L'appello del deputato Giorgio Fonio (Ppd) alla regione e alla politica dopo avere appreso che in aprile dieci dipendenti saranno trasferiti da Chiasso a Pollegio
«Questa risposta umilia la nostra regione e i collaboratori che oggi lavorano per le Ferrovie federali svizzere (Ffs) a Chiasso e nel Mendrisiotto». Giorgio Fonio (Ppd) non nasconde la sua delusione dopo aver ricevuto dal governo la risposta alla sua interrogazione bis – firmata con tutti gli altri deputati momò – in merito all’evoluzione dei posti di lavoro alla stazione cittadina. Oltre a essersi visto negare, per la seconda, volta, delucidazioni in merito a una radiografia dei posti di lavoro dal 1990 a oggi – “le Ffs hanno dichiarato di non essere in possesso di tutti i dati storici e di dettaglio richiesti. Il CdS non dispone purtroppo di ulteriori informazioni” – è arrivata nero su bianco la notizia che dal prossimo mese di aprile la stazione perderà altri dieci posti di lavoro. Unità che saranno spostate alla centrale di esercizio di Pollegio, che si occuperà della gestione della stazione di Chiasso Viaggiatori. «È una risposta che fa arrabbiare – commenta, da noi raggiunto, Giorgio Fonio –. Stiamo parlando di una regione importante, il Mendrisiotto, che negli anni ha dato e ricevuto tanto dalle ferrovie in termini occupazionali ma che adesso si vede trattata a pesci in faccia». Il messaggio contenuto nella risposta è «molto chiaro – continua Fonio –. Con una serenità preoccupante viene annunciato che a Chiasso i posti di lavoro saranno ancora ridotti». Riprendendo i dati già forniti nella sua prima risposta (cfr ‘laRegione’ del 12 giugno), il governo indica che alla stazione di Chiasso – i dati sono aggiornati al 1° gennaio di quest’anno – lavorano a tempo pieno 454 persone (114 nel settore Cargo, 200 nell’infrastruttura e 140 nel settore viaggiatori) a cui vanno aggiunti 46 impiegati Tilo. Con l’annunciata perdita di altre dieci unità, «siamo più vicini ai 400 che ai 500 posti di lavoro – annota ancora il deputato momò –. Fermo e restando che nella prima risposta si parlava di 654 unità, ma lasciamo il beneficio dell’errore».
A mente di Giorgio Fonio il momento di attivarsi non può più essere rimandato. «Per anni si è sicuramente dormito – ammette l’esponente del Ppd –. In molti mi dicono che siamo arrivati tardi e probabilmente hanno ragione, ma è anche vero che noi siamo qui oggi e non possiamo sapere cosa succedeva prima». La regione viene quindi invitata a «fare quadrato: dobbiamo decidere se vogliamo gettare la spugna o provare a salvare gli ultimi posti di lavoro». Tra le ipotesi c’è la possibile costituzione di un’associazione a sostegno della stazione, coinvolgendo il personale e tutte le persone che hanno a cuore il futuro dello scalo ferroviario. Ma per Fonio, che invita gli interessati a farsi avanti, anche la politica deve fare la sua parte. «Abbiamo bisogno che i municipi, e in primis quello di Chiasso, invece che fare le foto con Andreas Meyer ringraziandolo per i 200 milioni che dice di investire a Chiasso, battano i pugni sulla scrivania perché in questa risposta viene chiaramente detto che parte di questi soldi serviranno a cancellare altri posti dalla nostra città. Per me investire vuol dire credere in qualcosa e aumentarne il valore anche in termini occupazionali, oltre che a migliorare i servizi già esistenti (attualmente siamo confrontati con un disservizio). A Chiasso si sta però facendo il contrario». I deputati momò valuteranno inoltre se scrivere una lettera direttamente alle Ffs. In chiusura Fonio non risparmia una critica al governo che, a suo dire, «si è limitato a prendere un’informazione delle Ferrovie e a comunicarla, senza però esprimersi in maniera critica piuttosto che politica».