Bellinzonese

I Verdi sul comparto Ferriere: 'nuova colata di cemento'

Gli ecologisti criticano il progetto per riconvertire l'area industriale di Giubiasco in un quartiere multifunzionale con appartamenti, uffici, negozi e hotel

L'area industriale delle Ferriere Cattaneo (Ti-Press)
14 febbraio 2021
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“Una nuova colata di cemento fatta di palazzine ed uffici. Evidentemente la nostra Città permette sempre di più agli imprenditori immobiliari di banchettare sul nostro territorio a scopi speculativi”. Così si esprimono in un comunicato i Verdi di Bellinzona in merito al progetto promosso sul sedime delle Ferriere Cattaneo a Giubiasco (di cui laRegione ha riferito nell'edizione di sabato) che prevede un importante riorientamento dell'attività industriale per fare spazio ad appartamenti, uffici, negozi, hotel e sala congressi, attraverso un investimento stimato in 100 milioni di franchi. Sul terreno s'intende realizzare un quartiere con un utilizzo multifunzionale che corrisponde anche agli obiettivi strategici del Piano d’azione comunale (Pac) presentati nel settembre 2020 dalla Città di Bellinzona. Recentemente per ‘Ferriere più’ (questo il nome del progetto) è stata avviata una fase di mandati di studi in parallelo che permetterà, entro fine 2021, di sottoporre alle autorità un piano di quartiere che seguirà l’iter usuale di approvazione. “Nessuno sembra prendere in considerazione seriamente che la situazione demografica di Bellinzona è stagnante – chiosano i Verdi – con prospettive sul medio termine tendenti a un’importante diminuzione della popolazione e che il tasso di sfitto ha raggiunto valori record per la nostra regione. Una situazione che avrebbe imposto a qualsiasi Municipio ragionevole di riflettere attentamente sull’opportunità di continuare con questi progetti speculatori totalmente fuori scala per la nostra realtà, e sull’opportunità di concentrare interamente verso l’asse principale tutto il carico ambientale e sociale di tale cementificazione”. I Verdi non ci stanno e annunciano che si batteranno “a partire dalla bocciatura del Pac per uno stop temporaneo di tutti i grandi progetti edilizi fintanto che il tasso di sfitto non rientri nella norma e che le esigenze demografiche non dimostrino la necessità continuare a costruire grossi comparti”. 

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