Bellinzona: numerose segnalazioni in polizia per tensioni tra proprietari e vicinato. Un uomo ha minacciato di sparare a un animale
Il numero dei cani è in costante aumento e questo luglio è stata toccata quota 34’170 in Ticino. Cifre mai viste prima. Dietro ai numeri ci sono però animali e persone, nonché un incremento dei casi di intolleranza, tensioni, liti anche pesanti, maltrattamenti e segnalazioni in polizia e alle Protezioni animali. Con la crescita del numero di animali, anche la convivenza tra uomo e cane si sta sempre più spesso mostrando problematica. Un caso emblematico è quello riportato da ‘il Mattino della domenica’ che riferisce di una situazione incresciosa avvenuta nelle scorse settimane nel centro di Bellinzona, dove un anziano ha minacciato pesantemente una signora perché il suo cane abbaiava. L’uomo ha ordinato alla vicina di andarsene altrimenti le ‘avrebbe ammazzato il cane’ con un fucile. L’anziano è stato redarguito severamente dai vicini ed è stato denunciato alle autorità. Intimorita dalle reiterate minacce e temendo di incontrarlo, lei ora passeggia col cane a qualche chilometro di distanza dall’abitazione. È sicuramente un caso estremo d’intolleranza, ma oltre a situazioni di questo tipo ci sono numerosi altri problemi di convivenza. «Effettivamente riceviamo diverse segnalazioni», conferma alla ‘Regione’ il comandante della Polizia comunale di Bellinzona Ivano Beltraminelli. «Soprattutto per cani che abbaiano di notte o spesso durante il giorno», aggiunge. Altre segnalazioni in polizia riguardano cani che non vengono tenuti al guinzaglio dai proprietari nell’area golenale. Per ogni segnalazione ricevuta la polizia esegue delle verifiche, convoca le persone, in primis il proprietario dell’animale, cercando di giungere a un punto d’incontro e di prendere i necessari accorgimenti. Se vi è un problema nella gestione dell’animale, si contatta il veterinario cantonale; mentre per quanto riguarda i problemi relativi alla golena, gli agenti effettuano delle ronde per controllare la situazione.
Anche la Società protezione animali di Bellinzona (Spab) viene sollecitata spesso per episodi di questo tipo. «Una buona parte delle segnalazioni riguarda cani che disturbano il vicinato abbaiando o perché non vengono portati a passeggio», evidenzia Emanuele Besomi, presidente della Spab. Un tema che viene portato all’attenzione della Protezione animali è anche quello dei cani mal tenuti, anche se per questi casi la Spab consiglia di rivolgersi al veterinario cantonale. «Noi possiamo consigliare, suggerire dei miglioramenti da apportare a una situazione, ma non possiamo imporre. Possiamo recarci in un luogo per eseguire un controllo, scattare delle foto, parlare col proprietario... Ma se non riusciamo a trovare una soluzione, siamo costretti a segnalare al veterinario cantonale che ha il potere di intervenire», rileva Besomi.
Col tempo le modalità di maltrattamento sono cambiate: «Se fino a trent’anni fa si presentava la classica situazione di cane legato con un metro di catena a una cuccia malconcia, oggi troviamo cani obesi, lasciati quindici ore da soli sul divano, obbligati a fare i loro bisogni su un pezzo di giornale aspettando che il proprietario rientri la sera», riferisce Besomi. Il cane non è più maltrattato fisicamente ma psicologicamente, e questo è difficile da notare fuori dalle mura domestiche. «Se da una parte è difficile provare che un cane non venga portato a passeggio, dall’altra emergono comportamenti tipici di un certo malessere, come ad esempio abbaiare per noia. Ciò che si traduce in un prolungato disturbo alla quiete pubblica».
Vi è poi il problema dei cani aggressivi, che non hanno mai socializzato, che rincorrono pedoni e ciclisti o che mordono altri cani. «Sono dinamiche che creano situazioni spiacevoli. Purtroppo in Ticino molti padroni non conoscono a sufficienza il cane. Perciò la Protezione animali sarebbe favorevole alla reintroduzione dei corsi obbligatori», rileva Besomi. «Corsi che permettevano al proprietario di entrare in contatto col mondo degli animali, dal veterinario alle società cinofile, e di avere un punto di riferimento in caso di problemi».
Un altro fenomeno che si sta verificando quest’anno – ma oltre Gottardo già da un paio d’anni – è l’aumento di cani e gatti che vengono consegnati alle Protezioni animali: si tratta di animali adottati durante il periodo del Covid e del conseguente telelavoro ma che oggi, a causa della minor presenza a domicilio dei loro proprietari, non si riescono più a gestire adeguatamente. Altro fenomeno sempre in crescita è l’importazione di animali dall’estero senza vaccini: «È un problema costante, proprio in questi giorni altri cinque cani sono stati bloccati in dogana perché ne erano sprovvisti», evidenzia Besomi. I numeri sono numeri, ma dietro alle cifre si nascondono diverse criticità e animali che non vengono affatto trattati come i ‘migliori amici dell’uomo’ ma proprio come numeri.