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Diritti alla pari, la strada delle donne è ancora lunga

Nella Città del Bilancio di genere, Mendrisio, abbiamo dato voce a sei candidate. Priorità di questo 8 marzo 2024? La conciliabilità lavoro-famiglia

Le vie al femminile, un altro passo avanti
(Ti-Press/Archivio)
8 marzo 2024
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In vista delle Comunali di aprile abbiamo voluto dare voce alle donne nella giornata a loro dedicata, l’8 marzo. Così abbiamo interpellato sei candidate al Municipio di Mendrisio di altrettante forze politiche in campo. Ovvero Martina Arizanov (Plr), Davina Fitas (Centro-Verdi liberali), Claudia Crivelli Barella (AlternativA), Simona Rossini (Lega-Indipendenti), Antonia Bremer (Lista civica per Mendrisio) e Gabriella Pogliani (Udc-Udf). Dal loro osservatorio di politiche di milizia, a che punto siamo sulla strada delle pari opportunità?

Partiamo dai dati statistici. I numeri sono quanto mai rivelatori quando si parla di… differenze di genere. Secondo i dati Ustat (Ufficio cantonale di statistica) nel 2023 in Ticino oltre il 50 per cento delle ragazze frequentava le scuole Medie superiori, più dei ragazzi (il 40 per cento). Eppure nel mondo del lavoro per la maggior parte (il 69 per cento) sono le donne a occupare posti senza funzioni di responsabilità. Infatti, poco più di una donna su dieci ha una posizione di responsabilità o è membro di direzione, contro oltre un uomo su quattro. Quanto ai salari, nel settore privato le donne hanno buste paga più basse del 13,9 per cento, per un totale di circa 764 franchi in meno al mese. Nel pubblico lo scarto tra i salari maschili e femminili è dell’8,2 per cento, in buona sostanza di circa 623 franchi. Non solo, in Svizzera il tasso di povertà assoluta e il tasso di rischio di povertà sembrano essere leggermente più alti per le donne.

Anche in politica, oltre 50 anni dalla conquista del diritto di voto, la strada pare ancora lunga: la presenza femminile tra Consigli comunali, Municipi, Gran Consiglio e Deputazione ticinese a Berna oscilla tra il 20 e il 32 per cento. Nota positiva il ritorno nel governo cantonale di una donna, Marina Carobbio. Avvicinando la lente si nota come si contino 115 donne nei Municipi, 795 nei Consigli comunali, 29 in Gran Consiglio (fanno stato le cifre sino al 5 aprile 2023). Ustat rileva poi come, sul versante della partecipazione al voto (base le ultime elezioni cantonali), “la situazione appare complessivamente egualitaria”. Con qualche distinguo anagrafico: le donne superano, anche se solo leggermente, gli uomini nelle fasce d’età sino ai 49 anni, poi le tendenza si inverte.

Tornando alla realtà di Mendrisio, nel 2019 la Città rompe gli indugi, primo polo urbano a passare dal principio alla pratica della parità di genere. Spuntò una mozione interpartitica – prima firmataria Françoise Gehring – presentata l’8 marzo del 2016. Dopo il bilancio di genere e il primo Piano di Azione delle Politiche di genere a livello comunale (nel 2022), Mendrisio è riuscita a fare la differenza?

ARIZANOV – Quello della parità di genere è sicuramente un processo lungo che richiede sia un intervento mirato da parte delle istituzioni pubbliche sia una maggiore sensibilizzazione della popolazione. Mendrisio è riuscita indubbiamente a iniziarlo al meglio attraverso diverse iniziative e azioni mirate, supportando la conciliabilità tra sfera famigliare e professionale in un’ottica comunale. Ampliare l’offerta di doposcuola, dedicare nomi di vie a donne illustri e concedere congedi paternità sono alcuni esempi concreti di quanto fatto finora.

FITAS – Di strada ne dobbiamo ancora fare, ma ci stiamo impegnando per fare la differenza, anche con atti parlamentari puntuali come la mozione da noi promossa ‘Mendrisio istituisca una sezione di scuola d’infanzia con orario prolungato’, che ha sicuramente contribuito a lanciare la problematica e a compiere ragionamenti sul tema. Inoltre, a Mendrisio la parità di genere non è più un tabù, tant’è che siamo il primo e unico Comune ad avere un Dicastero socialità e pari opportunità, che ha permesso di portare le politiche di genere tra le priorità municipali. Tuttavia è importante non abbassare la guardia e continuare a mantenere l’attenzione sulle pari opportunità come tema trasversale a tutte le politiche pubbliche.

