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Parco solare a Pian Nara: le premesse ‘sono ottime’

Fabio Mandioni (promotore): il progetto pilota della Ses ‘è sostenuto da tutti gli attori coinvolti e potrà approfittare dell’infrastruttura già presente’

L’area di proprietà del Patriziato di Prugiasco dove è prevista la posa di 750 pannelli bifacciali
(Ses)
5 aprile 2023
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Le premesse per realizzare il primo parco solare in Ticino al Pian Nara «sono ottime». Fabio Mandioni, promotore del progetto (ed ex direttore di Amici del Nara Sa, così come membro del Patriziato di Prugiasco), è molto fiducioso. In particolare perché il progetto pilota «è sostenuto da tutti gli attori coinvolti, potrà approfittare dell’infrastruttura elettrica già installata in loco e beneficiare di sussidi federali, così come di agevolazioni pianificatorie. Non da ultimo, permetterà di produrre parecchia energia durante la stagione invernale, un periodo nel quale solitamente l’elettricità scarseggia». Insomma, si tratta di «una grande opportunità per la Valle di Blenio, reputata anche realizzabile, come dimostrano la domanda preliminare di costruzione elaborata dalla Società elettrica sopracenerina e una relazione ambientale preliminare effettuata dalla società EcoControl», afferma a ‘laRegione’.

Possibile trarre conclusioni su resa, costi e impatto ambientale

Documenti che abbiamo potuto consultare. Partiamo dalla domanda di costruzione preliminare: innanzitutto viene premesso che quello presentato è un progetto pilota che permetterà di “esplorare le potenzialità di questa tipologia di impianti, evidenziando inoltre le eventuali criticità costruttive o di impatto sul paesaggio”. Concretamente, è prevista l’installazione di 750 pannelli bifacciali su una superficie di circa 3’500 m2 che dovrebbero produrre (stando alle simulazioni effettuate) 356’000 chilowattora all’anno. “La taglia dell’impianto pilota è stata scelta con criteri economici (minimizzando i costi di allacciamento), ma pur sempre tale da poter trarre delle conclusioni significative su resa, costi e impatto ambientale”.

Zona adatta pure per un impianto più grande

La Legge federale sull’energia, recentemente aggiornata, afferma che grandi impianti fotovoltaici che producono almeno 10 gigawattora all’anno possono beneficiare di sussidi federali fino al 60% dell’investimento e di facilitazioni pianificatorie (possono essere costruiti anche fuori zona edificabile, come in questo caso, senza modifiche di Piano direttore e regolatore). Un’altra condizione è che producano almeno 500 kWh per 1 kW di potenza installata durante la stagione invernale. Quest’ultima condizione sarebbe soddisfatta con l’impianto pilota previsto – anche perché l’utilizzo di moduli bifacciali permette di sfruttare maggiormente la luce diffusa e riflessa dalla neve –, mentre la produzione annua complessiva non sarebbe sufficiente. La Legge sull’energia prevede che la Confederazione possa versare indennità “per gli impianti che entro il 31 dicembre 2025 immettono almeno parzialmente elettricità nella rete”. Se il progetto pilota dovesse avere successo, la Ses sarebbe pronta a realizzare un impianto 30 volte più grande che soddisfi interamente le condizioni poste dalla legge. La zona scelta (di proprietà del Patriziato di Prugiasco), “da un punto di vista degli spazi e delle infrastrutture” sarebbe infatti adatta a ospitare anche un impianto di dimensioni maggiori.

Con pannelli verticali la superficie resta libera e intatta

Passando alle caratteristiche tecniche, i moduli saranno posizionati verticalmente a circa 2 metri di altezza (la struttura sarà alta circa 4 metri). “La disposizione verticale dei pannelli permette di mantenere gran parte della superficie dell’impianto (circa 95%) libera e intatta”, afferma la Ses nella domanda di costruzione preliminare. “Tra le file di pannelli, disposte a circa 6 metri l’una dall’altra, la copertura del suolo e l’interazione tra flora e fauna resteranno pressoché immutate rispetto alla situazione attuale. Anche l’eventuale pascolamento di bestiame tra i filari di pannelli non è precluso dalla presenza dell’impianto stesso”.

Potenziali benefici anche per gli impianti di risalita

I costi di costruzione sono stimati a 1,3 milioni di franchi che saranno assunti interamente (così come quelli relativi alla domanda di costruzione) dalla Ses. Di conseguenza quest’ultima diverrebbe la proprietaria dell’impianto e come tale beneficerebbe a proprio piacimento della totalità dell’energia prodotta. Della produzione di energia in loco potrebbe approfittare la società Amici del Nara che gestisce gli impianti di risalita e che dal 2024 sarà confrontata con un presumibile aumento delle tariffe: «Si potrebbe raggiungere un’intesa in questo senso con la Ses», sottolinea Mandioni.

Località già allacciata alla rete elettrica

Il sito è ubicato all’interno del comprensorio sciistico del Nara e di conseguenza “non andrebbe ad intaccare una zona alpina ‘vergine’, ma bensì una zona già sfruttata da impianti turistici e ricreativi”. Inoltre sarebbe accessibile tutto l’anno con veicoli motorizzati. A livello di infrastrutture, “la località Pian Nara è già oggi allacciata alla rete elettrica di Ses”, che alimenta la sciovia. Presente anche una cabina di trasformazione dove la corrente alternata sarà immessa in rete. L’esposizione al sole è poi considerata “ottimale”, visto che “durante tutto l’anno il sito gode di elevato numero di ore di irraggiamento”. Non da ultimo, dal punto di vista paesaggistico e ambientale dal fondovalle l’impianto sarebbe visibile solamente dalla parte alta del paese di Malvaglia e la zona “non fa parte di inventari protetti o altre zone di protezione”.

Fauna, flora, acque e bosco non in pericolo

In questo contesto è anche stata eseguita da EcoControl Sa una relazione ambientale preliminare (elaborata senza effettuare rilievi sul posto, ma consultando inventari e banche dati esistenti). Per quanto riguarda la fauna, essendoci nel comparto “già numerose infrastrutture (impianti sciistici) che già influenzano i corridoi faunistici”, si ipotizza che il parco solare “non gravi in maniera preponderante rispetto ad altri elementi”. A valle dell’impianto sono presenti delle sassaie, importanti in particolare per i rettili. L’area del parco “non è tuttavia in conflitto con questo ambiente potenzialmente degno di protezione”. Nel caso in cui dovessero esserci dei conflitti con la flora presente – in ogni caso “sarà necessario eseguire dei rilievi botanici di dettaglio” – dovranno essere previste “misure di compenso confacenti”, si precisa nella valutazione ambientale preliminare. L’area interessata dal progetto “non è ubicata all’interno di zone o settori di protezione delle acque sotterranee”. Inoltre si tratta di una zona caratterizzata dall’assenza del bosco: “Pertanto, per la realizzazione del progetto non sono previsti dissodamenti o utilizzazioni nocive”.

‘Benefici per l'intera Valle del Sole’

Tutto sommato sembra dunque che le premesse siano buone per veder realizzato il primo parco solare alpino in Ticino. Un progetto «che porterebbe benefici all’intera Valle del Sole in un contesto, caratterizzato dalla penuria energetica, nel quale la Confederazione incentiva e promuove la costruzione di impianti che producono energia ‘pulita’», sottolinea Mandioni. Ricordiamo che la domanda di costruzione preliminare è stata nel frattempo trasmessa dal Comune di Acquarossa all’Ufficio cantonale domande di costruzione da cui è atteso un preavviso.

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