Come sindaco della cittadina non posso accettare certe uscite. La ‘questione migranti’? Chiediamo solo una migliore ripartizione
La scorsa settimana in un dibattito politico Oltregottardo, il candidato agli Stati Marco Chiesa, probabilmente in un momento di massima euforia politica, si è lasciato sfuggire la seguente frase: “Niemand von euch würde in Chiasso leben”. Ossia, tradotto: “Nessuno di voi vorrebbe vivere a Chiasso”. Come sindaco di Chiasso non posso accettare una frase del genere e appoggiare un candidato a Berna che dovrebbe rappresentare tutto il Ticino.
Per capire cosa è oggi Chiasso vi porto due esempi emblematici di eventi positivi vissuti negli ultimi giorni. Domenica 22 ottobre abbiamo inaugurato al Centro Culturale di Chiasso la mostra al m.a.x. museo dedicata a Fortunato Depero e Gilbert Clavel: il vernissage è stato seguitissimo, con un pubblico giunto sia dalla vicina Italia sia dal resto del cantone. Due giorni dopo è stata la volta dell’inaugurazione di un nuovo punto di socializzazione nel quartiere Soldini, denominato Calicantus, alla presenza del consigliere di Stato Raffaele De Rosa e di moltissime persone.
In entrambi gli eventi, come Municipio abbiamo ricevuto molti elogi, per quanto Chiasso, piccola cittadina di 7’800 abitanti, fa da anni per la popolazione. Ho preso questi due esempi in quanto le tipologie di pubblico erano estremamente differenti, segnale questo che il Comune è attento e vicino a tutte le persone presenti sul territorio.
Chi vive a Chiasso può beneficiare di tantissimi servizi a portata di mano che nessun altro Comune delle stesse dimensioni può offrire. La ‘questione migranti’ sta assorbendo molte risorse e a più riprese abbiamo ribadito la necessità di una ripartizione più attenta sul territorio federale e cantonale per una migliore gestione a vantaggio di tutti.
In altre parole non abbiamo bisogno dell’esercito ma solo di buon senso!