CRIVELLI BARELLA – L’introduzione del bilancio di genere ha rappresentato per la Città di Mendrisio un’importante occasione di confronto e di riflessione su un tema abitualmente trascurato nel dibattito pubblico, ma di fondamentale importanza per il benessere della cittadinanza, ovvero quello della parità di genere e della promozione delle pari opportunità. L’auspicio nel rapporto è che questo primo bilancio di genere inauguri l’impegno da parte del Comune a completare il percorso di riflessione interno all’amministrazione, allargandolo anche ad altri attori, sociali ed economici del territorio. A valorizzare il punto di vista delle donne dando spazio e visibilità alla differenza di genere anche fuori dai luoghi istituzionali. A dare piena attuazione alla democrazia partecipata che ancora manifesta forme più o meno intense di disparità di genere.

ROSSINI – Sono subentrata in Consiglio comunale nel 2019 e ho vissuto marginalmente la nascita del Bilancio di genere a Mendrisio. Dal mio punto di vista questo Bilancio fa la differenza nel realizzare una Città a misura di entrambi i generi, abbracciando una politica di condivisione di reali pari opportunità. Penso a donne che non dovrebbero più essere sotto-impiegate ma accompagnate nella conciliabilità tra lavoro e famiglia e con salari pari agli uomini. Donne che possono lavorare tanto quanto gli uomini grazie ad asili nido a disposizione, istituti scolastici che offrono orari flessibili, servizi e beni di prima necessità a portata di mano nel tragitto lavoro-casa. Donne che possono definirsi veramente libere perché indipendenti economicamente, grande privilegio di cui le nuove generazioni devono godere assolutamente. Genere femminile che può contare su una maternità e un pronto soccorso pediatrico in città, senza dover avere maggiori ansie a causa di servizi mancanti proprio nei momenti di grande fragilità emotiva (in taluni casi anche fisica) del genere femminile. Questi punti per me sono irrinunciabili.

BREMER – Il bilancio di genere è uno strumento utile per un’analisi sociodemografica della popolazione in funzione di interventi anche quando essi non siano destinati soltanto al genere femminile. Attraverso un bilancio di genere si può accrescere la consapevolezza dell’impatto che le scelte o le risorse possono avere su una determinata fascia di popolazione. Perciò sì, in questo senso Mendrisio è riuscita a fare la differenza, a patto che il bilancio di genere non si fermi solo al livello di rendicontazione o al Primo piano di Azione delle Politiche di genere, ma diventi uno strumento abituale per incidere sulle decisioni politiche e di bilancio.

POGLIANI – Mendrisio è stata una città pioniera in questo ambito. Il bilancio di genere ha fornito dati per comprendere meglio la situazione sociodemografica della popolazione e mettere in luce le potenziali e reali criticità. È necessario valutare però quali di questi siano realmente utili e quali invece, forse, superflui. La consapevolezza della situazione è basilare per poter apportare dei cambiamenti significativi e favorire politiche che tengano conto delle esigenze e prospettive femminili. Questo però non deve spingere le autorità a forzare le cose con studi eccessivamente dispendiosi e sovradimensionati.

Secondo voi qual è la prossima decisione irrinunciabile?

ARIZANOV – Concedere maggiore flessibilità. La promozione del telelavoro, un ulteriore ampliamento dell’offerta di programmi doposcuola, asili nido più accessibili economicamente sono solo alcune misure che consentirebbero di gestire maggiormente la sfera famigliare, ottimizzando al meglio le risorse da dedicare alla sfera professionale. Non da ultimo, una maggiore conciliazione tra queste due sfere incentiverebbe maggiormente la natalità. La quale è posticipata da diverse donne anche a causa delle ripercussioni negative che può generare sulla sfera professionale.

FITAS – Uno dei pilastri delle politiche di genere è la conciliabilità lavoro-famiglia sulla quale è necessario uno sforzo ulteriore, sia a livello federale, che cantonale e comunale. I servizi di custodia per l’infanzia a prezzi accessibili sono indispensabili per agevolare la conciliabilità e rappresentano un investimento irrinunciabile per non perdere manodopera femminile qualificata.

CRIVELLI BARELLA – Gli obiettivi per i prossimi anni sono stati chiariti nel messaggio municipale 41, Strategie Mendrisio 2035, tra i quali è per me prioritario il quarto punto, ovvero la riqualifica del paesaggio naturale e urbano, nel quale la parità di genere potrà fiorire in tutta la sua ricchezza.

BREMER – A cosa non si dovrebbe mai rinunciare è l’esercizio di massima attenzione per contrastare il fenomeno delle molestie morali (mobbing), sessuali e delle discriminazioni in seno all’amministrazione comunale, per far sì che alla base di qualsiasi rapporto vi siano prima di tutto la dignità, la professionalità, la solidarietà, la cooperazione e il rispetto. Valori replicabili per effetto esemplificativo nella nostra società.

POGLIANI – Udc e Udf sostengono la famiglia tradizionale. Oggi, però, purtroppo molte famiglie vanno incontro a separazioni che generano dolore e nuove necessità. Spesso le famiglie monoparentali sono rette da donne. Continuare a investire nella conciliabilità lavoro-famiglia è necessario per aiutare in particolare le donne a essere presenti in ambito lavorativo, tenersi aggiornate in campo formativo e accedere con merito a ruoli decisionali e politici.