Da metà giugno i giocatori rimasti senza contratto si allenano con l’Associazione svizzera dei calciatori. E oggi affrontano in amichevole il Bellinzona
I giocatori rossocrociati sono sempre più ambiti dalle squadre dei campionati europei, e non, tale da rendere la Svizzera una delle principali nazioni esportatrici nel mondo del pallone. Una pioggia di zeri sconcertante a sancire il passaggio da ‘semplice’ calciatore a magnate. Per taluni, però, lo stipendio rimane irrisorio e le preoccupazioni quotidiane crescono: poche entrate, e fatica a sbarcare il lunario o far quadrare i conti. O, addirittura, rimasti appiedati di punto in bianco. È il caso dei ragazzi che da metà giugno frequentano il campo di allenamento dell’Associazione svizzera dei calciatori (Safp), selezione che sarà impegnata quest’oggi alle 17.30 sul campo di Glattbrugg contro il Bellinzona. Qui l’accento è messo sulla formazione e sulla collaborazione fra club, lega e federazione. Una soluzione ideale per chi è rimasto senza contratto ed è alla frenetica ricerca di un nuovo datore di lavoro. Ne è ben consapevole Francesco Ruberto, lasciato a casa dallo Sciaffusa e, grazie a questa vetrina (concessagli dall’ex conoscenza granata, João Paiva), accasatosi definitivamente nel massimo campionato portoghese, nel Vizela. L’associazione lavora affinché le condizioni di lavoro e le carriere migliorino nel mondo del professionismo.
Molti si lasciano infatti attrarre dalle sirene dell’estero e, quando ad un agente si presenta l’occasione, ne approfitta. Il calcio è un settore senza pietà e, talvolta, anche di stenti: varcare i confini nazionali è una lotteria, spesso i giocatori si perdono per strada confrontati con un contesto molto competitivo. E il minutaggio ne risente. La traiettoria discendente preclude loro la possibilità di arrivare in alto. Una soluzione tangibile è la sensibilizzazione, misura utilizzata ottimamente dalla Safp. La voce dei calciatori professionisti nostrani fra i confini nazionali, europei e internazionali. Fondata a inizio millennio, e riconosciuta poi dalla Swiss Football League, il suo obiettivo principale è di proteggere i diritti dei giocatori e rappresentare i loro interessi. È membro ufficiale del sindacato mondiale FifaPro e, attualmente, conta più di 570 giocatori di Super e Challenge League. Il suo mantra è ascoltare e prendere in considerazione le opinioni dei suoi assistiti; cerca inoltre di premiare il coraggio di chi decide di rimettersi in gioco e chiedere aiuto, lottando ogni giorno per ritagliarsi il proprio spazio nel mondo del professionismo. Una relazione in tutte le sue sfaccettature, che permette di prepararsi con lungimiranza al post carriera reinventandosi lontano dal rettangolo da gioco.
La tendenza a lasciare spazio ai giovani e valorizzare i talenti locali è in crescendo, contrariamente a quanto succedeva in passato quando le squadre cercavano giocatori altrove. Una politica redditizia a lungo termine: per i club rossocrociati cercare di competere con le grandi società pur di arruolare calciatori appariscenti è un’illusione. L’unica strategia è munirsi di un settore giovanile funzionante così da assicurare la propria sopravvivenza. Un marchio non sconnesso dal loro territorio, dal tessuto economico e dalla popolazione. La pressione di agenti, famiglia e dell’essere ingaggiati da una squadra ‘straniera’ fa comunque sognare in grande. Ecco allora lo zampino della Safp nel risolvere controversie e aiutare nel momento della firma del contratto, tutelando la salute e il benessere dei calciatori. Il sindacato è ad esempio subentrato nella causa di fallimento del Chiasso per il mancato pagamento dei salari.
Dal canto suo il Lugano affronterà il Balingen (4a Divisione tedesca) nella terza amichevole di preparazione. Fermati 1-1 dall’Unterhaching (neopromossa nella Terza Divisione teutonica), i bianconeri chiuderanno quest’oggi alle 13 il ritiro a Malles Venosta.