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Truffa milionaria all’ombra di Scientology, chiesti 7 anni

Per la pubblica accusa l’imputato ha agito spinto dalla cupidigia, le pressioni del controverso culto sarebbero solo ‘fumo negli occhi’

Un giro di svariati milioni al centro dell’inchiesta
(Ti-Press)
16 ottobre 2024
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«Questa è la storia di un imprenditore capace, che per soddisfare i propri ego e cupidigia ha sottratto milioni dal patrimonio delle società che gestiva». Questa la versione della pubblica accusa sul trader 53enne a processo alle Assise criminali di Lugano per una serie di reati finanziari e amministrativi milionari. L’uomo, durante l’interrogatorio di ieri, ha giustificato il proprio operato con le pressioni che ha ricevuto dalla Chiesa di Scientology della quale è stato membro per circa vent’anni. «Argomenti stimolanti e succosi, ma altro non sono che una valanga di fumo negli occhi», secondo la procuratrice pubblica Veronica Lipari, che ha chiesto una condanna a sette anni e l’espulsione dalla Svizzera per otto anni.

Società attive nel commercio di materie prime

Durante la requisitoria, la pp ha brevemente ricostruito la biografia dell’uomo – difeso dagli avvocati Tuto Rossi e Damiano Salvini –, confermando in parte anche la sua versione dei fatti. «È un uomo che si è fatto da solo, con grandi capacità. Gli affari andavano bene, ma non benissimo: gli mancavano i capitali per fare il grande salto». L’opportunità di farlo arriva «quando conosce un ricercatore di fondi di Scientology, Chiesa della quale era membro dal 2001. Questo ricercatore spingeva effettivamente affinché l’imputato facesse donazioni e quindi lo ha messo in contatto con altri membri di Scientology di alto rango, con i quali il 53enne ha fondato due società attive nel commercio di materie prime, una con sede in Ticino della quale era azionista di maggioranza e una con sede negli Stati Uniti della quale era azionista di minoranza». Ed è proprio in quest’ultima che entravano i fondi della miliardaria americana, principale finanziatrice su scala mondiale del controverso culto religioso.

Lipari ha precisato che l’imputato e il ricercatore di fondi fossero amici, anche se «immagino che la difesa lo descriverà come uno stalker». I dipendenti inoltre vengono ingaggiati prevalentemente tra le fila della Chiesa fondata da Ron Hubbard. A occuparsi della contabilità era una società esterna ticinese. Il business viene avviato bene, ma per espandersi ulteriormente era necessario l’appoggio delle banche ed è qui che entra in scena l’imputato minore, l’ucraino difeso dall’avvocato Paolo Bernasconi e accusato fondamentalmente di aver falsificato una singola fattura. «I conti non erano solidi e quindi difficilmente revisionabili: il 46enne non disponeva di un quadro completo e ha iniziato a porre domande».

‘Patrimonio delle società come un pozzo privato’

«La pubblica accusa non contesta che l’imputato principale sia un ottimo trader – ha poi aggiunto la pp –: in poco più di due anni ha generato una cifra d’affari milionaria (riferendosi alla società con sede in Ticino, ndr). Ma la cifra d’affari non è l’utile e sebbene ci sia stato un boom degli affari, non ci sono stati guadagni». E questo a causa delle presunte malversazioni. Soldi che l’uomo avrebbe prelevato dai fondi delle società che gestiva, sia per tappare buchi di vari debiti sia per spese personali «indipendentemente che si tratti di donazioni a Scientology o di vacanze» ha detto Lipari. «Ha utilizzato il patrimonio come un pozzo dal quale attingere, per far vivere sé e la sua famiglia in un lusso ben al di sopra delle sue possibilità. Ha mentito, creato documenti falsi, lasciato buchi milionari sul gobbone di società che avrebbe dovuto tutelare. La presunta volontà di restituire il denaro non lo autorizzava a delinquere. Al limite si sarebbe trattato di un risarcimento, che non cancella il reato».

Dagli Stati Uniti un’investigazione privata

Lipari ha pure sottolineato che, per portare a termine il proprio piano, il 53enne si è servito di diverse società estere, tutte a lui riconducibili, ma questo non sarebbe stato noto alla società americana. Quest’ultima sarebbe stata anzi ingannata, da qui l’ipotesi di truffa oltre a quella di amministrazione infedele aggravata, tramite bilanci falsificati che mostravano come la società ticinese realizzasse utili quando invece era in perdita o sull’orlo della perdita a seconda degli anni. In tal modo, avrebbe ottenuto svariati milioni di dollari di prestiti. Tuttavia, a un certo punto i rapporti con la società statunitense si guastano e questa dà mandato a una società d’investigazione privata, arrivando infine nella primavera del 2023 a sporgere denuncia contro l’ex socio in affari.

Otto mesi per il 46enne

La procuratrice ha sottolineato come il 53enne non sia stato ricattato né minacciato da Scientology: i soldi gli venivano chiesti, anche se insistentemente, per quella che avrebbe dovuto essere una buona causa e lui accettava. «Il messaggio che ha voluto far passare in aula è totalmente infondato». Se la sua colpa è stata definita grave sia da un punto di vista oggettivo sia soggettivo, quella del 46enne è ritenuta invece media. Tuttavia, per la pp anche lui ha agito «consapevolmente aiutando il 53enne a danneggiare il patrimonio della società, negando fino alla fine le sue responsabilità con giustificazioni ideate a posteriori». Per lui la pp ritiene adeguata una pena detentiva di otto mesi.

‘La tesi difensiva è una bugia colossale’

Prima dell’intervento delle difese, ha preso parola anche Goran Mazzucchelli a nome delle accusatrici private, ovvero le due società (una ticinese e l’altra statunitense) che sarebbero state danneggiate dal 53enne. «La tesi secondo la quale avrebbe rubato per fare delle donazioni a Scientology è una bugia colossale – ha detto – e lo dimostra la sua attitudine predatoria: anche dopo che i soci americani gli avevano concesso la chance di iniziare a restituire il maltolto, lui ha continuato a depradarne i fondi. Inoltre, se davvero avesse voluto fare delle donazioni trasparenti, non sarebbe passato da un meccanismo talmente complesso, svuotando sistematicamente i conti delle società». Sono circa 25 milioni, in totale, le pretese civili mosse nei confronti dell’imputato.

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