Dopo Guerra e Ppd pro Bodio-Giornico, il socialista Storni chiede altri 150-200 posti di lavoro. De Rosa e Terraneo insistono sulla tratta Castione-Bodio
Nella sala del Gran Consiglio fioccano oggi gli emendamenti sul credito di 100 milioni di franchi che il plenum discuterà verosimilmente domani (martedì). Dopo quelli di Michele Guerra (Lega) e del gruppo Ppd di cui abbiamo riferito la scorsa settimana, ora se ne aggiungono altri. Bruno Storni (Ps) propone di aggiungere un paragrafo all’articolo 1 del decreto legislativo specificando che il versamento “verrà liberato dopo che il Consiglio di Stato avrà ricevuto la garanzia dalle Ffs che nel nuovo stabilimento prevedano, altre alle manutenzioni leggere e pesanti delle flotte Flirt, Giruno ed Etr 610, anche spazi per altre attività di manutenzione nel settore ferroviario Ffs o terzi per almeno 150-200 posti di lavoro a tempo pieno oltre ai 230 previsti”. Il deputato socialista, schieratosi contro il messaggio governativo durante l’ultima seduta del Comitato cantonale Ps, auspica quindi la realizzazione di un’officina dalle competenze più estese rispetto a quelle previste dalle Ferrovie nel comparto di Castione. Un’idea che assomiglia molto al controprogetto del Ps all’iniziativa ‘Giù le mani’ che chiede di rimpolpare il nuovo stabilimento con attività redditizie che le Ffs non intendono attualmente trasferire da Bellinzona a Castione.
Un quarto emendamento lo presenta il presidente della Commissione gestione Raffaele De Rosa (Ppd) secondo cui l’articolo 3 del decreto dovrebbe essere completato con l’incarico al governo affinché avvii “al più presto trattative con le Ffs e le autorità federali al fine di ottenere la realizzazione delle opere di completamento della tratta Bodio-Biasca-Castione, così da garantire l’esercizio ferroviario a pieno regime e assicurare lo sviluppo del traffico regionale, anche a tutela degli abitanti dei centri attraversati dalla pianificata linea AlpTransit (già presenti nel progetto iniziale) nonché garantire collegamenti ferroviari da e per Biasca nell’ottica del progetto Città Ticino, e di presentare un primo rapporto al Gran Consiglio entro il 21 dicembre 2019”.
Il quinto emendamento, analogo a quello di De Rosa, è di Omar Terraneo (Plr) che in qualità di membro della Commissione pianificazione del territorio con una presa di posizione di 30 pagine aveva difeso in dicembre la candidatura della Bassa Leventina quale sede della nuova officina Ffs. Ora, per favorire il riconoscimento di quel comparto come Polo di sviluppo economico nell’ambito del Piano direttore cantonale, chiede che la linea ferroviaria fra Castione e Bodio sia completata senza indugi: il versamento dei 100 milioni – scrive nell’emendamento – potrà essere liberato “dopo che il Consiglio di Stato avrà ricevuto dalle autorità federali e dalle Ffs la garanzia che, come da sempre previsto nel progetto completo di AlpTransit, verrà risolto in tempi ragionevoli il problema dell’incrocio della Giustizia (ndr: tra Osogna e Biasca) mediante la realizzazione di un collegamento non a livello (salto montone)”.
Questo emendamento si ricollega a quelli del gruppo Ppd e di Guerra. Il primo (firmato Fiorenzo Dadò) incarica il Consiglio di Stato di “provvedere affinché la scheda 7 del Piano direttore cantonale sia aggiornata in modo che la zona industriale di Bodio-Giornico sia inserita quale polo di sviluppo economico”. Dal canto suo Guerra chiede in via prioritaria che il CdS “consideri con le Ffs, per un’ultima volta, l’ipotesi di edificare la nuova officina presso l’ex-Monteforno di Bodio-Giornico”. Qualora questo non si avverasse, in via subordinata (insieme a De Rosa, Terraneo, Gina La Mantia del Ps, Gabriele Pinoja dell’Udc e Simone Ghisla del Ppd) chiede che il governo elabori un progetto di sviluppo per i rilancio della Bassa Leventina e della zona ex-Monteforno in grado di generare posti di lavoro”. Il tutto, come pure suggerito dal Ppd, “proponendo l’inserimento di questa zona nei poli di sviluppo economico”.