Bellinzonese

Come sono i rapporti tra docenti e allievi?

Al Liceo di Bellinzona potrebbe essere fatto un sondaggio sul clima che si respira tra i banchi. Se ne è parlato al plenum dei docenti

24 gennaio 2018
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Essendo la procedura d’inchiesta sul docente segnalato per commenti e battute considerati inadeguati ancora in corso da parte del Decs, il caso specifico non è stato affrontato. Ma la riunione collegiale straordinaria dei docenti convocata lunedì ha avuto modo di tematizzare la questione dei rapporti tra allievi e docenti. «Il tema principale è stato il clima all’interno dell’istituto», spiega da noi contattato Emanuele Berger, capo della Divisione della scuola, che ha partecipato al plenum assieme al capo Sezione dell’insegnamento medio superiore Daniele Sartori. «È stata fatta una riflessione generale analizzando quanto emerso da alcuni sondaggi effettuati in altre scuole», continua Berger. Una procedura – quella dei questionari da compilare in forma anonima sia da parte dei professori, sia dagli studenti – che potrebbe essere intrapresa anche al Liceo di Bellinzona. «Non ci sottraiamo alla possibilità di effettuare un sondaggio del genere. Indipendentemente dal recente caso riferito dai media, i rapporti tra allievi e docenti sono un tema su cui vale sempre le pena interrogarsi», sottolinea Giuseppe Sergi, presidente del collegio dei docenti. Un’ipotesi di procedura che fornisca informazioni sul clima generale è dunque stata avanzata nel corso dell’incontro ed è attualmente in fase di valutazione da parte di direzione e corpo docenti, come ci conferma anche il direttore Omar Gianora. «Il tema al centro della discussione è stato il benessere tra docenti e allievi ed è emersa una certa sensibilità nell’affrontare la questione», spiega il direttore. Come detto, va ancora definita la modalità. «Sarà fondamentale intraprendere un metodo condiviso da direzione, docenti e allievi», aggiunge.

Sensibilità e reazioni diverse

Le ricerche sul clima d’istituto condotte dal Centro competenze innovazione e ricerca sui sistemi educativi della Supsi (vedi articolo sotto) possono in effetti fornire elementi utili per capire che aria si respira tra i banchi. Allo stesso genere di sollecitazione, allievi e docenti possono infatti reagire con sensazioni e sentimenti diversi. A dimostrazione della delicatezza del tema, basti pensare che reazioni differenti possono addirittura essere suscitate in un allievo o nell’altro. Lo dimostra il caso del docente sotto indagine: alla segnalazione di insulti e commenti sessisti, hanno fatto seguito prese di posizione sia da parte di allievi che difendevano ed elogiavano i suoi metodi, sia da parte di alunni che invece puntavano il dito per esempio contro gli inviti a chiudersi nello sgabuzzino con lui e altri atteggiamenti protrattisi per anni. Come fa notare Giuseppe Sergi, che fa parte del corpo docenti del liceo cittadino, «il nostro atteggiamento può essere percepito in modo radicalmente diverso dal docente stesso o dall’allievo. In certi casi quest’ultimo si può sentire insultato o umiliato anche se non c’era l’intenzione». Da quanto presentato lunedì al plenum, emerge per esempio che nei sondaggi i rapporti umani con i docenti vengono definiti problematici da parte di parecchi allievi, mentre alla stessa domanda solo l’1% dei docenti risponde in questo modo. Spunti di riflessione di questo genere su ciò che gli allievi apprezzano e su quanto invece li infastidisce possono in seguito essere utilizzati dal corpo docenti per essere più consapevoli sui metodi d’insegnamento.

La volontà di partecipare alla raccolta dati del Cirse deve arrivare dal basso

Non un monitoraggio imposto dall’alto, bensì una raccolta dati che nasce dalla volontà stessa della scuola di riflettere sul proprio contesto socioeducativo. È questo il genere di prestazione fornito dal Centro innovazione e ricerca sui sistemi educativi (Cirse), che fa parte della Supsi.  Il responsabile Michele Egloff spiega alla ‘Regione’ che d’accordo con il Decs da qualche anno è stata intrapresa la raccolta dati di tutti i licei cantonali attraverso la distribuzione – a docenti, personale tecnico e amministrativo e allievi del secondo e terzo anno – del Questionnaire sur l’environnement socioéducatif  (Qes). L’obiettivo è quello di valutare i punti di forza, fragilità e problematici di un istituto scolastico. Vengono in particolare individuati gli aspetti che meritano una particolare attenzione, al fine di identificare quali elementi all’interno della scuola ne determinano la sua ricchezza o richiedono un miglioramento.Non un monitoraggio imposto dall’alto, bensì una raccolta dati che nasce dalla volontà stessa della scuola di riflettere sul proprio contesto socioeducativo. È questo il genere di prestazione fornito dal Centro innovazione e ricerca sui sistemi educativi (Cirse), che fa parte della Supsi.  Il responsabile Michele Egloff spiega alla ‘Regione’ che d’accordo con il Decs da qualche anno è stata intrapresa la raccolta dati di tutti i licei cantonali attraverso la distribuzione – a docenti, personale tecnico e amministrativo e allievi del secondo e terzo anno – del Questionnaire sur l’environnement socioéducatif  (Qes). L’obiettivo è quello di valutare i punti di forza, fragilità e problematici di un istituto scolastico. Vengono in particolare individuati gli aspetti che meritano una particolare attenzione, al fine di identificare quali elementi all’interno della scuola ne determinano la sua ricchezza o richiedono un miglioramento.

Il liceo bellinzonese non è ancora stato analizzato ed Egloff non esclude dunque che possa essere il prossimo sulla lista, indipendentemente dal caso del docente emerso a inizio anno. «L’importante è che ci sia una volontà da parte di docenti e direzione di intraprendere un percorso di questo genere», sottolinea Egloff, spiegando che l’analisi è partita dalle scuole che si erano fin da subito messe a disposizione spontaneamente.Sulla base dell’esito del questionario, il Cirse redige un rapporto che evidenzia i punti forti, quelli deboli, le criticità, ecc. e lo presenta a un gruppo di lavoro istituito all’interno dell’istituto scolastico: è questo il gremio che valuta se serve implementare correttivi, impegnarsi maggiormente per sviluppare gli aspetti positivi o altro. Considerato il genere di coinvolgimento, appare dunque fondamentale la volontà di partecipare al questionario da parte dei docenti stessi. Il questionario Qes utilizzato dal Cirse è stato sviluppato da Michel Janosz, professore dell’Università di Montreal. Nel 2000 l’ex Ufficio studi e ricerche (Usr) l’ha tradotto in italiano per poterlo utilizzare nella Svizzera italiana, adattandolo e validandolo con la supervisione dello stesso autore.