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La Mesolcina rispedisce al mittente ‘le falsità’ di Mörgeli

Crollo dell’A13: l’ex presidente della Regione replica all’accusa di ‘pericolosa rinaturazione della Moesa figlia di ambientalismo estremo’

Domani, 5 luglio, la riapertura di una corsia bidirezionale
(Ti-Press)
4 luglio 2024
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Se Christoph Mörgeli cannoneggia sulla ‘Weltwoche’, la Mesolcina risponde con un siluro. Quello che sembrava essere un articolo rivelatore di errori clamorosi, a sud del San Bernardino viene definito «un bieco attacco politico basato su falsità e interpretazione sbagliata della situazione», dichiara al nostro giornale l’avvocato Andrea Toschini, già presidente dell’allora Regione Mesolcina oggi Regione Moesa. Tema del contendere il crollo dell’A13 fra Lostallo e Soazza verificatosi il 21 giugno a causa del maltempo. Quasi 200 metri di autostrada che l’Ustra sta ricostruendo a tempo di record, con riapertura di una corsia bidirezionale prevista domani. Storico di formazione, ex consigliere nazionale Udc e dal 2015 giornalista del settimanale di destra ‘Weltwoche’, il 26 giugno Mörgeli ha pubblicato l’articolo intitolato ‘Disastri fatti in casa’ nel quale sostiene che la politica di rinaturazione dei corsi d’acqua, sostenuta dagli ambientalisti e finanziata dalla Confederazione su scala nazionale, porta a scenari come quello verificatosi sull’A13. Qui geologi e forestali hanno stabilito che i detriti scesi dalla Val d’Orbell, una volta raggiunto il fondovalle hanno modificato il tracciato della Moesa in piena, la quale spostandosi sulla destra ha eroso il piede dell’autostrada facendola collassare appena prima del viadotto Boffalora. A13, rimarca l’articolista, che è il secondo collegamento nord-sud più importante della Svizzera dopo il Gottardo.


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Il giornalista ed ex consigliere nazionale Udc, Christoph Mörgeli

‘Azione rischiosa’

Christoph Mörgeli se la prende con i responsabili della rinaturazione, fra il 2007 e il 2009, dell’area golenale della Moesa fra le zone Carestia e Fordecia situate appena a monte sia del punto in cui l’A13 è crollata, sia dell’intersezione con la Val d’Orbell. Sostiene che non si sia valutato correttamente il rischio di un evento estremo. “Il fatto che si potessero prevedere detriti dalla Val d’Orbell – scrive – non è menzionato da nessuna parte nella relazione finale. Il ‘ripristino’ di corsi d’acqua, precedentemente canalizzati, a uno ‘stato quasi naturale’ è un’azione rischiosa figlia dell’ideologia ecologista ampiamente promossa e finanziata dal governo federale, dai Cantoni e dai Comuni. Inoltre, secondo l’idea prevalente negli uffici di pianificazione urbana, i fiumi rinaturati attenuano le inondazioni a valle avendo la possibilità di tracimare ai lati”. Mörgeli – ma lo stesso emerge dai documenti consultabili su internet – spiega correttamente che a nord della foce della Val d’Orbell nelle zone Carestia e Fordecia sono stati rimossi rispettivamente 300 e 200 metri di argini sulla sponda sinistra della Moesa e l’alveo è stato allargato; invece sulla sponda destra, lato A13, sono stati rinforzati gli argini e posati massi nell’alveo che si stava erodendo minacciando la stabilità degli argini stessi. Lavori costati 300mila franchi e che – stando all’Ufficio grigionese per la natura e l’ambiente citato dallo stesso Mörgeli – hanno permesso di ripristinare la dinamica alluvionale sul lato sinistro della Moesa, arrestare l’abbassamento del letto, favorire la formazione di banchi ghiaiosi e assicurare l’ecosistema golenale.

