Sempre più persone si avvicinano a questo mondo, ma si fatica a sostenere i costi di un punto vendita. Abbiamo parlato con proprietari e Polizia cantonale
La vita dei piccoli commerci negli ultimi anni si sta rivelando sempre più dura. A Chiasso a chiudere i battenti sono stati in molti e ora tocca anche al ‘Why not? Shop’, uno dei primi punti vendita in città in cui è stato possibile trovare prodotti a base di canapa. Come alimentari, abbigliamento, materiale edile, nonché ricevere consulenza per la coltivazione di canapa light. Questo dopo l’entrata in vigore della legge federale che permette la vendita di prodotti con il tenore di principio attivo Thc inferiore all’1%. A distanza di cinque anni dalla sua apertura, i due proprietari dello shop, Ivan Artucovich e Fabrizio Terregna, per una scelta strategica e visto il continuo aumento dei costi fissi come degli affitti, hanno deciso di concentrarsi sulla vendita online e vendita all’ingrosso. In questo modo, spiegano, riforniranno con i loro prodotti i vari distributori selezionati come per esempio altri negozi e pompe di benzina per cui non è richiesta nessun tipo di autorizzazione, in quanto a essere venduti sono appunto prodotti con Thc inferiore all’1%, come previsto dalla legge.
Nonostante la prevista chiusura del negozio, sembra che la percezione nei confronti dei prodotti a base di canapa stia rapidamente mutando. Come riferiscono Ivan e Fabrizio: «Abbiamo notato che negli ultimi anni c’è stato un cambiamento nella popolazione. La canapa non viene più vista come uno stupefacente, bensì come un’opportunità naturale per curarsi». Comincia dunque a esserci un cambio di tendenza, e infatti, tra i frequentatori del negozio, vi sono varie tipologie di clienti, «dai giovani fino addirittura agli over 60. Abbiamo tanti clienti che non hanno mai fumato, ma che sono interessati perché stufi dei prodotti farmacologici».
Il concetto che sta alla base del negozio è quello delle vignette intitolate ‘Why? Why not?’ di Ivan, conosciuto come Ivan Art. Da quasi 30 anni, l’illustratore cerca di dare “una nuova luce agli utilizzi della canapa e stimolare un pensiero ragionevole sui preconcetti radicati nella società”, si legge sul sito del punto vendita. L’intento è quello di “essere un punto d’incontro e d’informazione per poter sensibilizzare le persone ai molteplici utilizzi della canapa e nello stesso tempo offrire una scelta di prodotti di ottima qualità”. Nel 2018, dopo una ventina di anni dalle prime pubblicazioni delle vignette, arriva la svolta quando Ivan e Fabrizio si conoscono per caso. Entrambi appassionati di canapa, nasce dunque l’idea di entrare in attività insieme, aprendo un business che vendesse anche prodotti a base di Cbd, una sostanza contenuta nella cannabis. Ai clienti vengono messe a disposizione le conoscenze di Ivan, acquisite durante gli anni di stretta collaborazione con pionieri del settore, e quelle derivate dagli studi sugli utilizzi e i benefici della canapa, messi in pratica da Fabrizio. Quest’ultimo racconta: «Ho cominciato a scoprire la pianta e tutto quello che ti può dare, sia da un punto di vista materiale che un punto di vista medico». La volontà di aprire un negozio, spiega Fabrizio, non era unicamente a scopo di vendita, bensì anche fornire un’educazione ai clienti. «Il messaggio che vogliamo trasmettere, anche grazie alle vignette presenti all’interno del negozio – sostiene Ivan – è quello dei molteplici utilizzi della canapa, tra cui quello che la canapa può essere assunta anche a scopo alimentare in quanto i suoi semi sono commestibili e altamente nutritivi. Questa voglia di sensibilizzare è dovuta al fatto che ancora oggi, c’è tanta disinformazione e purtroppo, la canapa è ingiustamente ancora in parte demonizzata».
Quanti negozi che vendono articoli contenenti canapa ci sono in Ticino? Difficile quantificare, in quanto la maggior parte dei prodotti confezionati a base di canapa, e con tenore di Thc inferiore all’1%, sottostanno alla Legge federale sulle derrate alimentari e gli oggetti d’uso (LDerr), indica la Polizia cantonale. Dunque questi rivenditori non devono attenersi alla Legge cantonale sulla coltivazione della canapa e sulla vendita al dettaglio dei suoi prodotti (Lcan) e di conseguenza non hanno bisogno di un’autorizzazione rilasciata dalla polizia.
Coloro che intendono vendere prodotti a base di canapa in Ticino (sempre con Thc inferiore all’1%), che non sono però considerati derrate alimentari o oggetti d’uso, devono dunque fare richiesta alla Polizia cantonale tramite un modulo. Negli ultimi anni il Servizio armi, esplosivi e sicurezza privata, che si occupa di questo aspetto, ha ricevuto sempre meno richieste e, sotto il cappello della Lcan, è registrato attualmente un solo punto vendita.
Per chi desidera aprire un negozio di questo tipo o un’attività di vendita ambulante, vi sono vari requisiti da rispettare: la persona deve avere una “buona reputazione”, garantire “un’attività irreprensibile”, non essere stata “condannata in Svizzera e all’estero, negli ultimi dieci anni, per reati intenzionali atti a togliere la sua buona reputazione”, nonché non deve avere alle spalle una condanna definitiva “per reati contemplati dalla legislazione sugli stupefacenti”, indica la legge cantonale. Per quale motivo sono poste queste condizioni? «I prodotti che sottostanno alla Lcan sono di principio da considerarsi sensibili, soprattutto viste le esperienze passate del periodo dei ‘canapai’. È quindi opportuno che chi intende commerciarli abbia una buona reputazione», ci risponde la Polizia.
In ogni caso non si può vendere ovunque. Sempre citando la Lcan, non è possibile farlo “in prossimità di scuole e di edifici destinati ai giovani, quali ad esempio foyer, centri sportivi o ricreativi, oratori”. Inoltre anche i Comuni, che devono approvare anch’essi la richiesta di apertura, “possono prevedere delle zone dove è ammessa la vendita al dettaglio di canapa”.
E per quanto riguarda il commercio su internet? Dal momento che un venditore ottiene l’autorizzazione, che dura cinque anni, può vendere i propri prodotti anche online. I controlli del negozio, e dell’eventuale deposito di merce, vengono fatti, assicura la Polizia, che indica che negli ultimi anni in Ticino non sono state constatate infrazioni.