Il Gran Consiglio vota le mozioni Passalia, De Rosa e Pronzini. Vitta: la politica economica regionale ha un apposito programma per le zone discoste
Tutti a sostegno delle regioni periferiche. Ampio consenso (62 sì, 2 astenuti e zero contrari) questa sera in Gran Consiglio al rapporto della Commissione Gestione del Gran Consiglio che invitava il plenum ad accogliere parzialmente le mozioni Passalia, De Rosa e Pronzini. Tre atti parlamentari ormai datati (il primo risale a quattro anni fa, gli altri a due anni fa) che chiedevano rispettivamente di “promuovere la creazione di posti di lavoro delocalizzando determinati servizi dell’amministrazione pubblica”; “di attuare un programma specifico e intensivo a supporto del personale” delle ditte destinate alla chiusura; e di elaborare una strategia complessiva che contribuisca a un’inversione di tendenza nello sviluppo economico futuro della Leventina, cercando di sfruttare al meglio la presenza sul territorio nei prossimi anni di cantieri importanti.
Marco Passalia (Ppd) durante il dibattito si è detto poco soddisfatto delle conclusioni della Gestione, laddove questa invitava il Consiglio di Stato a monitorare l’eventuale dislocazione di servizi nelle valli: «O ci crediamo o non ci crediamo». Raffaele De Rosa (Ppd), prendendo spunto dalla Smb di Biasca salvata da un gruppo italiano, ha evidenziato che «in altri casi purtroppo non è stata trovata una soluzione e vi sono stati molti licenziamenti. In Ticino mancano misure volte a parare il colpo di chiusure e dislocamenti». Matteo Pronzini, che nei mesi scorsi aveva sollecitato la Gestione a trattare finalmente la sua mozione, ha rimarcato che «ormai siamo in ritardo. Perché uno dei grossi progetti è nel frattempo partito (centrale Ritom) e l’altro presto inizierà (raddoppio Gottardo). Insisto sull’ospedale di Faido, affinché torni a essere un vero ospedale somatico-acuto, e non una clinica di riabilitazione».
Michele Guerra, relatore della Gestione, ne è certo: «Quando una regione periferica inizia a stare peggio, a pagarne le spese sarà tutto il cantone e la sua popolazione. Lasciare che questo accada, non è la cosa più saggia che la politica possa fare. Bisogna quindi rivitalizzare e ottenere un minimo di autosufficienza». Come? Non con miracoli o grandi azioni, «ma portando linfa nuova. Per farlo ci vuole la volontà politica, come delocalizzare posti di lavoro cantonali». Un’azione che ha in effetti coinvolto alcuni dipartimenti, ma non tutti. Da qui l’appello di Omar Terraneo, a nome del Plr, affinché il governo s’impegni maggiormente. Henrik Bang ha dal canto suo ricordato l’analoga mozione del Ps, risalente al 2012 e accolta, per un vero sostegno alle regioni periferiche: «Confidiamo che nella prossima legislatura si possa finalmente risolvere problemi sempre più gravi». Severo Germano Mattei per Montagna Viva: «Creare posti di lavoro nelle regioni di montagna? Lo chiedo da svariati anni. Quelle odierne sono belle parole che mi commuovono, ma alla fine non si realizza mai niente. Un esempio? Bodio/Giornico per la nuova officina Ffs era un’occasione unica, ma è svanita. Valli abbandonate e inselvatichite non servono a niente».
Il direttore del Dfe, Christian Vitta, ha dal canto suo ricordato che la politica economica regionale poggia su un programma specifico volto al riposizionamento delle zone più discoste. Nel concreto, «il governo discuterà a breve la rivitalizzazione di stabili dismessi e incontrerà presto i promotori della petizione che chiede il rilancio economico delle Tre Valli». Quanto alla decentralizazione di posti di lavoro cantonali, «nel corso degli anni sforzi sono già stati compiuti dal Dipartimento istituzioni, mentre ora si sta valutando la messa a disposizione di spazi per il telelavoro più vicino al domicilio». Quanto alla mozione De Rosa, «quest’anno – ha ricordato Vitta – parte la misura che con 3 milioni di franchi mira a un accompagnamento individualizzato delle persone più a rischio in aziende che non possono più proseguire l’attività». Garantito inoltre l’impegno «nello sviluppo di realtà industriali in regioni periferiche». Quindi la mozione Pronzini: «La richiesta – ha rammentato il consigliere di Stato – s’inserisce nella strategia adottata da governo e parlamento per il riposizionamento delle regioni periferiche. Il CdS si farà promotore di questo percorso nella Leventina nell’ambito del programma d’attuazione 2020/23». Non da ultimo il manager d’area per la zona industriale di Biasca «amplierà il raggio d’azione alla Leventina».