‘Meglio un fiume canalizzato’

E qui parte la filippica ideologica: “I nostri antenati non erano così limitati come immaginano gli odierni rinaturalizzatori, ecologisti e biologi. Pensavano giustamente che un fiume canalizzato può gestire una maggior quantità d’acqua perché ha poche perdite per attrito. Quando il fiume viene allargato, può scorrere più lentamente, ma si lacera e si erode ancora di più nel restringimento successivo”. Nel caso specifico, “tutto ciò è avvenuto sotto la pianificazione strategica dell’Ufficio federale dell’ambiente e delle unità cantonali competenti”. Il progetto, fra le altre cose, “viene celebrato nelle schede di didattica ambientale nelle quali si indica che la strada sarà preservata”. Secondo Mörgeli l’evento del 21 giugno “ha smentito tali affermazioni. Non si è parlato di sicurezza contro le inondazioni e l’A13 è crollata”.


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Andrea Toschini, già presidente della Regione Mesolcina

‘Soprattutto una valle di persone’

Ma Andrea Toschini, come detto, non ci sta. «Il contesto generale in cui Mörgeli getta la Mesolcina è quello di una ‘querelle’ politica fra Udc e Verdi», spiega al nostro giornale. «A lui non importa, e infatti non lo cita minimamente, che la Mesolcina oltre che una via di transito è soprattutto una valle abitata da 6’000 persone. E che il maltempo ha ucciso due persone (una terza è ancora dispersa), ha raso al suolo tre abitazioni, ne ha danneggiate decine (c’è gente che ha perso tutto), ha scaricato a valle 400’000 metri cubi di massi e detriti, ha cagionato danni per oltre 50 milioni di franchi a edifici, infrastrutture pubbliche, opere di protezione e strade, fra cui quel tratto di autostrada. È quindi sbagliato dimenticare il contesto di un evento meteorologico estremamente ampio e violento, per limitarsi ai soli danni subiti dall’A13, quasi si sia trattato di un normale temporale».

Nel 2019 protezione potenziata

Il danno – ricorda Toschini ribadendo quanto già affermato dai tecnici – è dovuto alla Moesa in piena e a un’ingente colata detritica scesa lungo il riale della Val d’Orbell. «Già il 12 giugno 2019, proprio in quello stesso punto e sempre in seguito a una colata della Val d’Orbell, l’A13 era stata chiusa», ma solo alcune ore e a titolo precauzionale. «In quell’occasione l’argine di sponda destra, rovinatosi, era stato ripristinato; e a ridosso dell’A13 l’Ustra aveva aggiunto una scogliera in blocchi di pietra». Opere spazzate vie cinque anni dopo a causa dei due fattori concomitanti, la cui frequenza accresciuta potrebbe ora indurre Confederazione e Cantone Grigioni a ulteriormente securizzare l’autostrada.

‘Nessun nesso causale’

Già, la furia della natura. Della Mesolcina, prosegue l’ex presidente regionale, «conosciamo bene i rischi derivanti dalla vita fra le montagne. Anche noi, come chi ci ha preceduto, abbiamo continuato a erigere opere di protezione. Affermare che la nostra generazione sia stata così sprovveduta da aver arbitrariamente rimosso gli argini e le protezioni realizzate dai nostri avi è offensivo. Sostenere che la rinaturazione a monte del riale Val d’Orbell sia stata la causa della distruzione dell’autostrada è falso». La rinaturazione del 2007 «non ha alcun nesso causale con quanto successo oggi. Rinaturando la sponda sinistra si è dato sfogo alle acque nel lato della Moesa opposto all’A13; il cui argine era stato rinforzato con lo scopo appunto di proteggere maggiormente l’asse viario. Argine che era stato eroso dal maltempo nel 2006».

‘Sbagliato strumentalizzare’

Ampliando il discorso, Toschini afferma di non avere le competenze necessarie per giudicare in modo generalizzato e astratto se le rinaturazioni dei fiumi siano o meno sempre opportune. Ogni situazione richiede una soluzione ad hoc. «So però con certezza che nel caso di Soazza, Christoph Mörgeli sbaglia e che non è giusto strumentalizzare la Mesolcina – men che meno in questo momento – per delle diatribe politiche federali. Visto quanto poi successo in Vallemaggia e Vallese, cui va tutta la nostra solidarietà, confido che Mörgeli non abbia ora il cattivo gusto di tirare in ballo anche loro. Questo per noi è un momento di cordoglio; inoltre abbiamo montagne di detriti da spalare per ripristinare la sicurezza e tornare a una vita normale. Doversi fermare per rispondere a chi, per i suoi meri calcoli politici, vuole attribuirci patenti di ingenuità è spiacevole e frustrante».