Pochi animali abbandonati ma un nuovo fenomeno preoccupa la Spab. Besomi: ‘È il riflesso della solitudine e del disagio, sempre più casi tra gli anziani’
Sono ormai lontane le estati che vedevano i gattili pullulare di animali abbandonati. Al rifugio gestito dalla Società protezione animali di Bellinzona (Spab) attualmente vi sono letteralmente quattro gatti in cerca di adozione, più una decina in pensione estiva (con padrone, ma in vacanza). «Una situazione che ci rallegra, che è il risultato della diffusione della pratica di sterilizzazione che nell’ultimo decennio ha permesso di ridurre drasticamente il numero delle nascite», spiega Emanuele Besomi, presidente della Spab. Ragion per cui al parco gatti non sono mai presenti molti animali in cerca di casa e quando vi arrivano trovano una sistemazione molto velocemente. «Accogliamo nel nostro rifugio un centinaio di gatti all’anno, mentre vent’anni fa erano quattrocento», aggiunge. Se da un lato vi è la nota positiva che le situazioni di abbandono dei gatti non preoccupano più, si sta parallelamente delineando una tendenza che inquieta la Protezione animali cittadina, un fenomeno nuovo che riflette situazioni di disagio e solitudine che sempre più emergono nella società, soprattutto tra gli anziani. «Recentemente constatiamo diversi casi di persone, spesso di una certa età, che accolgono nella propria abitazione anche una trentina di gatti, un numero talmente elevato di animali che non riescono più a gestire», spiega Besomi. Situazioni che comportano problemi sanitari, poiché spesso le persone anziane fanno anche più fatica a garantire l’igiene. «È un problema che riscontriamo sempre più spesso: persone sole, che si allontanano dalla società e si circondano di animali, ma che poi non sono in grado di gestirli correttamente e non se ne rendono conto». Una condizione di vita non sana nemmeno per gli animali che può essere anche pericolosa: «Abbiamo già visto casi con decine di gatti con pulci, raffreddore, micosi e altri che morivano per dei virus. Queste malattie si possono poi diffondere anche ai gatti domestici che vivono nei dintorni».
Riguardo all’insorgenza di questi nuovi casi, il presidente della Spab coglie l’occasione per lanciare un appello: «Si tratta di situazioni che andrebbero segnalate alle autorità comunali in modo che possano prendere contatto con i padroni degli animali. È importante perché molto spesso dietro a questa trascuratezza c’è un problema sociale, con situazioni di disagio. Per risolvere un problema con gli animali dobbiamo prima risolvere un problema con la persona. Quando entriamo in contatto con questi casi avvisiamo subito le autorità competenti», evidenzia il nostro interlocutore. Il coinvolgimento sociale è quindi importante per arginare situazioni delicate che sono un riflesso della solitudine che colpisce alcune persone sole che si allontanano dalla società. Situazioni che possono comunque essere gestite con il giusto apporto. A titolo di esempio, Besomi racconta un recente intervento nel Luganese: «Mi hanno chiamato per recuperare un gatto smarrito di tre settimane, era piuttosto malconcio e apparteneva a un’anziana che viveva nei dintorni che aveva una trentina di gatti ma che non riusciva più ad occuparsene adeguatamente». La Spab ha quindi avvisato le autorità comunali e qualche giorno dopo il veterinario cantonale e un assistente sociale si sono recati al domicilio della signora e l’hanno aiutata a riprendere in mano la situazione. «In questo caso la donna era collaborativa, ha permesso alle autorità di entrare nella sua abitazione per aiutarla e prendere a carico cinque gattini appena nati, ma ci sono anche persone che hanno molti animali che faticano a gestire ma che non vogliono farsi aiutare e questo è un problema», riconosce Besomi.
Nel centro storico di Bellinzona non vi sono dei veri e propri gatti randagi ma da decenni sono presenti due importanti colonie feline, monitorate e sotto controllo. Le principali contano una decina di esemplari e si trovano ai piedi di Castelgrande e in zona Cervia e sono gestite da persone private e associazioni. La Spab collabora fornendo talvolta cibo in caso di bisogno. Nel quartiere di Gudo, fino a una decina di anni fa c’erano circa cento gatti randagi, il problema è stato risolto grazie a catture e sterilizzazioni ed è ora presente una colonia controllata gestita da volontari che conta una ventina di animali.
L’estate scorsa avevamo riferito di uno stormo di oltre sessanta piccioni che stanziava in Cima Piazza a Giubiasco, dove qualcuno li foraggiava (pratica vietata dalla Legge), scatenando le ire del vicinato che esasperato dal tubare e dal guano degli uccelli si era rivolto all’Ufficio cantonale della caccia e della pesca. Il problema non è ancora stato risolto, ma è stata interpellata la Spab che in collaborazione con la Città di Bellinzona è al lavoro per cercare di risolvere il problema al più presto.
Rimaniamo in piazza Grande a Giubiasco ma cambiamo animale. «Durante una partita degli europei di calcio siamo stati chiamati a catturare un serpente che si era infilato sotto un mobile della televisione», racconta Besomi. L’animale si era intrufolato al pianterreno di una casa, entrando dalla porta-finestra che dà sul giardino. Si trattava di un biacco, più comunemente conosciuto alle nostre latitudini come ‘scurzon’, non velenoso ma comunque abbastanza grande da non lasciare del tutto tranquillo il vero inquilino dell’abitazione che mentre stava guardando la partita di calcio aveva visto muoversi qualcosa tra i cavi sotto il televisore... L’animale è stato prontamente catturato da Besomi e gentilmente accompagnato nel bosco.