Cresce il progetto di impresa sociale attivo nel Bellinzonese nel ritiro a domicilio di rifiuti e ingombranti. La direttrice: 'È un effetto del lockdown'
In tempo di Covid c’è chi, confrontato con il confinamento o in modalità di lavoro ridotto, si è ritrovato a trascorrere più tempo a casa. Alcuni ne hanno approfittato per fare pulizie e riordinare soffitte e cantine. A beneficiarne è stato il progetto BelliGreen che dopo il fermo imposto dal lockdown, è stato confrontato con un boom di richieste. «Siamo molto soddisfatti, la ripartenza è stata ottima, gli abbonamenti sono cresciuti a grande velocità e abbiamo ricevuto una marea di richieste di sgombero», ci conferma Donatella Zappa, direttrice della Cooperativa Area che si occupa del progetto assieme al responsabile Cristian Sboarina. Un successo inaspettato che ha permesso di recuperare quanto l’impresa sociale non ha potuto fare in marzo e aprile dello scorso anno quando le attività hanno dovuto fermarsi per arginare i contagi. «Non era stato evidente per noi che eravamo un’azienda appena nata e cha stava costruendo la sua clientela», riconosce Zappa.
BelliGreen fa parte dei programmi di attività di utilità pubblica (Aup), cui partecipano persone in assistenza e che necessitando di essere attivate. Il progetto di impresa sociale – sotto il mantello della Cooperativa Area – è nato da due idee: creare un servizio per cittadini e aziende del Bellinzonese di ritiro porta a porta di rifiuti riciclabili e piccoli ingombranti, a prezzo mensile popolare (ad esempio: la tariffa è di 17 franchi al mese per il ritiro di due sacchi) e, soprattutto, trasporlo nell’ambito dell’impresa sociale (senza scopo di lucro), che gestisce il lavoro. Il principio di BelliGreen è semplice: il cliente mette tutti i rifiuti riciclabili (lavati) nel sacco, dopodiché gli operatori, nella loro sede, li suddividono e li portano all’ecocentro. Il progetto, avviato nel 2018, è sostenuto dal Cantone e dalla Città che ha messo anche a disposizione gratuitamente gli spazi ubicati al vecchio ecocentro situato all’ex birreria di Carasso.
Attualmente i partecipanti al progetto in programma di assistenza sono una decina, ognuno con la propria storia lavorativa e personale alle spalle. In generale si tratta di persone in difficoltà e da tempo ferme lavorativamente, tra cui diversi che hanno oltrepassato i cinquant’anni. L’anno scorso hanno partecipato 18 persone, di varie età, tra cui anche dei migranti con difficoltà a entrare nel mondo del lavoro a causa di problemi linguistici o di formazione. Vi sono poi persone con situazioni personali che rendono difficile il collocamento o con percorsi formativi fragili e prospettive lavorative praticamente nulle. Si ritrovano a vivere una condizione d’inattività che rischia di condurre alla perdita delle capacità lavorative e alla compromissione della socializzazione e della salute. L’assistenza promuove quindi programmi semestrali di lavoro, come quello svolto da BelliGreen. Lavorando in questi programmi i partecipanti ricevono anche un piccolo contributo di 300 franchi quale piccolo incentivo. «Lo scopo è di rimettersi in attività, per alcuni l’obiettivo è semplicemente uscire di casa e socializzare e quindi ne traggono un beneficio fisico e mentale», evidenzia Zappa. L’obiettivo in questo caso è di reintegrazione sociale. Vi sono poi casi in cui vi sono buone premesse per il reinserimento sul mercato «ma devono riprendere fiducia e un ritmo di lavoro».
In questi due anni hanno partecipato al progetto una quarantina di persone. «Molti hanno migliorato considerevolmente il loro stato di salute e nel giro di due-tre mesi hanno ripreso positività. Alcuni hanno anche trovato una collocazione», osserva la direttrice della Cooperativa Area.
La clientela di BelliGreen è piuttosto variegata: ci sono persone con handicap fisici che faticano a recarsi all’ecocentro, anziani o semplicemente chi vuole fare capo al servizio per sostenerlo. Finora sono 84 gli abbonamenti stipulati da privati e una cinquantina da aziende. Vi sono poi anche delle richieste puntuali, soprattutto per piccoli sgomberi. «Ci fa piacere constatare che, dalla nostra nascita nel 2018, siamo in costante crescita. Il nostro fatturato è raddoppiato, l’incremento è quindi molto importante», evidenzia la nostra interlocutrice. Le spese sono quindi coperte «e se proseguiamo di questo passo il progetto potrà presto giungere all’autonomia».
Per ora BelliGreen dispone di un solo furgone ma proprio per l’aumento delle richieste potrebbe rendersi necessario l’acquisto di un secondo veicolo per raggiungere contemporaneamente più persone. Il progetto si rivolge a clientela residente sul territorio della nuova Bellinzona «ma in futuro – conclude Donatella Zappa – ci piacerebbe servire Comuni anche al di fuori del comprensorio, i rifiuti verranno poi chiaramente consegnati all’ecocentro del Comune di riferimento».