Lostallo: un 84enne viene trattenuto per tre ore e poi gli viene tolta la patente. Era un controllo Verify, nuovo strumento della Polizia grigionese
Le modalità d’intervento della Polizia grigionese nel Moesano tornano a far discutere (nel 2015 la repressione nei confronti degli automobilisti era stata al centro di un’interpellanza all’allora Regione Mesolcina; se n’era inoltre discusso in occasione di una serata pubblica), questa volta con una segnalazione giunta in redazione a seguito di un controllo stradale. Il tutto ha luogo il pomeriggio del 6 marzo, quando la Polizia grigionese predispone un posto di blocco sulla strada cantonale in territorio di Lostallo, alla presenza di cinque agenti. A essere fermato è un 84enne della regione al volante della sua autovettura. Due le infrazioni riscontrate: cinture di sicurezza non allacciate e fari spenti. Non viene fatto l’esame dell’alcolemia, ma vengono poste domande e fatte alcune richieste che, come racconta l’uomo alla ‘Regione’, generano confusione e incomprensioni, in particolare perché – spiega – gli agenti si rivolgono a lui in tedesco.
Dopo essere stato riaccompagnato in un primo momento a casa per verificare quali farmaci assume, l’anziano viene portato al posto di comando di Roveredo e trattenuto in totale per circa tre ore, prosegue il racconto, senza la possibilità di essere affiancato da un legale. Un lasso di tempo durante il quale l’84enne viene visitato dal medico di picchetto che gli effettua le analisi del sangue e delle urine: non vengono rinvenute tracce di alcol né di droghe, ma sul rapporto stilato (in lingua tedesca) viene spiegato che l’84enne non è idoneo alla guida. La causa sarebbe da attribuire ai farmaci che prende regolarmente, ovvero pastiglie per la pressione, per il colesterolo e degli anticoagulanti. Conseguenza: gli viene tolta seduta stante la patente. Sul caso la Sezione della circolazione di Coira ha avviato una procedura amministrativa nei confronti del conducente che, com’era già previsto, nel frattempo si è sottoposto all’esame biennale previsto dalla legge per verificare l’idoneità alla guida dopo i 70 anni. Dal punto di vista medico l’esame è stato superato ed è stato pure confermato che le medicine che prende – peraltro dei farmaci di uso piuttosto comune – sono compatibili con la guida. La licenza gli è dunque stata per ora ridata; avendo però il medico richiesto una “corsa di controllo”, per poterla riottenere definitivamente ed evitare di incappare in sanzioni penali per guida in stato di inattitudine l’uomo dovrà superare un test pratico.
A spingere l’84enne e i suoi familiari a rivolgersi a un avvocato e al nostro giornale è stata la loro sensazione che il trattamento riservato all’anziano sia stato ingiusto, scorretto e sproporzionato rispetto alle infrazioni commesse. Una spiegazione alla base dei metodi diversi da quelli classici ci viene fornita dal caporegione della Polizia grigionese William Kloter, il quale da noi contattato sottolinea che nel caso in questione gli agenti hanno messo in pratica un cosiddetto controllo “Verify”. La Polizia cantonale ticinese, ci viene spiegato dal suo ufficio stampa, non ne fa uso, ma altri corpi cantonali tra cui quello grigionese utilizzano questo metodo da qualche anno in caso di controlli stradali nei quali vi è il sospetto che il conducente non sia idoneo alla guida per motivi che solitamente esulano dall’abuso di alcol o di stupefacenti (vedi articolo sotto). Nel caso in questione, aggiunge Kloter, la presenza di un numero così elevato di agenti è da attribuire al fatto che vi fosse una dimostrazione in corso. Per quanto riguarda la questione linguistica, Kloter assicura che quel giorno sul posto erano presenti anche agenti di madrelingua italiana. «Può capitare che una pattuglia non sia mista, ma in generale facciamo in modo che quando operano nei Grigioni italiani tra gli agenti ci sia sempre qualcuno che parli questa lingua», sottolinea Kloter. Oltre agli agenti del luogo – entro un anno tre dovrebbero concludere la scuola di polizia di Giubiasco e due appena diplomatisi qui sono già entrati in servizio – «investiamo ogni anno 10mila franchi per l’istruzione linguistica dei poliziotti», aggiunge Kloter, sottolineando l’importanza di poter comunicare con i cittadini.