Approda in aula oggi uno dei casi più gravi degli ultimi anni in Ticino. I genitori rischiano dai 5 ai 15 anni di carcere
Si è aperto poco fa nell’aula del Tribunale penale cantonale di Lugano il processo a carico dei coniugi italiani domiciliati nel Bellinzonese accusati di aver abusato sessualmente – nell’arco di una decina d’anni a partire dai primi atti fino agli episodi più gravi – dei loro due figli minorenni. Quarantacinquenne la moglie e cinquantenne il marito, di fronte alla Corte delle Assise criminali di Bellinzona presieduta dal giudice Amos Pagnamenta devono rispondere di violenza carnale, coazione sessuale, incesto, atti sessuali con fanciulli e pornografia dura. Si parla di più di 100 episodi. Il caso odierno è uno dei più gravi emersi negli ultimi anni in Ticino.
Arrestata nell’aprile 2016, la coppia ammette sostanzialmente i fatti (non del tutto il padre, al quale si imputano i reati più gravi) e ha chiesto e ottenuto da tempo il regime anticipato della pena. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Maurizio Pagliuca e Sandra Xavier. La procuratrice pubblica Marisa Alfier chiederà una pena fra i 5 e i 15 anni di carcere. La Corte giudicante sarà aiutata nel proprio giudizio dalle perizie psichiatriche che non hanno ravvisato per nessuno dei due imputati alcuna scemata imputabilità, ciò che impedirà di applicare riduzioni di pena.
Gli abusi sono iniziati quando il figlio e la figlia erano bambini, fino al giorno in cui tre anni or sono la ragazza ha avuto il coraggio di parlarne con un adulto e vi è stata la segnalazione alle autorità preposte. Segnalazione che ha innescato la macchina inquirente e la presa a carico sociale della giovane.