Bellinzonese

'Affaire' castelli, la Lega attacca l'Organizzazione turistica

Sullo scoperto da 600mila franchi: 'Necessario cambiare le persone' mentre il Municipio vuole 'far passare alla cassa i cittadini'

Ti-press
14 novembre 2018
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La sezione bellinzonese della Lega dei ticinesi attacca senza mezzi termini l'Organizzazione turistica Bellinzonese e Alto Ticino sulla questione dei Castelli, chiedendo “nuove regole di gestione perché - in questo caso – quelle vecchie sono state fallimentari e hanno generato una perdita di 600'000.-.  Non basta però cambiare le regole, è necessario cambiare le persone, cercando quelle competenti e senza limitarsi alle solite nomine partitiche“. Dal 2010, recita un comunicato leghista,“ci sono stati venduti progetti innovativi ed eventi imperdibili, risultati straordinari, quando invece la situazione era ben diversa. La perdita si è ingrandita, anno dopo anno, con scelte scellerate senza nessuna logica e nessun rispetto dei soldi pubblici. Un fatto ritenuto secondario di fronte allo smisurato desiderio della presidente Flavia Marone e del suo direttore Gianluca Cantarelli di riempire schermi e giornali con le loro ricette miracolose. Diverse delle persone coinvolte con varie funzioni nel turismo bellinzonese, dalla presidente ai membri del CdA al direttore, sono state ben retribuite, chi con stipendi chi con onorari e mandati diretti”.

 E qui il comiunicato della Lega si fa accusatorio: “Il Sindaco e il Municipio, invece di affrettarsi a licenziare un messaggio per pagare un terzo del buco (ben 200'000.-), forse avrebbero dovuto estendere il mandato, così da capire finalmente l’entità reale del problema e le responsabilità dei singoli. Permane inoltre sempre misteriosa l’attività e il destino dei soldi utilizzati della fantomantica Fondazione dei Castelli, di cui il Municipio neppure conosceva l’esistenza. In verità, da quando è stato informato, non è cambiato nulla. Per l'esecutivo l’unica priorità sembra invece essere quella di far passare alla cassa quanto prima i cittadini bellinzonesi, che hanno subito l’effetto dei disastri e dell’arricchimento delle solite e intoccabili persone.

“È troppo facile far pagare alla comunità i gravi errori di poche persone, che quando hanno visto la “malparata” si sono dileguate senza nemmeno riversare un franco di quelli immeritatamente percepiti. Il ricatto chiusura dei castelli è soltanto una forzatura per estorcere il consenso al pagamento di un terzo dello scoperto”.