Sulla carta più forte di Ungheria e Scozia – prime avversarie dei rossocrociati agli Europei – la Svizzera non deve comunque sottovalutarle
Fate in modo che quanto successo a Bucarest tre anni fa non rimanga un caso isolato. È questo l’appello che i tifosi svizzeri rivolgono in queste ore a Murat Yakin e agli uomini da lui convocati per disputare i Campionati continentali apertisi ieri sera a Monaco di Baviera. In Romania, la sera del 28 giugno 2021, andò in scena la partita più importante della nostra storia calcistica. Ai rossocrociati, allora allenati da Vladimir Petković, riuscì infatti un’autentica impresa: furono capaci dapprima di riacciuffare sul 3-3, allo scadere, nientemeno che la Francia campione del mondo, e in seguito addirittura di sconfiggerla ai calci di rigore. La parata decisiva di Yann Sommer sulla superstar Kylian Mbappé consentì agli elvetici di accedere ai quarti di finale, risultato mai raggiunto prima malgrado più di un tentativo.
Tornare di nuovo a vincere uno scontro a eliminazione diretta è dunque ciò che tutti chiediamo alla truppa rossocrociata, ormai divenuta una presenza fissa nei grandi tornei. Il potenziale per riuscire a farlo c’è tutto: nella rosa – un buon mix fra giovani e senatori – figurano del resto giocatori che sono leader indiscussi in alcuni dei club più prestigiosi del Vecchio mondo. E poi, ranking Fifa alla mano, la Svizzera (19a forza al mondo) occupa la decima posizione fra le squadre qualificatesi per la rassegna continentale, e quindi non è affatto azzardato immaginare che possa di nuovo inserirsi fra le migliori otto. Bastassero queste graduatorie, non dovrebbe esserci alcun problema, oggi pomeriggio, a superare l’Ungheria (26a posizione), e ancor più facile dovrebbe essere la gara contro la Scozia (39a) maltrattata dai tedeschi poche ore fa, in programma mercoledì prossimo. Gli unici fastidi, insomma, potremmo riceverli dai padroni di casa, che affronteremo domenica 23 nell’ultimo impegno della prima fase: ma nemmeno dovremmo tremare troppo in attesa di quella sfida, visto che la Germania è soltanto 16a dei valori planetari. Statistiche e classifiche, però, solo di rado fotografano fedelmente le realtà: anzi, spesso sono assai bugiarde. E dunque andrà assolutamente evitato di sottovalutare chicchessia: sarebbe un errore imperdonabile.
Magiari e scozzesi, infatti, pur inseriti in gruppi di qualificazione più difficili, hanno staccato il biglietto per l’Euro faticando molto meno di noi, che a un certo punto – per colpa di una drastica involuzione in termini di prestazioni e risultati – abbiamo addirittura rischiato di restare a casa, salvo poi riuscire a timbrare il passaporto in extremis, lasciando però il primo posto nel girone ai rumeni, contro cui abbiamo ottenuto soltanto un pareggio. Anche la Scozia è giunta seconda, però è stata capace di battere 2-0 la Spagna. E l’Ungheria, dal canto suo, nell’intera campagna non ha perso neanche una volta. Dunque, occhio. Vero è – d’altra parte – che a superare il primo scoglio saranno anche le quattro migliori terze classificate, ma speculare è sempre molto pericoloso: meglio non correre rischi e cercare di raccogliere più punti possibili già da subito. A patto, ovvio, di non fare come in Sudafrica quattordici anni fa, quando cominciammo col botto – battendo all’esordio addirittura la Spagna – per poi farci dileggiare da Cile e Honduras, avversari che senza dubbio sciaguratamente prendemmo sotto gamba.