I magiari superano la Scozia, paura per Varga

Tanta paura per l’ungherese Barnabás Varga, scontratosi al 68’ col portiere scozzese Gunn e rimasto immobile sul campo mentre i medici tardavano a capire la gravità della situazione. Fino al 90’ non c’è altro da raccontare di un’Ungheria-Scozia soporifera, con l’Europeo che ripiombava in un déjà-vu del caso Eriksen, quando il danese, tre anni fa, si accasciò al suolo durante Danimarca-Finlandia. Anche qui, come allora, sono spuntati i teloni per non far vedere al pubblico cosa stesse accadendo, mentre Varga veniva portato via in barella tra lo sguardo attonito dei presenti. Tutto il resto è noia: una partita da sbadigli in cui sembrava che nessuno avesse avvisato le squadre del bisogno di vincere per sperare di passare il turno.

L’Ungheria inizia disponendo sette giocatori sulla linea di centrocampo: sembra una dichiarazione d’intenti, ma è un fuoco di paglia. Ancora peggio la Scozia, la cui pochezza tecnica non pare degna di un Europeo.

Il primo sussulto è al 58’ dopo una discesa di McGinn che si conclude con un corner conquistato: poca roba.

Il vero boato arriva quando l’arbitro concede dieci minuti di recupero, come se la gente sapesse che di lì a poco sarebbe finalmente accaduto qualcosa: c’è subito la prima vera palla gol, un tiro di Szoboszlai respinto da Gunn, poi il subentrato Csoboth colpisce il palo. Dopo una serie di ribaltamenti di fronte c’è un’occasione per la Scozia, ma Gulacsi chiude la porta a Hanley. Le squadre si allungano ed è l’Ungheria a passare con Csoboth, un contropiede talmente telefonato che i tifosi esultano un paio di secondi in anticipo. La Scozia torna a casa, gli ungheresi vengono rassicurati sulle condizioni di Varga, dichiarato “cosciente e fuori pericolo”, ma restano in attesa di notizie dagli altri gironi: dai risultati altrui ora dipende la loro permanenza nel torneo.