A processo un anziano del Bellinzonese, che avrebbe violentato la figlia dell’ex compagna e stalkerato quest’ultima
Attenzioni morbose, sfociate in reati di natura sessuale e persino in una violenza carnale. Sono pesanti le imputazioni a carico di un 69enne del Bellinzonese, accusato di aver violentato la figliastra 15enne e di aver stalkerato la madre della ragazza.
Secondo la ricostruzione fornita dall’imputato in aula, l’incontro con la donna – una prostituta – sarebbe avvenuto durante una vacanza nel Paese caraibico di dov’è originaria. Sarebbero seguiti il trasferimento in Svizzera, il matrimonio e una figlia comune che si è andata ad aggiungere alle due che entrambi avevano da precedenti relazioni. Non solo: il ticinese sarebbe anche padre di altre tre bambine avute con altrettante donne in tre distinti Paesi europei. L’unione fra l’uomo e la latinoamericana sarebbe tuttavia peggiorata velocemente, in quanto lei avrebbe segretamente continuato a fare la prostituta anche in Ticino.
Nel 2013 sarebbero iniziate anche le attenzioni di carattere sessuale rivolte all’allora 15enne figlia della donna. Dalle osservazioni sull’aspetto fisico si sarebbe passati a palpeggiamenti, atti orali e persino una violenza carnale completa. Un’escalation tutta fra le mura domestiche, luogo che avrebbe permesso all’uomo di sfruttare al massimo – secondo l’accusatrice pubblica Pamela Pedretti – il rapporto di dipendenza con la minorenne.
Una parte dell’atto d’accusa è dedicata anche al reato di stalking, del quale sarebbe stata vittima la madre della giovane. Visti i problemi, i due si sono infatti separati. E nonostante la Pretura di Bellinzona avesse emesso un ordine di restrizione, l’imputato non solo ha continuato ad avvicinarsi all’ex compagna, alla scuola elementare della figlia comune e alla loro nuova abitazione. Sarebbe arrivato infatti alle minacce – via sms e dal vivo – e persino alle botte.
L’imputato è difeso dall’avvocata Sandra Xavier, mentre la Corte delle Assise criminali è presieduta da Mauro Ermani.