Bellinzonese

Abusi ai danni della figliastra: 'È stato un complotto'

Il 69enne non riconosce i reati di natura sessuale: per l’uomo sarebbe stata l’ex compagna a costringere la giovane a raccontare il falso

Archivio Ti-Press
16 dicembre 2019
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“I fatti non sono avvenuti. È stato tutto un complotto”. Contesta integralmente le accuse di natura sessuale il 69enne del Bellinzonese da oggi alla sbarra poiché sospettato di aver perpetrato i reati di violenza carnale, ripetuta coazione sessuale e atti sessuali con fanciulli ai danni della figlia dell'ex compagna minore di 16 anni all'epoca dei fatti. Proprio quest'ultima, ha sostenuto questa mattina in aula l’imputato, avrebbe, insieme al nuovo partner, messo in atto una cospirazione. Ovvero costringere la giovane a raccontare il falso. Secondo l’anziano, sarebbero quindi menzogne i quattro episodi (palpeggiamenti, atti orali e un rapporto sessuale completo) raccontati dalla vittima agli inquirenti. “La mia ex compagna lo ha fatto per farmi del male e perché è attratta dai soldi: se morirò in carcere lo farò con la coscienza pulita”, ha affermato l’uomo di fronte alla Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Mauro Ermani, il quale ha invece sottolineato come la giovane, prima ancora di raccontare i fatti alla madre e denunciarli agli inquirenti, abbia invece informato un’amica su quanto successole tra settembre e novembre del 2013.

La madre sarebbe stata vittima di stalking

Una parte dell’atto d’accusa stilato dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti è invece dedicata al reato di stalking, ripetuta minaccia e ripetute lesioni semplici dei quali sarebbe stata vittima la madre della giovane (e in parte anche il nuovo compagno). Nonostante la Pretura di Bellinzona avesse emesso un ordine di restrizione, l’imputato non solo ha continuato ad avvicinarsi all’ex compagna, alla scuola elementare e alla loro nuova abitazione. Sarebbe arrivato infatti alle minacce – via sms e dal vivo – e persino alle botte. In aula l’uomo ha però negato di aver picchiato l’ex compagna, sostenendo di essersi solo difeso di fronte agli atteggiamenti aggressivi del nuovo partner. “Sono stato pressante perché ero ancora innamorato di lei, ma non le ho mai messo le mani addosso”.

A carico del 69enne, difeso dall’avvocato Sandra Xavier, vi sono anche i reati di truffa, sviamento della giustizia, ripetuta guida senza autorizzazione e infrazione alle norme della circolazione.

Il processo continuerà nel corso del pomeriggio.