Bellinzonese

Sondaggio al Liceo di Bellinzona, c'è molto da migliorare

Da un questionario analizzato dalla Supsi emergono problemi nei rapporti con gli allievi, ma anche tra docenti e direzione

Ti-Press
12 marzo 2020
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Entrano ed escono da quella porta tutti i giorni della settimana, trascorrendo buona parte del loro tempo nelle aule assieme a compagni e docenti. Ma che ambiente si respira tra le mura del Liceo di Bellinzona? È quanto ha cercato di capire il Centro innovazione e ricerca sui sistemi educativi (Cirse) della Supsi attraverso il Questionario sul clima di istituto (Qes), sottoposto nel corso dell’anno scolastico 2018-2019 alla maggior parte delle persone che animano il liceo bellinzonese. Ne è scaturito un rapporto lungo 68 pagine stilato a novembre 2019, da cui emergono aspetti critici o fragili e punti di forza di questo istituto scolastico medio superiore, nonché indicazioni sugli aspetti da migliorare. Tra questi spiccano in particolare il rapporto tra docenti e allievi come pure quello tra il corpo insegnanti e la direzione della scuola.

Docenti poco empatici o svogliati

Se è vero che le relazioni tra studenti e quelle tra gruppi di docenti rappresentano un punto di forza di questo liceo, i ricercatori Supsi attirano l'attenzione su alcuni “campanelli di allarme” che se non trattati adeguatamente potrebbero portare a un deteriorarsi delle relazioni all’interno del liceo. Tra questi in particolare il clima tra docenti e allievi viene percepito negativamente da quasi un terzo di chi frequenta la scuola (27%); la percentuale scende invece al 9% se la stessa domanda viene posta agli insegnanti. Più o meno la stessa percentuale (30%) di chi, tra il corpo docenti, ritiene che non sussista un buon rapporto tra loro e la direzione della scuola. Anche il clima educativo viene criticato da buona parte degli studenti: il 38% ha dato risposte negative in particolare sulle possibilità date per fare in modo di ottenere buoni risultati scolastici e sull’ambiente non ritenuto stimolante. Risposte che si discostano da come la pensano i docenti: solo l’8% esprime criticità al riguardo. Anche sulla motivazione degli insegnanti le opinioni sono contrastanti: il 16% dei membri del personale la giudica negativa o molto negativa, mentre tra gli allievi la percentuale sale al 29 per cento.

Alla luce di questi elementi, il consiglio del Cirse è di prevedere degli interventi che permettano di ricostruire il rapporto di fiducia. “Una fiducia maggiore da parte degli studenti permetterebbe di consolidare il clima relazionale, migliorando al contempo le percezioni degli stessi riguardo al clima scolastico più in generale e alle pratiche educative”, viene sottolineato.

Ciò che gli allievi cercano nei loro docenti, questi ultimi lo cercano nei membri della direzione: in entrambi questi due rapporti viene infatti messa in evidenza la necessità di avere maggior trasparenza nelle procedure, ma anche più ascolto empatico e supporto sociale. Nei confronti della direzione una buona parte dei docenti lamenta mancanza di trasparenza nella gestione della scuola e una scarsa possibilità di partecipare alle decisioni, nonché l’assenza di una visione comune. Come si legge nelle conclusioni del rapporto, il grande obiettivo dei prossimi anni per questo istituto post obbligatorio sarà quello di consolidare il rapporto di fiducia con il corpo insegnante affrontando situazioni difficili e facilitando maggior ascolto, supporto sociale e collaborazione.

Famiglie poco coinvolte nelle decisioni

Un altro tema definito critico dal rapporto riguarda il coinvolgimento dei genitori. Dalle risposte ricevute emerge infatti che le famiglie non hanno un ruolo attivo a scuola e solitamente non viene chiesto loro di esprimere opinioni sulle decisioni e sulle prassi dell’istituto. In generale la collaborazione scuola-famiglia viene percepita negativamente dal 50% degli studenti e da un terzo dei docenti.

Ed è proprio questo un punto sul quale lavorare secondo i ricercatori della Supsi, che sottolineano come “i processi partecipativi che coinvolgono gli studenti e le famiglie permettono di consolidare il sistema di regole e di ampliare il margine di accettazione di quest’ultime, riducendo gli aspetti conflitturali presenti in ogni organizzazione scolastica e rendendo maggiormente armonico il lavoro di co-educazione tra scuola e famiglia”. Per quanto riguarda invece l’informazione data dalla scuola ai genitori riguardo a progressi e difficoltà si nota una divergenza d’opinioni: circa la metà degli allievi ritiene che i progressi non vengano comunicati adeguatamente, mentre la pensa così solo il 9% dei docenti. Sul sostegno che invece i figli percepiscono a casa, il 20% pensa che i genitori non facciano il possibile per aiutarli a scuola, ma in generale il 69% ritiene di avere spesso o sempre il loro sostegno.

Alcol, droghe e violenza

Se da una parte non emergono particolari episodi di violenza tra le mura del liceo, dall’altra nel capitolo relativo ai problemi sociali le risposte degli allievi dimostrano come nel contesto scolastico possa essere abbastanza facile procurarsi alcol, sigarette e anche droghe illegali. Anche se la maggior parte degli alunni (57%) e dei membri del personale (87%) ha dichiarato di non conoscere persone che potrebbero vendere droga, sulla facilità di procurarsela il 21% degli studenti (e il 23% dei docenti) ha risposto che è abbastanza facile, il 12% dei ragazzi che è facile (21%) e il 6% che è addirittura molto facile (3%).

Questionario, e ora?

Il Qes è uno strumento già utilizzato in altre scuole della Svizzera italiana dopo che la versione originale elaborata da un ricercatore dell’università di Montreal è stata tradotta in italiano. Il suo scopo è quello di valutare il clima socio-educativo di un istituto scolastico, nelle sue componenti educative, relazionali, di giustizia, di sicurezza e di appartenenza. Da qualche anno il Decs promuove questa raccolta dati in tutti i licei cantonali. In particolare a Bellinzona la decisione di lanciare il sondaggio è stata presa dopo che un insegnante era finito sotto procedura disciplinare da parte del Decs. Il docente, ricordiamo, nell’anno scolastico 2017/2018 era stato segnalato a causa di insulti e commenti sessisti nei confronti di alcuni allievi. Rese note al pubblico queste segnalazioni, avevano fatto seguito delle prese di posizione sia da parte di allievi che difendevano i suoi metodi, sia da parte di alunni che invece puntavano il dito contro alcuni modi di fare, ad esempio gli inviti a chiudersi nello sgabuzzino con lui e altri atteggiamenti protrattisi per anni.

I risultati di questo questionario, che ha coinvolto 691 persone tra membri del personale (74 docenti e tre collaboratori, ovvero l’80% del totale, e 614 allievi su 705) sono ora in fase di valutazione da parte di un Gruppo di accompagnamento formato da rappresentanti delle varie categorie coinvolte, che suggerirà proposte pensate per migliorare il clima dell’istituto.