L’interpellanza questa volta chiede lumi al Municipio sulle condizioni, in particolare di pagamento, poste ai genitori dall’associazione ‘Art’è bambini’
Mense scolastiche di Bellinzona gestite in esterno, altre critiche alle condizioni poste ai genitori. Le solleva il Movimento per il socialismo (Mps) che ritorna sull’argomento questa volta chiedendo lumi sul modus operandi dell’associazione ‘Art’è bambini’ incaricata di offrire il servizio in alcune sedi di Giubiasco, Camorino e Pianezzo. A maggio i cofirmatari della nuova interpellanza in Consiglio comunale Matteo Pronzini, Angelica Lepori e Giuseppe Sergi avevano infatti già sottoposto all’attenzione del Municipio di Bellinzona la "procedura alquanto bizzarra" del centro extrascolastico Polo Sud di fatturare le spese del pranzo anche in caso di assenza giustificata degli alunni, ad esempio in occasione di uscite scolastiche, violando in questo modo le direttive comunali in vigore. Il movimento evidenziava inoltre un incremento a dieci franchi, qualora la mancata presenza del bambino fosse stata comunicata dopo l’orario indicato nei termini prestabiliti dalla medesima società. Nella sua risposta, descritta come disarmante dall’Mps, l’esecutivo turrito si era limitato a sottolineare la natura vincolante del rapporto contrattuale fra La Girandola (amministratrice del Polo Sud) e le famiglie. Un rapporto disciplinato da norme private, e non pubbliche. L’associazione "non soggiace alle regolamentazioni della Città, ma si basa su condizioni private applicate in modo analogo anche in altri centri extrascolastici. Il solo limite fissato per quanto attiene al prezzo è legato all’importo di 9,50 franchi (a pasto, ndr). Adottare ulteriori limitazioni minerebbe la sostenibilità finanziaria dell’associazione, con ripercussioni negative per la Città e le famiglie che hanno interesse a disporre di tali servizi sul territorio", concludeva il Municipio spiegando di non essere a conoscenza di altre mense gestite sulla base di mandati conferiti dalla Città che applicano questa procedura.
Una risposta insoddisfacente per il movimento: "Il tema delle mense scolastiche per quanto riguarda la qualità delle prestazioni offerte e i costi, è stato oggetto di alcuni nostri atti parlamentari a cui, come sempre, il Municipio ha risposto in modo reticente e contraddittorio. Sicuramente l’elemento alla base della cattiva gestione e della bassa qualità dell’offerta è legato alla volontà dell’esecutivo turrito di esternalizzare tale servizio base, negando i problemi che esso pone. Tale logica del diritto privato in un regime di concorrenza ha fatto sì che da settembre l’azienda privata che gestisce la mensa della scuola elementare di Camorino (Art’è bambini) abbia pensato bene di copiare il modo di procedere della Girandola", si legge nella nuova interpellanza firmata sempre dai tre consiglieri comunali. "E visto che c’erano – continua l’atto – hanno pensato di imporre alle famiglie una tassa annua di 100 franchi" decrescente dal secondo figlio, comprensiva della quota associativa. "Dunque, come in uso in Paesi non certo noti per le loro virtù democratiche, le famiglie che necessitano della mensa per i loro figli diventano, volenti o nolenti, soci dell’associazione Art’è bambini". L’Mps si sofferma infine sul fatto che il "trinceramento" del Municipio dietro al diritto privato sarebbe in palese contraddizione con quanto contenuto nei concorsi allestiti dalla medesima autorità politica per la gestione delle mense. "Negli stessi viene chiaramente indicato che il Municipio emette preavvisi/disposizioni vincolanti in relazione al costo pasto pranzo". Alla luce di queste considerazioni il movimento chiede quindi l’intervento dell’esecutivo locale in modo da imporre all’associazione la restituzione della tassa di 100 franchi ed evitare che altre strutture private attive sul territorio fatturino la spesa del pranzo anche nel caso in cui l’assenza sia comunicata secondo le tempistiche del regolamento o di impegni scolastici.
Nel capitolo della Carta dei servizi dedicato alle condizioni di frequenza, l’associazione Art’è bambini afferma che "a seconda della necessità, pattuita in fase di iscrizione, viene sempre fatturato un importo minimo alla settimana per poter garantire il posto. Ogni riservazione effettuata sarà fatturata, anche in caso di assenza del bambino poiché i turni del personale sono calcolati in anticipo" in base alla loro presenza. "Il posto – continua la Carta – è stato riservato per lui, e nessun altro bambino può usufruirne". Nel documento viene inoltre specificato che la tassa d’iscrizione annuale, compresa di quota associativa, permette ai genitori di esprimere la loro opinione mediante voto durante le assemblee. È importante sottolineare come le indicazioni presenti nella Carta dei servizi, approvata dal Cantone, siano una scelta del comitato in modo da uniformare le modalità di lavoro dei differenti centri extrascolastici (Camalù, Camaluonte e le mense satellite di Giubiasco, Camorino e Pianezzo) e non creare discriminazioni fra le famiglie. L’associazione precisa infine che "si riserva di interrompere immediatamente la frequenza del bambino in caso di irregolarità, di mancato pagamento delle fatture o in circostanze speciali. Ad esempio problemi comportamentali potenzialmente pericolosi o non gestibili in un contesto come il nostro". La direttrice dei centri extrascolastici, interpellata dalla redazione, spiega che il comitato intende confrontarsi sulla questione prima di rilasciare dichiarazioni pubbliche in replica alle critiche mosse dall’Mps.