Un municipale punta il dito contro i modi utilizzati nel fermo di una donna con problemi psichici. Kloter: ‘Aveva minacciato e tirato calci a un agente'
In Mesolcina si torna a parlare dei modi di fare degli agenti della Polizia cantonale grigionese, questa volta a seguito di un intervento in un locale pubblico di Mesocco che testimoni definiscono esagerato, violento e spropositato. Protagonista della vicenda avvenuta la sera del 20 giugno, come racconta da noi contattato un testimone della scena, è una ragazza della zona nota per problemi psichici. Mentre si trovava seduta a un tavolo della terrazza e chiacchierava con il nostro interlocutore, è stata avvicinata da un agente della Polizia cantonale che le ha chiesto di seguirlo al posto di comando per aver minacciato qualcuno.
La donna si è però rifiutata, sostenendo di non aver fatto nulla di male. La mancata collaborazione ha a questo punto portato il poliziotto a cercare rinforzi. «Se n’è andato ribadendo che lui aveva tentato con le buone e che da quel momento rimanevano solo le cattive», ci viene spiegato. Poco dopo – «meno di un minuto» – è riapparso accompagnato da altri due agenti in divisa. «Mentre due poliziotti la costringono violentemente a mettersi supina a terra e la ammanettano, l’altro assiste alla scena in piedi in modo minaccioso», aggiunge chi era presente.
Durante questa fase alla ragazza cadono a terra gli occhiali «e lei ci prega più volte, urlando, di raccoglierli ma mi viene impedito da un perentorio ordine in svizzero-tedesco dall’agente che assiste alla scena». Gli occhiali vengono poi raccolti da uno dei poliziotti che hanno portato via la donna. Dopo essere venuto a conoscenza dell’accaduto, il municipale di Mesocco Ivan Brocco ha segnalato il fatto alla ‘Regione’ definendo inammissibile la modalità violenta intrapresa dagli agenti, in particolare in considerazione del fatto che la ragazza non stesse facendo del male a nessuno.
A tal proposito, da noi contattato il caporegione della Polizia cantonale per il Moesano William Kloter, spiega che è stato chiesto alla persona di recarsi al posto di comando e poi, vista la sua opposizione, vi è stata trasportata in manette poiché poco prima della scena sulla terrazza del ristorante aveva minacciato di morte un agente, tirandogli anche dei calci nelle gambe. «Per questo motivo è stata denunciata per violenza contro funzionari di polizia», sottolinea Kloter. Da noi contattato, un legale della famiglia della donna fermata – nel frattempo trasferita in una clinica psichiatrica – spiega che è in fase di valutazione una denuncia nei confronti degli agenti per i modi utilizzati.
Il tema non è nuovo: durante l’ultima sessione di Gran Consiglio il governo ha risposto ad alcune domande della granconsigliera Nicoletta Noi-Togni sul caso di un controllo stradale di tipo ‘Verify’ sfociato in un approfondito esame medico e il ritiro della patente a un anziano della regione. Anche in quell’occasione a venire messi in discussione dalla politica erano i modi utilizzati dai cinque agenti intervenuti, ritenuti sproporzionati. Ma la risposta del governo – ovvero che gli agenti fossero autorizzati ad effettuare tali accertamenti – non ha soddisfatto Noi-Togni, che ha annunciato di voler approfondire la questione. E ora valuterà il da farsi anche alla luce di questo nuovo caso.