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Giro 2023, tutti contro Roglic ed Evenepoel

Sabato scatta la Corsa Rosa numero 106 con un tracciato impegnativo, due grandissimi favoriti e diversi outsider; al via anche tre atleti svizzeri

In sintesi:
  • Lo sloveno e il belga, almeno sulla carta, non avranno rivali
  • A fare la differenza, forse, saranno le tre frazioni a cronometro (ben 73 km in tutto)
  • Presenti sulle strade italiane anche tre svizzeri: Küng, Lienhard e Mäder
4 maggio 2023
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I pronostici degli esperti sono in pratica unanimi: difficile indicare il nome di un corridore che davvero possa battere lo sloveno Primoz Roglic o il belga Remco Evenepoel, i due fuoriclasse che quest’anno hanno puntato molte delle loro fiches proprio sulla Corsa Rosa, kermesse seconda per importanza soltanto al Tour de France.

Il Giro d’Italia numero 106, in cartellone da dopodomani fino al 28 maggio, scatterà dall’Abruzzo e si concluderà a Roma con una sfilata lungo i Fori Imperiali: ventuno le tappe in calendario, per un totale di quasi 3’500 km. Come detto, con le altre stelle stagionali assenti, i riflettori saranno tutti puntati sulla sfida Roglic-Evenepoel.

Il trentatreenne sloveno della Jumbo-Visma, per giungere al Giro in piena forma e col massimo di energie nel serbatoio, in primavera ha disputato corse soltanto per 14 giorni: una settimana alla Tirreno-Adriatico, idem al Giro della Catalogna. I risultati, però, sono impressionanti: ha fatto sue entrambe le classifiche generali, oltre a cogliere cinque successi di tappa. Suoi scudieri nelle tre settimane su e giù per il Belpaese saranno uomini del calibro di Sepp Kuss e del campione del mondo a cronometro Tobias Foss: lo sloveno è strafavorito, ancor più di Evenepoel.

Il belga, da parte sua, non è che quest’anno abbia corso molto più di Roglic: 22 sono le giornate di gara del capitano della Soudal Quick-Step, condite da successi significativi, fra cui la generale dell’Uae Tour e soprattutto il trionfo alla Liegi, corsa che ha messo in bacheca per la seconda volta consecutiva. Al Catalogna, lo sloveno ha fatto meglio di lui, ma solo per 6 miseri secondi: il campione del mondo in carica vorrà prendersi una rivincita prestigiosissima. Potrebbe farcela, anche se a cronometro Roglic è un po’ più forte. Molto dipenderà da quanto Masnada e Cattaneo saranno disposti a sacrificarsi per lui.

Le alternative

Fra i probabili outsider, va innanzitutto inserito il britannico Hart, l’unico fra i partecipanti ad aver già conquistato la Corsa Rosa. Quest’anno ha vinto il Tour of the Alps ed è salito sul terzo gradino del podio alla Tirreno-Adriatico. A dargli una mano, specie in pianura, ci sarà Filippo Ganna – fuoriclasse delle gare contro il tempo – oltre a Geraint Thomas, ma è difficile che la Ineos possa reggere il confronto con le squadre migliori. Protagonista potrebbe rivelarsi pure Almeida, che nel 2020 chiuse la generale al quarto posto dopo aver a lungo vestito la maglia rosa e che cercherà di rubare più secondi possibili ai rivali nelle frazioni a cronometro, che quest’anno sono ben 3 per un totale di 73 km.

Altri nomi che circolano di possibili protagonisti per la vittoria finale sono quelli di Vlasov, Haig, Uran e Caruso. Fra coloro che punteranno invece ai successi di tappa vanno senz’altro citati il francese Pinot, l’olandese Mollema, ma anche Cavendish, Gaviria e Pedersen.

Il percorso

Al contrario di altre volte, l’inizio non sarà per nulla soft: la crono individuale di 20 km del primo giorno lungo la Costa dei Trabocchi sarà già un banco di prova piuttosto impegnativo, specie per chi vanta qualche ambizione. La prima chance per i velocisti puri si presenterà nella seconda frazione, da disputare ancora in Abruzzo. Due gli arrivi previsti in Campania: a Salerno e Napoli, che accoglierà i ‘girini’ imbandierata a festa per la vittoria del campionato di calcio dopo oltre trent’anni dall’ultima affermazione.

A creare i primi strappi nella classifica sarà il trittico che condurrà verso il primo lunedì di riposo: venerdì 12 maggio la carovana affronterà la salita di Campo Imperatore, seguita il sabato da un tappone con quattro salite poste negli ultimi 50 km, e soprattutto dalla seconda crono in cartellone domenica 14, che coi suoi 35 km potrebbe creare distacchi significativi. Molto attesa dagli appassionati sarà pure la frazione di venerdì 19: prima di transitare sotto lo striscione del traguardo di Crans-Montana (Vallese), gli atleti dovranno superare due scalate non certo banali, vale a dire Gran San Bernardo e Croix de Coeur.

Il giorno seguente, con partenza da Sierre, ci sarà una sgambata che ricondurrà tutti verso il piano, dove la domenica andrà in scena un’autentica maratona: 195 km da Seregno a Bergamo su un tracciato molto simile a quello del Giro di Lombardia, con ascese non proibitive ma con un dislivello totale di oltre 3’500 metri.

La terza settimana

Decisiva, per forza di cose, sarà la terza settimana di corsa: dopo l’ultimo lunedì di riposo, ecco il Monte Bondone, che si raggiungerà solo dopo 4 Gpm. L’ultima occasione per i velocisti superstiti sarà il giovedì, con l’arrivo a Caorle che ben si conforma alle loro caratteristiche. Dopodiché, ci saranno due tappe disegnate per gli scalatori veri: dapprima la Longarone - Tre cime di Lavaredo, frazione da 5’400 metri di dislivello che ricorderà il 60° anniversario della tragedia del Vajont; e poi la cronoscalata del Monte Lussari (Alpi Giulie), con pendenze che definiremmo criminali. Infine, dopo il trasferimento a Roma, passerella finale nella Città eterna con passaggi sul Lungotevere e tra i Fori Imperiali.

Gli svizzeri

A prendere il via, sabato, saranno ovviamente le diciotto formazioni World Tour, a cui si aggregheranno altre quattro squadre Professional: la Eolo Kometa, la Green Project, la Israel e il Team Corratec, compagine all’esordio nei grandi giri.

Salvo ribaltoni, Covid e arrocchi dell’ultima ora, dovrebbero essere soltanto tre i ciclisti svizzeri che si presenteranno sabato alla punzonatura del Giro d’Italia 2023. Il primo è Gino Mäder, ventiseienne stradista e pistard di Aigle che difende i colori della Bahrain di capitan Caruso. Gli altri due sono Stefan Küng, ventinovenne turgoviese specialista del cronometro, e il suo coetaneo zurighese Fabian Lienhard, che fa anche il cross, entrambi della Groupama. Tutti e tre, pur non vantando ambizioni da classifica generale, potrebbero regalarci qualche piacevole sorpresa.