Il Pab5 evidenzia un’importante disponibilità di stalli presi in affitto da lavoratori non residenti, a fronte di un trasporto pubblico migliorato
Già ridottosi significativamente nell’arco dell’ultimo ventennio quale misura affiancatrice e preparatoria al semisvincolo, a Bellinzona è destinato a subire un’ulteriore stretta il numero di posteggi privati, specialmente quelli occupati in affitto dai pendolari. Non si tratta di tagliare gli stalli già esistenti – vale infatti il principio del diritto acquisito – ma di valutare al ribasso il fabbisogno di quelli prevedibili nell’ambito di nuove edificazioni abitative. Lo si apprende dal Pab5, il Programma di agglomerato del Bellinzonese di quinta generazione il cui iter di approvazione è entrato nel vivo durante l’estate. Com’era stato il caso delle prime tre generazioni (la quarta non c’è stata), sono tantissime le misure previste, in buona parte legate alla mobilità pubblica e privata. Finora inserita nel Piano di azione comunale, la misura Gt2 relativa ai posteggi privati viene dunque codificata nel Pab: questo significa che la capitale ticinese dovrà entrare in materia con un orizzonte di realizzazione 2028/31 (priorità A). Non vengono per contro citati, e quindi non sembrano essere coinvolti nell’esercizio, i quattro Comuni della cintura non aggregati.
Andando al nocciolo della questione, che interessa centinaia di automobilisti pendolari, il capitolo ‘Elaborazione di un regolamento per i posteggi privati’ specifica che “l’analisi della situazione attuale e delle tendenze di sviluppo ha rilevato un’importante disponibilità di posteggi privati a uso residenziale e lavorativo”. La conseguenza, così facendo, è che si “incoraggia l’utilizzo del mezzo privato per gli spostamenti quotidiani”. Ciò si traduce, soprattutto, in un numero significativo di lavoratori che raggiungono Bellinzona in auto, quando invece bus, treno e mobilità dolce potrebbero rappresentare una valida e pratica alternativa per una parte significativa di loro. Perciò “coerentemente con uno sviluppo centripeto focalizzato sulla mobilità sostenibile, è necessario rivalutare il concetto di stazionamento”, appunto considerando anche “il potenziamento del trasporto pubblico e delle vie pedonali e ciclabili”.
Ma come agire nel concreto per contenere la messa in affitto esterna degli stalli, pratica non illegale ma per certi versi in contrasto col fabbisogno residenziale? La chiave di volta è stata individuata nelle attuali norme edilizie che in ambito pianificatorio impongono ai privati la realizzazione di un numero minimo di posteggi indipendentemente dall’ubicazione. Si pensi specialmente agli edifici plurifamiliari e in ogni caso ai complessi abitativi con più o tanti appartamenti. La misura “consiste nel modificare le norme edilizie” affinché si realizzino meno posteggi “in funzione sia dell’ubicazione, sia della qualità del trasporto pubblico”. Così facendo, soddisfatte le esigenze di stalli per i veicoli dei residenti e dei loro ospiti saltuari, non dovrebbero più esserci posti auto in esubero, i quali attualmente sono come detto non di rado affittati a persone che risiedono altrove e che lavorano nelle vicinanze del parcheggio. L’attuazione di questa misura “non comporta consumo di superficie e di suolo e non è in conflitto con la protezione dell’ambiente”. Anzi, gli effetti attesi sull’ambiente “sono positivi: grazie alla disincentivazione del traffico individuale motorizzato vi sarà una riduzione delle emissioni foniche e atmosferiche”. Da notare che in questa direzione si muove uno dei principali progetti edilizi previsti nella Turrita, ossia il nuovo Quartiere Officine che avrà una disponibilità assai contenuta di stalli per vetture, considerata la vicinanza con la stazione ferroviaria e il nodo intermodale.
Ai posteggi pubblici è dedicata la misura successiva, la Gt3, che con la stessa tempistica della Gt2 mira ad approfondire lo studio per il calcolo del fabbisogno. Questa volta viene spiegato che “l’analisi della situazione attuale e delle tendenze di sviluppo ha evidenziato come i posteggi pubblici sono attualmente dislocati un po’ ovunque sul territorio. Tranne che per gli autosili di piazza del Sole e della Cervia, sono generalmente a cielo aperto, occupando aree interessanti che potrebbero essere destinate a diverso utilizzo”. Perciò, anche qui, “coerentemente con uno sviluppo centripeto focalizzato sulla mobilità sostenibile, è necessario rivalutare il concetto di stazionamento, per rapporto anche al potenziamento del trasporto pubblico e delle vie pedonali e ciclabili”. Nello specifico la misura consiste nel “completare e approfondire lo studio inerente il calcolo del fabbisogno di stazionamento pubblico nei 13 quartieri della Città, per valutare l’adeguatezza dell’offerta e concentrarla possibilmente in strutture sotterranee”.
Si cita, a titolo di esempio, la misura volta a riqualificare gli spazi pubblici in piazza Mesolcina, l’ampio spazio presente di fronte alle scuole elementari Nord all’intersezione tra via San Gottardo (principale asse di entrata da nord in città) e viale Motta che conduce allo stadio: “Ha servizi quali bar, ristoranti, farmacia e piccoli negozi e un’ubicazione strategica rispetto allo sviluppo dei quartieri a nord. Gli spazi liberi sono oggi in parte occupati da posteggi e vi è una fermata del bus”. Spazio che ha “un grande potenziale di riqualifica che si vuole valutare con uno studio urbanistico” nell’ambito anche dell’approfondimento sul fabbisogno di posteggi pubblici: tutto ciò insieme all’idea “di un autosilo su viale Motta permette di trovare una soluzione alternativa per i posteggi oggi presenti. Su viale Motta è inoltre prevista una riqualifica a favore della mobilità pedonale e ciclistica”. L’obiettivo è “mantenere, sviluppare e valorizzare dei luoghi di riferimento e di fruizione pubblica significativi per la popolazione nei centri di quartiere, che creino un senso di identità e appropriazione”. La misura in generale “contribuisce a valorizzare gli spazi liberi considerando gli aspetti di qualità urbanistica, del verde urbano, della qualità di connessione dei percorsi per la mobilità lenta con il contesto della sicurezza, dell’inserimento di contenuti pubblici e del mitigamento delle isole di calore”.
Infine, per quanto riguarda viale Motta, nel tratto fra l’incrocio con via Mirasole e in direzione del fiume Ticino il Pab5 mira a introdurre una gestione stradale di tipo ‘strada ciclabile’ con la precedenza assegnata alle biciclette. Tratto che peraltro è attualmente in procinto di essere inserito in Zona 30, condizione necessaria per poter implementare una strada ciclabile. Nel tratto invece verso piazza Mesolcina è previsto un nuovo percorso ciclopedonale sul lato stadio, integrato in un progetto di riqualifica stradale che prevede lo spostamento del filare alberato e l’introduzione del limite 30.