A settembre Zali aveva annunciato di voler tirare dritto verso la variante di base. Ma la petizione ‘salva viale Cattori’ cambia (un po') gli orizzonti
Potrebbe rivelarsi solo una formalità, ma prima di “tirare dritto” come aveva promesso il ministro Claudio Zali, il Cantone tornerà in Delegazione di autorità (Da) per quantomeno affrontare il tema della petizione lanciata in comune da un comitato apartitico per “salvare” viale Cattori dai 250 bus al giorno che la variante di base di nodo intermodale farebbe circolare in direzione della stazione di Muralto. La “Regione” lo ha appreso dall’ufficio del consigliere di Stato e direttore del Dipartimento del territorio. La motivazione è che la petizione è una novità e in qualche modo deve comunque essere considerata. Ciò, almeno in teoria, sembra poter aprire un nuovo scenario.
Poco meno di due mesi fa il ministro aveva preso parte, con i suoi funzionari, all’incontro che seguiva il voto negativo del Consiglio comunale sul credito per l’approfondimento della variante 1A; variante che aveva il pregio di salvare viale Cattori dal transito dei bus, ma doveva essere ulteriormente “lavorata” per poter passare allo step successivo. Zali, che all’inizio del 2022 aveva bloccato la variante di base concedendo a Muralto il tempo per trovare un consenso interno, era comprensibilmente scocciato per l’occasione sprecata, con il gran finale del sorprendente “no” del legislativo all’affinamento della soluzione faticosamente costruita al tavolo da tutti gli attori in gioco (Ffs, Fart, Cit, Cantone, Locarno e Muralto). Così, la sua apparizione si giustificava con l’annuncio che la pazienza del Cantone era terminata e, vista l’incapacità di Muralto di trovare un consenso interno, si sarebbe tornati alla prima soluzione.
Il cammino per farlo non doveva oltretutto rivelarsi particolarmente difficoltoso, visto che la prima soluzione viaria per il transito dei bus da e per la stazione (quella che, appunto, utilizza l’acciottolato di viale Cattori in senso ascendente) era già ancorata in un messaggio governativo, forte di un rapporto unico favorevole da parte della Gestione. Poi però, rispetto alla cosiddetta variante di base, erano emerse a Muralto grosse resistenze – corredate da molte firme – sulla base delle quali Zali aveva deciso di frenare in attesa che i muraltesi riuscissero a mettersi d’accordo su un’altra soluzione.
Da lì in avanti era stato uno scavare e un ricercare, sfociato nell’elaborazione di diverse varianti, una delle quali, la 1A, considerata non ottimale ma abbordabile, a condizione che il Consiglio comunale concedesse un credito di 162mila franchi per approfondirla. Cosa che – è cronaca dello scorso mese di luglio – non era però avvenuta. E non solo per “colpa” di Ordine e Progresso (il partito del sindaco), che compatto aveva votato contro il credito, ma anche a causa di uno scollamento in Muralto Democratica, il movimento del vicesindaco Dao Nguyen Quang, che era tra l’altro anche presidente della Da “costruttrice” della variante che risparmierebbe viale Cattori.
Lo scollamento si era prodotto quando una parte di Muralto Democratica si era astenuta al voto per motivi di principio legati all’opportunità di puntare piuttosto su una soluzione di nodo che considerasse anche il sedime a nord della stazione (quello su cui invece le Ffs vorrebbero costruire). Il risultato era stata appunto una vittoria del “no”, con polemiche assortite costate mesi dopo – unitamente ad altre incomprensioni sul “modo di fare politica” – la fuoriuscita di 9 esponenti di Muralto Democratica (di cui 2 municipali, lo stesso Nguyen Quang e Monica Colangiulo) dalla lista civica, per andare sotto la bandiera del Plr. Plr che in Facebook dice ora di “salutare con favore” la raccolta di firme, “che peraltro riconosce come il lavoro fatto dal nostro gruppo nell’ultimo anno e mezzo sulla variante 1A fosse apprezzato dalla popolazione”.
Detto dell’intenzione di Zali di reincontrare la Da (che Nguyen Quang ha nel frattempo abbandonato, consegnandone la presidenza al sindaco Stefano Gilardi), emerge che a pochi giorni dal suo avvio la petizione starebbe già viaggiando con il vento in poppa; c’è chi parla, ma non è ufficialmente confermato, di circa 200 firme raccolte. È vero che vi possono aderire tutti, anche i non muraltesi e i cittadini stranieri (quindi potenzialmente molti turisti), ma la cifra è comunque significativa di un malcontento che il “no” alla 1A ha rinvigorito.
L’obiettivo principale del comitato apartitico è scritto sugli striscioni apparsi a Muralto: “Salva viale Cattori”. La pregiata stradina in acciottolato, ricorda il testo che accompagna la petizione, è “in serio pericolo”. All’autorità cantonale viene chiesto di “bloccare questo progetto e di studiare altre possibili soluzioni meno invasive e deturpanti. Varianti sul tavolo ce ne sono ancora diverse, che finora non sono state considerate e approfondite. Esigiamo che questo lavoro venga fatto per evitare di compiere uno scempio urbanistico che comprometterà per i decenni a venire un quartiere del Lungolago vivace, turisticamente attrattivo, socialmente e commercialmente interessante e stimolante”.
L’appello rivolto al direttore del Dt, Claudio Zali, è quello di “non sacrificare viale Cattori e l’area circostante sull’altare della fretta, analizzando invece altri possibili tracciati – molto più efficienti, razionali, logici e praticabili – al fine di scongiurare il deturpamento di un quartiere di importante valenza turistica, sociale, commerciale e paesaggistica”.
Quartiere che tra l’altro potrebbe rappresentare in futuro una logica continuità intercomunale del grande progetto cittadino di riqualifica degli spazi pubblici del centro urbano, denominato “Nouvelle Belle Époque”. Progetto che a Locarno comprende anche tutta l’area di Largo Zorzi, distante poche decine di metri dal Lungolago di Muralto, da cui parte appunto viale Cattori.
La petizione viaggia su Facebook, Instagram, su un sito dedicato (https://salvavialecattori.ch) e anche “alla moda vecchia”, con la raccolta di firme nei commerci e fra i professionisti muraltesi.