Inchiesta in corso, probabilmente escluso l'intervento di terzi. Il Municipio reagisce: solo adesso può essere applicata la norma anti prostituzione
Via Monteceneri 86 a Cadenazzo, stabile Al Bosco. In passato e ancora oggi luogo di prostituzione. E domenica verso le 22 la polizia è intervenuta in un appartamento per il decesso di una persona. Una giovane trans sudamericana, secondo il portale ‘Tio’ che parla di un probabile decesso per overdose da sostanze. Dal canto suo il Ministero pubblico non si esprime sulle cause e attende i risultati dell’autopsia. Stando a nostre fonti sembra comunque escluso l’intervento di terzi. La salma sarebbe stata trovata in camera da una coinquilina.
E mentre coinquilini e amministratore dello stabile ribadiscono le loro critiche verso l’autorità comunale, rea di non essere intervenuta per porre fine al fenomeno delle luci rosse in quello che a suo tempo erano uno dei più noti postriboli della regione, l’Esecutivo reagisce con un comunicato rinviando le critiche al mittente. Anzitutto premette che l’informazione relativa al decesso “è giunta al Municipio da privati cittadini e non in via ufficiale da parte di un’autorità”. Le generalità della defunta “non ci sono note, mentre le modalità del decesso sono al vaglio degli inquirenti”. Quanto alle dichiarazioni dall’amministratore dello stabile, “si osserva che al momento non vi è una conferma sull’effettivo svolgimento o meno dell’attività di prostituzione della persona deceduta”. Anche in tal senso “sarà compito dell’autorità preposta effettuare le dovute verifiche”. In merito alle accuse di immobilismo e tolleranza mosse dall’amministrazione dello stabile, l’Esecutivo ricorda di essersi mosso per contrastare l’esercizio della prostituzione all’interno della zona residenziale. Già nel 2014 era stata infatti avviata la procedura per la modifica alle norme di Piano regolatore, introducendo la definizione di molestia e le attività ammesse nella zona edificabile. Tuttavia la procedura è stata oggetto di ricorsi e solo la sentenza del Tribunale cantonale amministrativo, giunta lo scorso dicembre e cresciuta in giudicato questa primavera, ha confermato la validità della norma. “Si dispone pertanto solo oggi di una base legale che permetta di intervenire in caso di comprovato esercizio della prostituzione in edifici situati in zona residenziale”. In ogni caso le segnalazioni già trasmesse al Municipio “hanno permesso, nel frattempo, di dare avvio alle procedure di verifica per comprovare formalmente l’esercizio della prostituzione e per poter in seguito intervenire per il rispetto della nuova norma di Piano regolatore; tutto ciò in collaborazione con i preposti servizi di polizia”.