Bellinzonese

Decreti d'accusa per due agenti della Polcom

Sanzionati dal pg Pagani dopo il fermo di un uomo che li aveva querelati. Loro si oppongono e saranno quindi processati in Pretura penale

26 aprile 2019
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Il procuratore generale Andrea Pagani ha emanato ieri nei confronti di due agenti della Polizia comunale di Bellinzona, entrambi 27enni, due distinti decreti d'accusa (Dac) per titolo di 'abuso di autorità' e 'vie di fatto' in relazione a un controllo avvenuto la sera del 5 aprile di un anno fa in centro città e sfociato in una denuncia sporta dall'uomo controllato in modo a suo dire un po' troppo energico. Il Municipio comunica che i due poliziotti “faranno uso del loro diritto di opporsi alla proposta di sanzione” e “conferma la propria fiducia negli agenti e nel loro operato, rimettendosi al giudizio della Pretura penale”.

Pochi minuti di concitazione. E la telefonata dell'avvocato...

La sera del 5 aprile 2018 i due agenti erano intervenuti all’esterno del bar dei Commercianti dov’era in corso un alterco fra tre avventori. Uno di questi, che sembrava essere quello più su di giri e fuori controllo, è stato quindi prelevato e accompagnato a piedi alla vicina centrale della Polcom, che dista poche decine di metri, per farlo ‘sbollire’. Ritenendo di non dover dare spiegazioni, l’uomo in questione una volta giunto davanti alla porta d’entrata ha tentato di girare i tacchi per prendere la via di casa. Vista la sua reazione, nel giro di pochi secondi si è ritrovato faccia a terra e ammanettato. In pochi istanti altri quattro agenti, che si trovavano nei paraggi, si sono aggiunti ai primi due, senza tuttavia prender parte al fermo. Dal canto suo l’uomo fermato, intervistato la scorsa estate dalla 'Regione', ammette di aver alzato il gomito quella sera. Avendo percepito un forte dolore al braccio destro durante le fasi concitate, affermava inoltre di aver insistito più volte con gli agenti affinché venisse liberato. La scena, ripresa dall’impianto di videosorveglianza della Polcom, si trova agli atti. Davanti al procuratore generale i due giovani poliziotti hanno fornito la loro versione dei fatti, motivando l’agire con la necessità di dover risolvere una situazione molesta e potenzialmente pericolosa, aggiungendo di non ricordare taluni dettagli segnalati dal querelante. Il quale agli inquirenti ha riferito anche di essere stato avvicinato, poco prima degli interrogatori, dall’avvocato degli agenti: «Con mio disappunto ha espresso la volontà di chiarire anzitempo alcuni aspetti».