Emergono i dettagli della voragine finanziaria all'origine dell'accusa nei confronti dell'imprenditore 52enne che si trova in prigione dal giugno 2023
Si aggira attorno ai 16,5 milioni di franchi la voragine finanziaria creata dal 52enne cittadino italiano residente nel Luganese, che è stato arrestato nel giugno del 2023 e da allora è dietro le sbarre. La cifra emerge dall’atto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Veronica Lipari, che poggia su un’approfondita analisi di centinaia di pagine, allestita dall’Équipe finanziaria del Ministero pubblico (Efin). L’imprenditore luganese, che era attivo da diversi anni nel trading di materie prime, sempre stando alle ipotesi accusatorie, avrebbe inoltre svuotato in maniera illecita la società di cui era amministratore unico fino a qualche anno fa.
Sono in sostanza queste le principali novità emerse in seguito alla notizia che abbiamo pubblicato ieri. Come anticipato, la chiesa di Scientology in questa vicenda rimane sullo sfondo: ha un ruolo di secondo piano. I due protagonisti principali di questa storia sono entrambi sostenitori della religione di Ron Hubbard. O meglio, il 52enne lo era e ci aveva messo tanto denaro, mentre la ricca donna statunitense, che lo ha denunciato al Ministero pubblico, la finanzia tuttora. E Scientology è probabilmente la ragione per la quale i due si sono conosciuti, oltre un decennio fa. Poi, la ricca donna americana decise di investire nella società che all’epoca era gestita dal 52enne. Fino a costituire un’altra società e a diventare azionista più o meno paritetica con lui. L’accordo tra loro prevedeva che la donna mettesse il denaro, mentre l’uomo aveva mansioni operative e il compito di far crescere la società e generare utili.
Tuttavia, dopo diversi anni, la società, alla quale aveva partecipato finanziariamente la donna americana e che l’imprenditore luganese conduceva, ha subito importanti danni economici. Danni che, stando all’accusa, avrebbe commesso proprio il 52enne attraverso una serie di malversazioni finanziarie, tra le quali spicca la ripetuta amministrazione infedele. Nell’atto d’accusa, però, c’è di più: tramite varie modalità l’uomo avrebbe fatto sparire, in maniera illecita, tanti milioni di franchi anche dalla società che amministrava, almeno 7,5 milioni di franchi. Come si ricorderà il 52enne, al processo che sarà aggiornato di fronte a una Corte delle assise criminali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, dovrà rispondere anche delle ipotesi di reato di truffa, riciclaggio aggravato e falsità in documenti, assieme a un presunto complice, un 46enne di nazionalità ucraina. Alla luce dell’entità del “buco”, la pp Lipari è orientata a chiedere, nei confronti dell’imprenditore luganese, una pena superiore ai cinque anni di reclusione.
In base alla ricostruzione finanziaria effettuata dal Ministero pubblico, inoltre, risulta che l’uomo ha sì versato parecchi soldi a favore di Scientology, ma “solo” una minima parte, ossia circa 1,6 milioni di franchi. Queste cifre che emergono dall’analisi effettuata dall’Efin, sconfessano la tesi raccontata da Tuto Rossi, legale del 52enne, secondo cui il proprio cliente ha bonificato quasi tutto il denaro a favore di chi lo accusa, cioè la chiesa di Scientology. Una tesi che probabilmente verrà riproposta in aula penale. La signora che in questo procedimento figura in veste di vittima, se avesse voluto sostenere Scientology, avrebbe agito direttamente, come ha sempre fatto, e non avrebbe investito soldi in una società assieme all’imprenditore luganese.