Riscontrati problemi nella gestione dei campioni prelevati dopo le 41 predazioni avvenute quest’estate sopra Airolo
A fine novembre il Dipartimento del territorio (Dt) ha scritto alla Fondazione Kora (che coordina il monitoraggio dei grandi predatori in Svizzera e gestisce le analisi genetiche dei lupi) chiedendo di rivedere la tempistica delle analisi e di introdurre priorità chiare durante tali procedure. Il motivo è da ricondurre al caso delle predazioni avvenute nel corso dell’estate sopra Airolo (in Valle Canaria) e nella limitrofa valle urana di Unteralpin, come si legge nella risposta del Consiglio di Stato all’interrogazione di Giacomo Garzoli (Plr) firmata da altri 24 esponenti di vari partiti politici. Nel testo i granconsiglieri spiegavano di aver riscontrato diverse anomalie di procedura e si chiedevano se il dispositivo cantonale avesse effettivamente agito secondo quanto previsto dalla legge. Rispondendo il governo difende l’operato degli uffici preposti, spiegando che i servizi cantonali si sono attivati immediatamente. “Entro poche ore dall’annuncio della predazione l’Ufficio della consulenza agricola (Uca) si è attivato, dapprima diramando l’usuale avviso tramite sms” agli allevatori della zona e poi secondo procedura. In generale, il Consiglio di Stato rivela di voler ottimizzare le attività legate alla protezione delle greggi con l’introduzione di un consulente specializzato che dovrebbe entrare in carica nel corso di questo mese.
L’interrogazione chiedeva in particolare di far luce sul fatto che solo uno dei tre campioni raccolti dai guardiacaccia dell’Ufficio caccia e pesca (Ucp) – su un totale di 41 capi predati in quattro occasioni – sia stato analizzato dal Laboratorio di Losanna a cui si rivolge il Kora, peraltro senza successo. Ciò che conferma anche il governo, spiegando che è stata proprio questa situazione a spingere il Dt a scrivere la lettera. “Il Kora, benché reso attento della problematica situazione venutasi a creare in Valle Canaria, ha deciso di inviare per l’analisi genetica un solo campione, unitamente a quello proveniente dalla predazione avvenuta nello stesso periodo nella limitrofa Valle di Unteralp (Canton Uri). Il campione proveniente dal territorio ticinese ha dato esito “pecora”, mentre quello urano “lupo”. La successiva analisi dei restanti due campioni ticinesi ha poi confermato che le predazioni erano state effettivamente opera di un lupo”.
Sul perché siano stati prelevati solo tre campioni, viene precisato che i capi di bestiame uccisi durante il primo attacco non sono stati segnalati all’Ucp, mentre le pecore morte durante la seconda predazione non erano più fresche al momento del sopralluogo, avvenuto in ritardo a causa di “avverse condizioni meteorologiche”. Per quanto riguarda l’autore delle predazioni, il timore di chi ha inoltrato l’interrogazione è che si possa essere trattato di almeno due lupi o di un branco. “Non è da escludere che il lupo responsabile delle predazioni in Valle Canaria e in Valle Bedretto (due a luglio 2019, ndr) possa essere lo stesso esemplare”, sottolinea il governo, aggiungendo che dalle analisi non emergono dati più precisi e che le fototrappole installate non hanno immortalato nulla.
Per il predatore (lupo o ibrido, non è stato possibile appurarlo) non era stato spiccato alcun ordine di abbattimento. Se da una parte il numero di animali da reddito predati supera la soglia prevista dall’Ordinanza federale sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici, lo stesso documento sancisce che possono essere contabilizzati solo i capi uccisi dove sono state adottate le misure di protezione. A settembre Dt e Dipartimento delle finanze e dell’economia (Dfe) precisavano infatti in un comunicato che “il lupo ha predato pecore che si trovavano all’esterno dei recinti elettrificati e senza cani di protezione”. Sulle possibili misure da intraprendere il governo garantisce che le istruzioni sono state fornite sul posto come avviene di solito. Inoltre “un’associazione ambientalista ha messo a disposizione del gestore dell’alpe un credito straordinario per l’assunzione di un pastore aggiuntivo, senza ricorso alle casse cantonali”.