Avanza il progetto a quattro, nonostante la contrarietà di Pollegio. Ne abbiamo parlato con il sindaco: 'Non porterebbe un valore aggiunto'
Passi avanti per l’aggregazione in Bassa Leventina. È infatti stata definita con chiarezza la nuova tempistica con cui sottoporre la proposta di progetto aggregativo ai legislativi e in seguito alla popolazione dei quattro Comuni di Bodio, Giornico, Personico e Pollegio. Prevista anche una serie di momenti aperti al pubblico per presentare il progetto prima della chiamata alle urne che dovrebbe avvenire entro fine anno. Concluso il rapporto finale lo scorso mese di settembre, ora i quattro Municipi si stanno chinando sulla preparazione dei messaggi che verranno votati dai rispettivi Consigli comunali (Cc) durante la seduta del mese di febbraio. La nuova realtà comunale persegue gli obiettivi previsti dal Piano cantonale delle aggregazioni (Pca), nonostante non vi sia unanimità di intenti tra gli esecutivi. A Pollegio infatti il Municipio non sostiene il progetto aggregativo, che verrà comunque sottoposto al Consiglio comunale come nelle altre tre località bassoleventinesi. «Anche se il Municipio è contrario, Pollegio non può tirarsi fuori a suo piacimento», sottolinea da noi contattato il sindaco John Mercoli. «Nel messaggio - aggiunge - spiegheremo il motivo per cui siamo contrari e poi saranno i consiglieri comunali a decidere, dati alla mano».
Mercoli spiega che la posizione contraria non è legata a sentimenti di campanilismo, ma è da da addurre a una serie di aspetti legati alla fusione, prevalentemente di tipo finanziario e legati alla struttura del Comune. «L’ho già detto 12 anni fa e lo ribadisco tuttora: questo tipo di aggregazione non crea alcun tipo di valore aggiunto per la popolazione. Una delle maggiori preoccupazioni che abbiamo come Municipio è il futuro a medio termine di un Comune a 4», continua Mercoli. Il sindaco fa riferimento ad alcune aggregazioni che hanno visto la luce nel corso degli ultimi anni in Ticino. «All’inizio si mantiene lo status quo e si prevede una serie di investimenti ma sarà poi l'esecutivo del nuovo Comune a decidere la priorità degli investimenti e soprattutto come dev'essere organizzato il Comune. In sempre più casi si applicano economie di scala, centralizzando ad esempio i servizi. La nostra preoccupazione è che si vada in questa direzione». La situazione finanziaria di Pollegio, viene ricordato dal sindaco, è peraltro abbastanza sana, «abbiamo fatto investimenti parsimoniosi e ci siamo impegnati nelle infrastrutture; il timore è che la nuova realtà non investa nulla dal punto di vista operativo per quanto riguarda ad esempio la manutenzione delle strade». Mercoli non nasconde di aver ciononostante dato nuove chance al progetto. «È vero, ero scettico all’inizio, ma ero anche disposto a cambiare idea. Dopo 9 anni di lavoro la mia posizione non è però mutata. Dal mio punto di vista certi dati non sono chiari e un’aggregazione per essere efficace deve avere un senso».
Spostandosi poco più a sud, il Pca datato ottobre 2018 prevede per il Distretto di Riviera un unico Comune che dovrebbe nascere dall’unione tra Biasca (capoluogo e più popoloso con 6’200 abitanti circa) e il già aggregato Riviera nato dall’unione tra Lodrino, Cresciano, Osogna e Iragna nel 2017. Proprio Biasca aveva fatto parte nel 2011 di una votazione consultiva con i confinanti Pollegio e Iragna, ma la popolazione di questi ultimi si era espressa negativamente (mentre nel capoluogo il 70% dei votanti era favorevole). Per quanto riguarda Pollegio, il Pca riconosce “un perlomeno parziale orientamento verso Biasca”, ma alla luce della bocciatura di nove anni fa “la collocazione rimane la Leventina”. L’unione tra Biasca e Riviera potrebbe dunque diventare realtà? L’abbiamo chiesto al sindaco di Biasca Loris Galbusera. «Il discorso è stato affrontato ma per ora non ancora approfondito. Ci sembra infatti prematuro riprendere subito in mano il discorso aggregativo alla luce del fatto che Riviera è nato solo tre anni fa», spiega.
In origine, ricorda il sindaco, lo studio che poi ha portato alla votazione consultiva bocciata nel 2011 prevedeva la fusione tra tutti i Comuni della Riviera, e in aggiunta Pollegio e Personico, ma come detto una parte si era tirata fuori prima del progetto definitivo. Già attualmente, aggiunge Galbusera, Biasca ha varie forme di collaborazione con le realtà comunali limitrofe. Collabora ad esempio con Riviera per la figura dell’operatore sociale e ha una convenzione con le Tre Valli per quanto riguarda la polizia e l’Autorità regionale di protezione. Collaborazioni sono già attive anche in ambito scolastico, con ad esempio il direttore dell’istituto comunale che si occupa di Biasca ma anche di Pollegio. «E sempre con Pollegio è in vigore una convenzione per gli allievi delle scuole dell’infanzia, che da alcuni anni frequentano la sede ricavata negli ex stabili AlpTransit acquistati dal Comune e posati sul sedime nei pressi delle scuole medie», spiega Galbusera.