Bellinzonese

In piazza a Bellinzona contro l'aggressione turca

Mobilitazione delle comunità curda e siriaca domani nella capitale. Si teme per i delicati equilibri nella regione. Diversi partiti hanno raccolto l'invito

11 ottobre 2019
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Mobilitazione di piazza contro l'invasione turca nel nord della Siria. Al grido di “Fermiamo la guerra, fermiamo Erdogan!” la Comunità curda, la Comunità siriaca residente in Ticino e il Comitato ticinese per la ricostruzione di Kobane, organizzano una manifestazione di condanna domani, a partire dalle 15, alla Posta di Bellinzona. “Da quando è stata istituita l'autogestione democratica autonoma nella Siria settentrionale e orientale (Rojava) – scrivono i promotori –  il confine tra la Turchia e la Siria settentrionale/orientale è stato protetto e le azioni armate contro la Turchia non hanno avuto origine da questo territorio. È evidente che l’accusa dello Stato turco delle minacce ai suoi confini con la Siria settentrionale/orientale è una menzogna. Nei colloqui mediati dall'amministrazione statunitense tra l'autogestione democratica autonoma della Siria settentrionale/orientale e lo Stato turco, l'autogestione e le forze democratiche siriane (SDF) hanno dimostrato la volontà di lavorare con tutti nella regione per una pace duratura. L'autoamministrazione ha rispettato l'attuazione dell'accordo sul meccanismo di sicurezza che ha coordinato gli sforzi delle forze statunitensi e turche intorno alle regioni di confine con l'obiettivo di permettere alla coalizione guidata dagli Stati Uniti e alla SDF di rimanere concentrata sulla sconfitta dell'ISIS (...) L'invasione turca e la conseguente crisi di sicurezza porrà le basi per un ISIS rilanciato, che avrà quale obiettivo l'annientamento dell’autoamministrazione democratica autonoma istituita dai popoli della regione, per sostituirla nel cosiddetto Stato islamico attraverso il genocidio, il femminicidio e l'etnocidio, dei curdi e altri gruppi etnici e religiosi della regione, compresi arabi, cristiani (armeni, assiri, caldei e siriaci), turkmeni, ceceni, ceceni, aleviti e yazidi. Molti di questi gruppi hanno avuto per la prima volta voce in capitolo nella gestione della loro vita quotidiana grazie all'istituzione di un'autoamministrazione autonoma democratica. Ora invece si troveranno ad affrontare i massacri per mano dei militari turchi e dei loro alleati jihadisti”. Forti del sostegno di ForumAlternativo, I Verdi, Partito Socialista e Movimento per il socialismo, che hanno raccolto l'invito, gli organizzatori della manifestazione ricordano come “lo Stato turco sotto la guida di Erdogan ha perseguito apertamente strategie politiche interne ed esterne volte all'eliminazione del popolo curdo. Erdogan e il suo regime autoritario rappresentano la dittatura totalitaria, il militarismo e la violenta persecuzione delle minoranze. I curdi e i loro alleati nella Siria settentrionale /orientale sono portatori di una svolta democratica, di promozione della parità di genere e della coesistenza pacifica di tutti i popoli e religioni. Oltre 11mila uomini e donne delle forze di sicurezza hanno dato la loro vita (e altre 22mila persone sono rimaste ferite) per liberare questa regione dall'ISIS, proteggere i popoli del Nord-Est della Siria e dare loro un futuro migliore. L'invasione delle forze turche, iniziata in due località di confine diverse, conta una dozzina di fronti di scontro diretto con le forze democratiche siriane, ma si teme un rapido sviluppo della guerra. Purtroppo si contano già i primi morti civili, una categoria che paga sempre il prezzo maggiore della follia bellica di Erdogan”.