Bellinzonese

Un parco fluviale di consensi

Pareri positivi emersi durante il primo dibattito pubblico. Contrari i contadini. Settimana prossima il legislativo della Città è chiamato a stanziare 250mila franchi per i primi interventi

ilmiofiume.ch
23 febbraio 2019
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Piace il parco fluviale da 76 milioni di franchi previsto in alcuni punti di Bellinzona nel tratto di fiume Ticino compreso fra il ponte della Torretta (nord) e la confluenza del riale Progero a Gudo (sud). Durante il primo dibattuto pubblico organizzato settimana scorsa a Sementina dalla sezione Ppd cittadina, i pareri positivi espressi dalla gremita sala del Ciossetto sull’ampio progetto di rinaturazione hanno di gran lunga superato quelli critici o negativi. Il parco fluviale – è stato sottolineato nelle premesse – sarà finanziato dalla Confederazione nella misura minima dell’80% e comporterà un ripensamento dell’approccio dei bellinzonesi al corso d’acqua che da svariati decenni, dopo la bonifica del Piano di Magadino, rappresenta la colonna vertebrale della capitale. Attorno ad essa la golena è stata nel tempo trasformata in luoghi di svago e di pascolo.

Tutto bene, verrebbe da dire. Se non fosse che l’incanalamento del corso d’acqua non rappresenta più – secondo la Confederazione ­– una soluzione sostenibile per la sicurezza idrologica e per la qualità dell’ambiente naturale. Nel primo caso – ha sottolineato Curzio Petrini, membro comitato di Federpesca – al di là dei massicci prelievi ittici effettuati in passato, nel frattempo ridotti, l’assenza di ambienti ideali per la riproduzione e la persistenza della variabilità dei deflussi causata dagli impianti idroelettrici situati a monte, hanno comportato la decimazione dei pesci e l’impossibilità di aumentare la riproduzione nonostante le massicce immissioni: «La rinaturazione realizzata nel 2013 al Boscone di Moleno – ha aggiunto Petrini – sta dando i frutti sperati. Tanto che la Federpesca sta portando avanti una cinquantina di rinaturazioni puntuali in varie località ticinesi».

Sicurezza e svago

Tornando al fiume Ticino – ha esposto Sandro Peduzzi dell’Ufficio cantonale corsi d’acqua – rinaturazioni sono previste alle confluenze dei riali Guasta, Morobbia, Sementina e Progero tramite l’eliminazione di opere cementificate, l’inserimento di isolotti o slarghi, nonché la realizzazione di percorsi, passerelle e punti d’osservazione. Nei Boschetti di Sementina il letto del fiume sarà allargato, di modo che il libero passaggio nell’area golenale ridurrà l’effetto di erosione in caso di piena. Alla Saleggina di Giubiasco l’intervento mira anche a creare una vasta zona di svago e socializzazione che gradatamente raggiungerà il livello dell’acqua tramite una sorta di spiaggia. Uno dei problemi oggi evidenzianti è anche la diminuzione della sicurezza idrica laddove a causa dell’abbassamento dell’alveo (in media un metro con punte di tre) il piede di sponda in taluni punti non ha più una base solida e rischia di cedere portandosi dietro l’argine sommergibile. Quanto alla rinaturazione pensata come beneficio per l’uomo, sempre Petrini ha ricordato il dibattito accesosi nel 2011 a Lugano attorno alla sistemazione della foce del Cassarate contro la quale era stato lanciato un referendum: «Oggi quel luogo è molto apprezzato e sono certo che anche i bellinzonesi comprenderanno la bontà della rinaturazione del fiume Ticino».

Riserve giungono dal settore agricolo, in particolare per il sacrificio alla Saleggina di 70’000 metri quadrati non agricoli ma oggi usati come pascolo: «Ancora una volta, dopo Castione, è il nostro settore a farne le spese», ha argomentato il presidente dell’Unione contadini Robert Aerni aggiungendo che il ponte ecologico previsto sulla cantonale fra Gudo e Sementina per facilitare il passaggio della selvaggina, rischia di portare nel piano numeri importanti di ungulati affamati, con conseguenti maggiori danni alla campicoltura. Edgardo Malè (presidente del Consorzio correzione fiume Ticino committente dell’opera) e Simone Gianini (municipale di Bellinzona a capo del Dicastero territorio e mobilità) hanno risposto rimarcando da una parte l’impegno del Consorzio sia a mantenere la pastorizia nella zona golenale del Piano di Magadino nonostante non ne abbia l’obbligo, sia a coinvolgere preventivamente i viticoltori situati in prossimità del previsto ponte ecologico; dall’altra l’impegno della Città a pianificare i previsti nuovi insediamenti alla Saleggina (fra cui anche il nuovo ospedale San Giovanni) tenendo in debita considerazione gli interessi e le necessità dei vari settori, primario compreso, anche attraverso ulteriori momenti informativi previsti dalla procedura più in là nel tempo. Dalla sala non sono mancanze sollecitazioni e domande. Un architetto ha invitato il Consorzio a valorizzare la presenza di strutture realizzate durante la bonifica del Piano, opere che potrebbero trovare oggi uno scopo divulgativo. Qualcuno ha poi evidenziato il timore di vedere implementate zone di divieto d’accesso e di caccia a protezione della fauna per la quale la rinaturazione è stata pensata. Ma ulteriori divieti – è stato risposto – sembrano attualmente poco probabili.