Il Municipio propone di bocciare la mozione sull’estensione del servizio al centro diurno di Viganello
Estendere l’apertura del centro Ingrado contro le dipendenze la sera e nel fine settimana per il Municipio di Lugano non sarebbe in linea con gli ultimi orientamenti in materia, che vogliono sollecitare una maggiore autonomia degli utenti, e non sarebbe sostenibile finanziariamente dal momento che la Città si troverebbe sola a sopportarne i maggiori costi, 150mila franchi annui. Di conseguenza, invita il Consiglio comunale a respingere la mozione presentata nel 2018 da dieci consiglieri della sinistra (primo firmatario Raoul Ghisletta) "Potenziare la risposta al disagio dovuto alla dipendenze - Un centro per le persone in difficoltà aperto anche alla sera e nel fine settimana". La Commissione delle petizioni propone invece di accogliere parzialmente la mozione, nel senso di estendere l’apertura del centro di Viganello alla giornata del sabato.
Perché allora questa posizione contraria del Municipio di Lugano? Nelle sue osservazioni alla mozione, l’esecutivo cittadino osserva che "rispetto al passato il tipo di intervento del Centro d’Accoglienza Diurno di Viganello è cambiato e si è intensificato diventando sempre più professionale e interdisciplinare. Il tipo di casistica, molto complessa e spesso con doppia diagnosi e con problemi di policonsumo, implica un lavoro che va al di là della bassa soglia come, invece, era inizialmente la filosofia del Centro. Oggi coesistono utenze diverse, quelle bisognose di coprire i bisogni primari (cibo, controlli salute di base, cura del corpo) e utenti che già seguono un percorso terapeutico con i professionisti del Servizio. Da qui la necessità di personale formato in ambito sociale e la complessità che implicherebbe un’apertura prolungata in termini di risorse umane e finanziarie. Per redigere il suo preavviso, il Municipio ha chiesto al responsabile del Centro la sua opinione in merito a quanto richiesto nella mozione. Il responsabile sostiene che un’apertura serale potrebbe essere controproducente rendendo troppo dipendente un’utenza che necessita, nel suo percorso terapeutico, anche di mantenere una certa autonomia". Quanto al sabato, resta il problema della copertura economica, ritenuto che il Cantone difficilmente sosterebbe questa estensione del servizio.