagli dall'elettorato».

Bison: ‘Campagna Plr molto intelligente’

La sorpresa in casa liberale radicale è Renato Bison che dopo esser stato sindaco di Claro dal 2008 al 2012, ha poi lavorato sottotraccia. Oggi torna in sella: «È la mia ottava campagna elettorale e sono felice soprattutto per il partito, che ha impostato la campagna elettorale in modo molto intelligente, dando i suoi frutti».

Soldini in agro-dolce: ‘Soddisfatto per me, non per il partito’

Giorgio Soldini parla molto chiaramente: «Sono soddisfatto per quanto riguarda la mia elezione. Ma insoddisfatto per il voto di partito a livello cantonale e di conseguenza anche a livello comunale». Il Ppd è infatti stato superato dalla lista Lega/Udc.

Il gruppo Lega/Udc aumenta del 3,3% e conferma Mauro Minotti. 'Il mancato raddoppio non è una sconfitta'

Elezione tutto sommato positiva ma senza exploit per il gruppo Lega/Udc. Molto soddisfatto per il proprio risultato il municipale leghista Mauro Minotti, brillantemente rieletto con 4’871 voti personali, 1’042 in più rispetto al 2017, staccando di 623 lunghezze il primo subentrante Brenno Martignoni Polti. «Riguardo alla possibilità di raddoppiare, io sono sempre stato con i piedi per terra – afferma Minotti raggiunto dalla ‘Regione’ – Reputo comunque un ottimo risultato essere riusciti ad aumentare i voti di lista del 3,3%, in particolare tenendo conto di ciò che è avvenuto all’interno del Municipio nell’ultimo anno, che non ha forse aiutato ad avvicinare le persone alle urne (la partecipazione al voto è passata dal 64% al 58,6%, ndr). In questo contesto – conclude Minotti – credo che non era facile fare di più. L'aumento rispetto al 2017 è di buon auspicio per l'elezione del Consiglio comunale. Anche per il presidente sezionale della Lega, Sacha Gobbi, il mancato raddoppio non è una sconfitta: «Poteva essere un obiettivo, ci siamo dati da fare ma sapevamo che era distante. Sono per noi vittorie la conferma del nostro municipale e il miglioramento del 3,3%, in controtendenza con gli altri Comuni ticinesi. Siamo ora il terzo partito di Bellinzona, davanti al Ppd».

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