Il Municipio cittadino mette dei paletti a Piano regolatore alle attività moleste e traccia la mappa delle antenne di telefonia
Il Municipio di Chiasso ha deciso di mettere dei paletti. Al bivio fra attività molesta e no ha voluto operare dei distinguo e li ha ancorati al Piano regolatore (Pr). Lo ha fatto disegnando così la geografia delle aree ‘off limits’ a rumori, radiazioni – incluse quelle da antenne per la telefonia –, e... fastidi di tutt’altra natura. Due i campi sensibili individuati dall’autorità comunale: il primo circoscrive, appunto, l’ambito della comunicazione mobile, il secondo quello dello svago a luci rosse. Ed è in quest’ultimo caso che l’esecutivo ha tracciato una sorta di confine immaginario sulla mappa della città. Una scelta regolata da un nuovo quanto puntuale articolo inserito nelle Norme di attuazione di Pr. Se il Consiglio comunale darà via libera, quindi, l’esercizio della prostituzione in futuro sarà possibile solo nel comparto a nord di via Porta, ovvero a ridosso dell’area doganale di Brogeda, fino a via P. e L. Chiesa.
Postriboli, saloni per massaggi erotici, club privé si potranno insediare unicamente in quella porzione di Chiasso, che è stata, peraltro, ristretta rispetto alle intenzioni iniziali (che comprendevano una già ‘tormentata’ via Odescalchi). Del resto, è lì, in una zona che la pianificazione definisce come amministrativa commerciale intensiva – a 7 piani –, che già oggi si concentrano i luoghi del piacere, un paio in particolare. Ed è sempre lì, al numero 3 di via dei Pedroni, che si è progettato un nuovo edificio su 5 piani dedicato per intero alle operatrici del cosiddetto mestiere più vecchio del mondo. Una operazione da 3,7 milioni e una ventina di camere, con area ‘spa’ e ristoro, ancora sul tavolo del Municipio e in attesa del parere cantonale, ma che non sembra avere incontrato delle resistenze particolari.
Sia chiaro, la giurisprudenza è netta su questo fronte: le attività di prostituzione sono legali, ma, rammenta lo stesso esecutivo, considerate “moleste” e “incompatibili con le zone residenziali”, senza trascurare i luoghi sensibili come scuole, case anziani, parchi o chiese (solo per citarne alcuni). Non rimane, di conseguenza, che intervenire sul Piano regolatore – altra cosa sono le competenze degli enti locali quanto a rispetto dell’ordine pubblico – per “proteggere la collettività” dai riverberi delle luci rosse. Soprattutto laddove tali presenze risultano in contrasto con la vocazione pianificatoria dell’area.
E qui l’autorità chiassese ha ritenuto di distinguere anche il carattere delle immissioni moleste. Perché ce ne sono di “natura materiale” – è il caso di decibel, vibrazioni ed esalazioni –, subito individuate, e di tipo “immateriale”, che vanno a urtare, esplicita l’esecutivo, la sensibilità degli abitanti del posto. È in questa categoria che rientra la prostituzione. Ma non solo: nel declinare la definizione di ‘molestia’ la norma iscrive altresì i “servizi di ‘morte assistita’ e affini”.
Di altro tenore la geografia delle antenne per la telefonia che si stagliano nel paesaggio urbano chiassese. In questo caso il Municipio ha atteso che il quadro legislativo fosse definito: a mettere un punto fermo la sentenza del Tribunale federale che ha ribadito le competenze comunali nella salvaguardia della pianificazione. Quanto al criterio da applicare nel posizionamento degli impianti sul territorio locale – campo d’azione delle infrastrutture –, vale, come sancito dall’Alta Corte di Losanna, il ‘modello a cascata’. Modello che stabilisce una graduatoria per priorità. Quattro le zone individuate: quelle destinate al lavoro, le miste, le residenziali e miste e, in ultima analisi, le aree nel raggio di 150 metri da spazi occupati da bambini, anziani e ammalati. Alle società che gestiscono la telefonia spetta l’onere di dimostrare che “non sono disponibili ubicazioni nelle zone con priorità più alta”. Resistono i divieti su beni naturali e culturali ed edifici protetti, come nei nuclei (in particolare di Pedrinate e Seseglio). La rotta indicata a Piano regolatore da Chiasso ha già ricevuto luce verde dal Dipartimento del territorio. Non resta che dare la parola al legislativo.