Elementari nuova Bellinzona: aiuti alle famiglie meno abbienti per appianare il gap fra centro (più caro) e quartieri
Con l’inizio dell’anno scolastico 2018/19 il Municipio della nuova Bellinzona avvia un esercizio di armonizzazione delle tariffe relative ai servizi di mensa scolastica per le Elementari. L’esercizio – che con l’avvento dell’aggregazione tocca molteplici settori, dal costo dell’acqua potabile a quello del servizio raccolta rifiuti, per fare solo due esempi – è anche una risposta alle sollecitazioni giunte sia dal Consiglio comunale, sia da genitori scontenti delle differenze per il medesimo servizio offerto nei quartieri periferici e nel comparto centrale. Per il solo pranzo di mezzogiorno nelle sedi delle Elementari di Giubiasco/Pianezzo (coinvolta l’associazione “Art’è bambini”), Camorino, Gudo, Sementina e Claro (Associazione famiglie diurne del Sopraceneri) il costo ammonta a 8 franchi a pasto, con lo sconto di un franco per chi beneficia di aiuti sociali; nelle sedi del quartiere centrale, le cui pause pranzo sono gestite dall’associazione Polo Sud, si va da 20 franchi a pasto (in caso di frequenza irregolare) a 12-18 franchi per frequenze regolari da uno a quattro giorni la settimana. A dipendenza della sede, come nel caso delle scuole Semine, in questo prezzo è tuttavia inclusa la possibilità di usufruire gratuitamente del doposcuola per due serate e il mercoledì pomeriggio, come pure dell’atelier Natura nelle vacanze autunnali e di Natale. Attività il cui costo a carico delle famiglie, nei quartieri in cui siano organizzate, va ad aggiungersi a quello dei pasti. Resta il fatto che per coloro che iscrivono i figli al solo pasto, la differenza di costo è netta e in taluni casi supera il doppio. Disuguaglianze che concernono anche i servizi gestiti da Polo Sud a Gorduno come pure nelle due sedi di Castione e Arbedo, che però non rientrano nella Città aggregata.
«Il costo è più elevato – spiega Matteo Cheda, responsabile di Polo Sud – laddove il Comune non mette a disposizione a proprie spese i locali per la mensa. Al contrario delle sedi periferiche, dove gli ex Comuni e quello aggregato usavano e usa spazi propri, noi siamo costretti a cercare locali idonei sul mercato immobiliare. Ciò che comporta oneri elevati, anche a fronte del costante aumento degli iscritti. L’ultimo calcolo indica 800 franchi di affitto annuo per ogni posto a tavola. Crescita che da una parte implica la necessità di superfici più ampie e care e dall’altra la riduzione, in proporzione, del contributo comunale, sebbene questo nel complesso sia stato adattato verso l’alto». Il Municipio a partire da questo settembre ha infatti deciso di percorrere tre strade: dapprima ha parificato i costi nei quartieri periferici dove in precedenza c’erano differenze di pochi franchi; quindi un sostegno accresciuto a Polo Sud (da 30 a 37 centesimi per ogni franco pagato dalle famiglie) accogliendone in parte le richieste (50 centesimi); infine – spiegano alla ‘Regione’ Giorgio Soldini (municipale a capo dei Servizi sociali) e Corinna Galli (la funzionaria responsabile del dossier) – ha ora deciso di sostenere maggiormente i genitori meno abbienti, in particolare i beneficiari di assegni integrativi, prima infanzia, prestazioni complementari e assistenziali. Per ogni pasto pagheranno 7 franchi e riceveranno la differenza di quanto pagato in più, sia nel quartiere centrale sia in quelli periferici. Anche il Cantone prevede un aiuto alle famiglie – pari al 20%, che sale al 33% per chi riceve il sussidio di cassa malati – ma solo per i centri extrascolastici riconosciuti.
L’esercizio – annotano Soldini e Galli – non finisce qui. Nel frattempo è infatti stato creato un gruppo di lavoro con l’obiettivo di giungere nel medio termine a un’effettiva e completa armonizzazione dei costi a carico delle famiglie; per riuscirci è tuttavia necessario guardare oltre la pausa pranzo ed estendere il discorso a tutte le attività extrascolastiche gestibili dal Comune o tramite associazioni. Fondamentale sarà l’esito di un sondaggio che il Municipio intende avviare a breve coinvolgendo tutte le famiglie con figli da zero a 16 anni per verificare l’effettivo bisogno sul territorio.