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Museo di storia naturale, approfondimenti non risolutori

Le ulteriori indicazione del Cantone non spostano gli equilibri in seno alla Commissione della Gestione che dovrà esprimersi a favore di Locarno o Faido

Gli hotel Suisse e Milano di Faido sono stati proposti come sede, ma scartati (Ti-Press)
9 marzo 2021
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Altro capitolo per quanto riguarda il nuovo Museo cantonale di storia naturale: oggi la Commissione della gestione del Gran Consiglio ha visionato gli approfondimenti chiesti al Cantone che avrebbero dovuto precisare i motivi che hanno spinto il Consiglio di Stato a optare per Locarno invece che per Faido. In realtà non è stato presentato nulla di nuovo, ma una sintesi delle motivazioni che avevano portato, nel 2017, il governo cantonale a optare per Locarno quale sede per il nuovo Museo di storia naturale, scartando le altre otto candidature compresa quella di Faido. Motivazioni che, infatti, «non dovrebbero smuovere gli equilibri» in seno alla commissione, dice a ‘laRegione’ Matteo Quadranti, presidente della Gestione. Non è, inoltre, stata discussa la recente mossa da parte del Municipio di Faido che si era detto disposto a eventualmente acquistare gli alberghi Suisse e Milano (indicati come possibile sede del museo) per poi metterli a disposizione del Cantone.

Audizione dei mozionanti leventinesi

Ora i prossimi passi prevedono l’audizione delle granconsigliere leventinesi Sara Imelli (Ppd) e Diana Tenconi (Plr), prime firmatarie della mozione – il testo è stato elaborato anche da Michele Guerra (Lega) che però è stato indicato quale relatore dei rapporti commissionali su questo tema – sottoscritta in totale da 27 deputati che chiede al Consiglio di Stato di procedere a una comparazione dettagliata delle due località coinvolgendo anche esperti esterni. Dopo questo incontro, che potrebbe avvenire già la prossima settimana, i relatori commissionali – oltre al bassoleventinese Guerra vi sono anche i locarnesi Fiorenzo Dadò (Ppd) e nicola Pini (Plr) – inizieranno «a preparare il rapporto in base alle audizioni fatte», precisa Quadranti. 

Ricordiamo che a metà febbraio la Gestione aveva già sentito le motivazioni di una delegazione leventinese formata dal sindaco di Faido Roland David, dal professor Remigio Ratti e dai giornalisti Claudio Mésoniat e Tiziana Mona che aveva esposto e ribadito tutti i punti a favore della località della Media Leventina. Lo stesso giorno è anche stato ascoltato il consigliere di Stato Claudio Zali, responsabile del dossier, che aveva invece spiegato nuovamente i motivi che hanno indotto il governo a optare per Locarno. Esecutivo che aveva infatti licenziato un messaggio con il quale chiede al parlamento lo stanziamento di un primo credito di 9,5 milioni di franchi per la progettazione del museo (che verrebbe inserito nel comparto di Santa Caterina già di proprietà dello Stato), ai quali dovrebbero poi seguirne altri 36 milioni per la realizzazione. Ed è proprio su questo messaggio, così come sulla mozione ancora pendente, che la Gestione dovrà esprimersi nel suo rapporto. 

Anche se una maggioranza dei commissari, per il momento, sembrerebbe voler sostenere l’opzione Locarno, la vicenda potrebbe non essere priva di sorprese. E questo in particolare se dovesse emergere con ancor più forza il tema del (mancato) sostegno alle regioni periferiche da parte del Cantone. Un concetto al quale ovviamente si appoggiano i promotori dell'opzione Faido. A ciò va poi aggiunto che gli stessi relatori commissionali non sembrano essere sulla stessa lunghezza d’onda: alla ‘Regione’ Michele Guerra aveva indicato di reputare migliore la località della Media Leventina, mentre Fiorenzo Dadò e Nicola Pini di ritenere, invece, ideale la soluzione di portare il nuovo Museo di storia naturale a Locarno, visto che si tratta di una città adatta dal profilo logistico e della sua accessibilità e che ha già sinergie con istituzioni affini.

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